CIVININI, Filippo
Nacque a Pistoia il 20 sett. 1805 da Antonio e Serafina Forni. Compiuti gli studi liceali, si iscrisse alla scuola medico-chirurgica della sua città nel 1819; due anni dopo, ottenuto un "posto di beneficenza", si trasferì a Pisa, ove si dedicò in modo particolare allo studio dell'anatomia. Conseguita la laurea in medicina nel 1825, fino al '28 frequentò i turni chirurgici sotto la guida di A. Vaccà Berlinghieri e nel '29, a Firenze, superò gli esami di chirurgia. Tornato a Pistoia, iniziò l'esercizio della professione medica, pur proseguendo gli studi di anatomia per i quali si sentiva attratto. Nell'anno accademico 1834-35 fu chiamato a Pisa come dissettore anatomico e nel 1836 divenne professore di anatomia umana in quell'ateneo. Fondò e diresse il Museo anatomico-fisio-patologico pisano, grandiosa raccolta di preparati anatomici che nel 1841 possedeva 1.327 pezzi (Storia del Museo anatomico pisano nel primo quinquennio..., Pisa 1841; Indice degli articoli del Museo d'anatomia fisiologica e patologica umano-comparata..., Lucca 1842).
In breve tempo acquisì rinomanza di studioso di grande valore: partecipò a congressi scientifici in varie città, fu socio di numerose accademie, su incarico di Leopoldo II viaggiò a scopi scientifici per visitare i musei del Veneto, della Lombardia e dello Stato pontificio. Nell'anno accademico 1842-43 fu trasferito all'insegnamento di patologia e istituzioni chirurgiche nell'università di Pisa. Tra i suoi allievi furono A. Tigri e F. Pacini.
Valente morfologo, il C. è ricordato soprattutto per le sue ricerche di osteologia, in particolare sul cranio. Adottando una tecnica molto fine e precisa, e lavorando con grande pazienza e accuratezza, egli poté fornire importanti descrizioni di molte ossa che compongono la base del cranio e delle loro variazioni morfologiche di più frequente riscontro.
Nel suo primo lavoro, pubblicato subito dopo la laurea quando aveva appena ventiquattro anni, il C. dimostrava, in base ai risultati di numerose e accurate osservazioni, che le due piccole formazioni ossee descritte da E.-J. B. Bertin nel secolo precedente, note come cornetti di Bertin, sono non già dipendenze dello sfenoide, secondo l'opinione allora radicata in tutti gli anatomisti, bensì due ossicini indipendenti (Linee anatomiche, I, Osteologia. Su cornetti sfenoidali di Bertin, Pistoia 1829). Nella pubblicazione che seguì, a un anno di distanza, espose un altro accuratissimo studio, la descrizione di alcune parti dell'osso temporale, con la dimostrazione dell'esatto percorso del piccolo nervo chiamato corda del timpano all'interno della cassa del timpano e all'uscita da tale formazione fino alla sua anastonosi col nervo linguale (Linee anatomiche, II, Sulla scissura di Glaser nel temporale, ibid. 1830). Importanti anche le sue ricerche sullo sfenoide, che gli consentirono di dimostrare l'esistenza di quelle formazioni comunemente note come spina e legamento pterigo-spinoso del Civinini e, in caso di una sua costituzione per calcificazione di quest'ultima componente, come forame pterigo-spinoso.
Oltre a queste ricerche morfologiche, il C. ne condusse altre a carattere sperimentale in base alle quali poté dimostrare che non esistono comunicazioni sanguigne dirette tra madre e feto (Lettura e memoria anatomica intorno alle comunicazioni dirette vascolari sanguigne tra madre e feto.... Firenze 1839) eche la lesione della sostanza grigia del midollo spinale determina la perdita della motilità (Esperienze sulla rana, in Nuovi Ann. d. scienze nat. (Bologna), s. 1, t. I [s. a.], pp. 262 ss.; Intorno alla specificità di funzioni del sistema nervoso. Esperienza seconda sulle rane,ibid., t. IX [1843], pp. 257-65).
Fu anche autore di opere letterarie, a carattere storico-medico: Sulla ferita avvelenata di Ettore Fieramosca secondo Massimo d'Azeglio. Cicalata, Pistoia 1834, e Saggio d'un commento psico-medico allaDivina Commedia (manoscritto conservato a Firenze nella Bibl. nazionale, N. A. 313, insieme con altre carte riguardanti il Civinini).
Il C. morì a Pisa l'11 maggio (marzo secondo il Capponi) 1844 e fu sepolto nel chiostro della chiesa di S. Francesco.
Bibl.: L. Castaldi, Due anatomisti pistoiesi. F. C. fondatore del Museo anatomico pisano e A. Tigri scopritore del tessuto reticolare e del bacillo del tifo, in Riv. di storia di scienze med. e nat., XV (1924), pp. 336-369; Id., Le "linee anatomiche" di F. C., in Il Valsalva, I (1925), pp. 156-159; V. Capponi, Biografia pistoiese..., Pistoia 1878, pp. 120-124; A. Hirsch, Biographisches Lex. der hervorragenden Ärzte..., II, p. 35; Encicl. Ital., III, p. 126, sub voce Anatomia.