DE ANGELIS, Filippo
Nacque a Lecce nella seconda metà del sec. XVII. Pochissimo, per non dire quasi nulla, si conosce della sua prima giovinezza. Poeta arcade, noto come Licandro Buraichiano, nel 1690 si trovava a Napoli per approfondire gli studi letterari e filosofici, e dedicarsi all'insegnamento privato. Divenne un tenace assertore della filosofia gassendiana, annoverando tra i suoi discepoli anche P. Giannone, che lo ricorderà poi affettuosamente nella Vita.
Nel 1698, sempre a Napol i, stampò - per i nuovi tipi di Luigi Mutio - la sua opera più significativa: le Rime.
Dedicata al pittore Paolo De Matteis, già suo maestro, e divisa in due parti, la raccolta comprende liriche amorose e di elogio, e, specialmente nella prima sezione, fa spicco una corona di venti sonetti di chiara matrice petrarchesca.
Poeta versatile, ma anche virtuoso e imprevedibile, il D. subì i precetti dell'imperafite Arcadia, e vincolò il suo brioso estro poetico ai canoni della lirica italiana dei grandi poeti trecenteschi, riuscendo spesso stanco e mediocre.
Strinse amicizia con Domenico F. De Angelis, famoso concittadino, e insieme entrarono nell'Accademia arcadica napoletana della Colonia Sebezia nell'agosto del 1703. Da quel momento, le notizie sulla sua vita e sull'opera si fanno molto rade e incerte.
Successivamente, il D. pubblicò il sonetto "Gode qual negli Elisi ognun giulivo" (in B. Maioli de Avitabile, Componimenti in lode di Filippo V, monarca delle Spagne, recitati dagli Arcadi della Colonia Sebezia il 2 di maggio 1706nel regal palagio, Napoli 1706, p. 34); il Giudizio intorno alla tragedia del "Corradino" del barone Antonio Caraccio (in tre lettere, rispettivamente del 25 febbraio, 2 e 12 marzo 1710, riportate da D. De Angelis ne Le vite de' letterati salentini, I,Firenze 1710, pp. 199-207); una poesia sull'amico D. De Angelis (ibid., II, Napoli 1713, p. 260 - era già nelle Rime, a p. 140 -); la lirica "Il dolce nodo mentre Amor nel Cielo" (nei Componimenti nelle felicissime nozze degl'illustriss. ed eccellentiss. signori il signor D. Andrea Imperiali Simiana principe di Montefia, ec. et la signora D. Anna Caracciolo de' principi della Torella, Napoli 1717, p. 25).
Si parla ancora di un Comento, peraltro mai rinvenuto, sul sonetto "Mentre che 'l cor dagli amorosi vermi" (in Crescimbeni, Comentarj, II, I, pp. 305 s.), e della poesia "Cercai è ver, ma indamo, i fonti e l'acque" (ibid., III, p. 267).
Assai dubbi sono pure la data e il luogo della morte. Intorno al 1730 viveva ancora a Napoli (stando al Crescimbeni, La bellezza ...), ma non è sicuramente provato.
Fonti e Bibl.: Brindisi, Arch. d. Bibl. arcivescovile, ms. D s: G. B. Lezzi, Memorie de' letter. salentini [fine sec. XVIII], pp. 75 s.; D. De Angelis, Della patria d'Ennio, Roma 1701, p. 45; G. M. Crescimbeni, Comentari intorno alla sua Istoria della volgar Poesia, II,1, Venezia 1730, pp. 305 s., 517; 111, ibid. 1730, p. 267; Id., La bellezza della volgar poesia, Venezia 1730, p. 396; Id., L'istoria della volgar poesia, Venezia 1731, p. 213; P. Giannone, Vita scritta da lui medesimo. a cura di S. Bertelli, Milano 1960, pp. 21-25; P. Giannone, Opere, a cura di S. Bertelli-G. Ricuperati, I, Milano-Napoli 1971, pp. 33, 1132; G. M. Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia, 2, Brescia 1753, pp. 760 s.; C. Minieri Riccio, Cenno stor. delle accademie fiorite nella città di Napoli, in Arch. stor. Per le Prov. napoletane, IV (1879), 2, p. 387; I. Carini, L'Arcadia dal 1609 al 1890. Memorie storiche, I,Roma 1891, pp. 309 s.; A. Foscarini, Saggio di un catal. bibliogr. d. scrittori salentini, Lecce 1893, p. 88; P. Marti, Origine e fortuna della coltura salentina..., Ferrara 1895, I, (Il secolo XVII), p. 53; B. Croce, Nuovi saggi sulla letter. ital. del Seicento, Bari 1949, p. 357; G. Ricuperati, La difesa dei "Rerum Italicarum Scriptores" di L. A. Muratori in un ined. giannoniano, in Giorn. stor. d. letter. ital., CXLII (1965), p. 402; Id., La prima formazione di P. Giannone. L'Accad. Medina-Coeli e D. Aulisio, in Saggi e ricerche sul Settecento, Napoli 1968, p. 138; Id., L'esperienza civile e religiosa di P. Giannone, Milano-Napoli 1970, pp. 42-43; A. M. Giorgetti Vichi, Gli arcadi dal 1690 al 1800. Onomasticm, Roma 1977, p. 161; R. Aiello, Cartesianesimo e cultura oltremontana al tempo dell'"Istoria civile", in P. Giamone e il suo tempo. Atti del Convegno di studi nel tricentenario della nascita, a cura di R. Ajello, I, Napoli 1980, p. 137; M. Torrini, IlCartesio di Giannone, ibid., p. 418.