Filippo da Reggio
Commentatore di D. (sec. XIV), menzionato nel ruolo dei lettori dell'università di Pavia all'epoca del trasferimento di quella università a Piacenza dal 1399 al 1402 per l'attribuzione dello stipendio, in realtà non ragguardevole, di L. 5.6.8. a un " Filippo de Regio legenti Dantem et auctores ". E da ritenere che anche precedentemente al 1399 F. abbia avuto lo stesso incarico a Pavia. E da rilevare anche la qualifica di Magister che gli viene data nel documento, e che è quella propria degl'insegnanti di materie che facevano capo alle Arti.
Di lui, della sua vita e delle sue opere letterarie nulla ci è stato tramandato. Lo stesso luogo d'origine potrebbe far pensare a diverse località, o Reggio Emilia o altre meno note di altre provincie e forse anche quella di Piacenza. Tanto più che, sulla base di documentazioni coeve locali, risulterebbe essere esistito nel 1401 un " Filippus De Valle de Regio filius quondam Bertoleti " che si potrebbe tradurre anche in Della Valle del Riglio, che è un torrente in territorio piacentino.
Fu da prima erroneamente identificato in un valente giurista del secolo XLV, Filippo Cassoli da Reggio, già docente all'università di Pavia e capostipite di un ramo della sua famiglia trasferito a Piacenza. Ma molti elementi escludono questa identificazione, così come la qualificazione di magister diversa da quella di doctor, propria dei docenti di diritto. Risulta pure che il Cassoli morì prima del 1399.
Le ricerche finora compiute non ci consentono d'individuare la figura di questo commentatore dantesco e di ‛ autori ' forse contemporanei, ma di segnalare il solo nome e la provenienza di un personaggio che operò in due città universitarie dell'alta Italia alla fine del Trecento e che tenne alto il nome del poeta così da dimostrare, a pochi decenni dalla morte, la diffusione dell'interesse per l'opera dantesca, documentata anche dalla propagazione dei codici. Com'è noto, il più antico dei manoscritti della Commedia (1336) fu scritto per un Beccaria, illustre personaggio pavese, e si conserva ora, dopo una peregrinazione a Parma,presso la biblioteca comunale di Piacenza. E questo fatto ci sembra particolarmente significativo nella storia del culto del poeta.
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