FILIPPO DA NOVARA
Tra gli storici contemporanei che si confrontano con la figura di Federico II, nessuno mostra la vivacità narrativa, la scoperta partigianeria, gli intenti autocelebrativi di F., e al tempo stesso la sua totale incomprensione dei moventi e dell'ideologia della politica imperiale.
F. nacque a Novara ‒ non in Navarra, come si è creduto a lungo ‒ verso la fine del XII secolo. In giovane età scelse, come altri membri della piccola nobiltà europea, di cercar fortuna oltremare: nel 1218-1219 era già legato agli ambienti dell'aristocrazia cipriota, poiché, partecipando alla spedizione contro Damietta guidata dal re di Gerusalemme Giovanni di Brienne, intratteneva a volte Rodolfo di Tabaria, uno dei grandi signori del Regno, con la lettura di romanzi e ne ascoltava in cambio "moult de chozes dou royaume de Jerusalem et des us et des assises" ('molte cose del regno di Gerusalemme e degli usi giuridici e delle assise'; Filippo da Novara, 1841, p. 525).
Questi dettagli autobiografici, contenuti nel suo Livre en forme de plait, rivelano le caratteristiche salienti del personaggio: uomo d'armi e di lettere, esperto giurista e acuto cronista delle vicende d'Oltremare. La sua figura emerse a tutto tondo durante la lunga guerra (1223-1242) che oppose Federico II a quella parte dell'aristocrazia d'Oltremare raccolta intorno alla famiglia cipriota degli Ibelin. A F. furono tra l'altro affidate delicate missioni diplomatiche, come la negoziazione della resa dei castelli di La Candare (1229) e di Kyrenia (1233) o l'ambasciata ‒ poi non realizzatasi ‒ presso il papa e i re di Francia e d'Inghilterra, a sostegno della lotta contro l'imperatore. Dopo la fine della guerra, divenne uomo di fiducia di Enrico I di Lusignano, re di Cipro, di cui fu nominato anche esecutore testamentario (1253). F. morì, probabilmente, alla fine degli anni Sessanta del Duecento.
La fama letteraria di F. è legata a tre opere, scritte negli ultimi vent'anni della sua vita in francese, lingua della classe dirigente dell'Oriente latino: Les quatre temps d'aages d'ome, un trattato di morale dedicato al modo più appropriato di affrontare le quattro età della vita, infanzia, giovinezza, maturità, vecchiaia; il già menzionato Livre en forme de plait, un manuale di diritto feudale basato sulla vasta esperienza giudiziaria dell'autore; e un testo piuttosto singolare che, secondo la testimonianza dell'autore, consisterebbe di una parte autobiografica ‒ relativa alla sua venuta oltremare e alla guerra contro l'imperatore ‒ e di un certo numero di rime e canzoni dedicate alla guerra stessa, all'amore e a temi religiosi. Quest'opera ci è arrivata, purtroppo, in forma frammentaria: un anonimo compilatore ne ha infatti estratto la parte relativa alla guerra, con i cinque testi in versi in essa contenuti, e vi ha costruito intorno un racconto continuo della storia degli stati crociati ‒ trattata in maniera assai succinta, in base a materiale annalistico ‒ dalle origini al 1310 circa. Le diverse parti che compongono questo testo, conservato da un unico manoscritto trecentesco e noto modernamente con il titolo di Gestes des Chiprois, non sono fra loro perfettamente amalgamate e quella centrale, basata appunto su F., è ben distinguibile dalle altre e parrebbe rispecchiare in modo abbastanza fedele la sua fonte (Melani, 1988).
F., per quanto ci è dato di capire, è uno scrittore di notevole talento e la sua opera non rientra in nessuna delle tipologie testuali diffuse all'epoca ‒ il che non ne ha, evidentemente, favorito la circolazione: essa è stata da una parte paragonata a un canzoniere in cui la vida dell'autore e le razos delle composizioni poetiche abbiano acquisito uno spazio spropositato rispetto alle composizioni stesse; dall'altra, se ne è sottolineata l'originalità nell'approccio apertamente autobiografico, cosa tutt'altro che frequente nella letteratura medievale (Zink, 1985, p. 218). Di recente si è proposto di leggere le composizioni in versi come delle digressioni discorsive nel tessuto della storia: digressioni che hanno l'intento di rinarrare il racconto storico, declinandolo su un altro registro espressivo, quello della parodia e del contrafactum di volta in volta della chanson de geste, della poesia lirica, dell'alba, del sirventese, della saga renardiana (Aslanoff, 1997).
Alcune delle caratteristiche del testo, che cronologicamente è il primo della produzione di F., si ritrovano in quelli successivi: nel trattato di morale, scritto in prosa, compaiono componimenti in versi dell'autore e di altri poeti dell'epoca; mentre il Livre en forme de plait, che gode di un certo successo oltremare, esprime sul piano delle norme procedurali quell'ideologia nobiliare che costituisce il quadro mentale del racconto della guerra contro l'imperatore. L'aristocrazia dell'Oriente latino manifesta la sua coscienza di classe nell'esaltazione di valori e comportamenti che sente come propri, e nello stesso tempo elabora sul piano giuridico il tema dei rapporti fra feudatari e sovrano in senso fortemente antimonarchico; non è un caso che della più antica legislazione del Regno non sia rimasta traccia ‒ se non frammentariamente nel Livre au Roi (1198 ca.) ‒, mentre la ricca letteratura giuridica del XIII sec., tutta in francese, è opera dei giureconsulti dei signori feudali.
Della sensibilità nobiliare, dei suoi gusti e delle sue aspirazioni, delle sue prospettive politiche e delle sue concezioni giuridiche, F. è un interprete d'eccezione, nello stesso tempo appassionato e lucido; il che spiega la sua istintiva avversione per l'imperatore, la sua profonda estraneità ai progetti, agli ideali, alle rappresentazioni simboliche che sottendono e sorreggono la politica imperiale.
È dubbio se una vittoria di Federico II sui suoi riottosi vassalli d'Oltremare, con la riaffermazione del potere imperiale sui Regni di Gerusalemme e di Cipro, avrebbe potuto realmente risollevare le sorti dei franchi e, a lungo termine, evitare la catastrofe del 1291. Probabilmente no. È certo però che la concezione dello stato propria della classe dirigente oltremarina ‒ rispecchiata limpidamente nell'opera di F. ‒ non contribuì a rafforzare la difficile posizione degli stati crociati nella dura, logorante lotta contro i musulmani, loro nemici storici.
Fonti e Bibl.: Filippo da Novara, Livre en forme de plait, in Recueil des Historiens des Croisades, Lois, I, Assises de Jérusalem, a cura di A.-A. Beugnot, 1, Paris 1841, pp. 469-571; Id., Les quatre âges de l'homme, a cura di M. de Fréville, ivi 1882; Les Gestes des Chiprois, a cura di G. Raynaud, Genève 1887; Les Gestes des Chiprois, a cura di G. Paris-L. de Mas-Latrie, in Recueil des Historiens des Croisades, Documents arméniens, II, Paris 1906, pp. 653-872; Filippo da Novara, Mémoires, a cura di Ch. Kohler, ivi 1913; Id., Guerra di Federico II in Oriente (1223-1242), a cura di S. Melani, Napoli 1994. G. Paris, Philippe de Novare, "Romania", 19, 1890, pp. 99-102; Id., Les mémoires de Philippe de Novare, "Revue de l'Orient Latin", 9, 1902, pp. 164-205; D. Jacoby, La littérature française dans les états latins de la Méditerranée orientale à l'époque des croisades: diffusion et création, in Essor et fortune de la Chanson de geste dans l'Europe et l'Orient latin, II, Modena 1984, pp. 617-646; M. Zink, La subjectivité littéraire. Autour du siècle de Saint Louis, Paris 1985, pp. 207-220; D. Jacoby, Knightly Values and Class Consciousness in the Crusader States of the Eastern Mediterranean, "Mediterranean Historical Review", 1, 1986, pp. 98-186; S. Melani, A proposito dei 'Mémoires'attribuiti a Filippo da Novara, "Studi Mediolatini e Volgari", 34, 1988, pp. 97-127; J.A. Brundage, Latin Jurists in the Levant: the Legal Elite of the Crusader States, in Crusaders and Muslims in Twelfth-Century Syria, a cura di M. Schatzmiller, Leiden-New York-Köln 1993, pp. 18-31; S. Melani, Lotta politica nell'Oltremare franco all'epoca di Federico II, in Federico II e le nuove culture. Atti del XXXI Convegno storico internazionale (Todi, 9-12 ottobre 1994), Spoleto 1995, pp. 89-111; C. Aslanoff, Récit historique et discours poétique dans l''Estoire de la guerre des Ibelins contre les Impériaux'de Philippe de Novare, "Le Moyen Âge", 103, 1997, pp. 67-81; L. Minervini, Outremer, in Lo spazio letterario del Medioevo, 2, Il Medioevo volgare, a cura di P. Boitani-M. Mancini-A. Varvaro, I, 2, La produzione del testo, Roma 2001, pp. 611-648; Ead., Les Gestes des Chiproiset la tradition historiographique de l'Orient latin, "Le Moyen Âge", in corso di stampa.