FILIPPO de Santi (o da Venezia)
Scultore veneziano del sec. 14° individuato, attraverso alcuni documenti (Domenichelli, 1881, p. 397ss.; Vale, 1930), come autore del monumento funebre del beato Odorico da Pordenone, un famoso viaggiatore morto nel 1331 (Sartori, 1966). La tomba, posta in origine nella cappella dedicata a s. Lodovico di Tolosa nella chiesa di S. Francesco a Udine, fu smembrata e ricostruita a S. Maria del Carmine nella stessa città (Venni, 1761, p. 29n; Piazzo, 1951, p. 184ss.; Wolters, 1976, nr. 22). Un altro documento menziona "Phylipus taiapietra de Sanctis de confinio S.ti Pantaleonis" che doveva consegnare ai patroni dell'arsenale veneziano "certas gurnas lapidum" (Paoletti, 1893, I, p. 54).Numerose sono state le attribuzioni a F. basate su confronti stilistici con il monumento funebre udinese; tra queste la tomba delle Quattro vergini della basilica patriarcale di Aquileia, il rilievo nella chiesa di S. Simeon Grande a Venezia, il sepolcro di Rizzardo VI da Camino in S. Giustina a Vittorio Veneto e parti della tomba smembrata di s. Nazario - di cui rimane il sarcofago - posta in origine nel duomo di Capodistria (Wolters, 1976, nrr. 18, 26, 28, 59).Dai documenti risulta che l'arca del beato Odorico fu eseguita da F. a Venezia su commissione del patriarca Pagano della Torre (1319-1332) e del gastaldo patriarcale Corrado Bernardiggi. F., "qui fecit Archam Beati Fratris Odorici" (Domenichelli, 1881, p. 400), il 10 maggio 1332 ricevette un pagamento da parte del gastaldo e del Consiglio; già nel settembre dell'anno precedente la tomba era stata stimata e un certo Maffeo di Aquileia, inviato a Venezia per l'arca, aveva ricevuto un compenso (Vale, 1930). Sono documentate inoltre spese per il trasporto dell'arca da Aquileia a Udine e per il viaggio di tre personalità di Udine recatesi ad Aquileia per stimare se fosse più alto il valore della tomba delle Quattro vergini della basilica patriarcale o di quella del beato Odorico da Pordenone (Vale, 1930).L'opera è di qualità non elevata, anche rispetto a una città come Venezia che, fino alla decorazione del 1340 ca. di Palazzo Ducale, ospitava solo pochi scultori di rango. È probabile che F. abbia guardato anche a scultori non veneziani presenti a Venezia come Marco Romano, artista fortemente influenzato dalla scuola senese, autore nel 1318 della tomba di s. Simeone, di cui restano la statua del giacente e un'iscrizione (Venezia, S. Simeon Grande). Interessante è l'adozione da parte di F. del motivo delle testine inserite nel fogliame dei capitelli, motivo diffuso in Toscana e in Lombardia e ripreso e sviluppato a partire dal 1340 da Filippo Calendario per i capitelli di Palazzo Ducale a Venezia. L'ipotesi di un viaggio di F. in Toscana, avanzata per spiegare la presenza nel suo lessico di elementi stilistici non veneziani, sembra comunque da escludersi.
Bibl.: G. Venni, Elogio storico alle gesta del Beato Odorico dell'Ordine de' Minori conventuali con la storia da lui dettata de' suoi viaggi asiatici illustrata da un religioso dell'ordine stesso, Venezia 1761; T. Domenichelli, Sopra la vita e i viaggi del Beato Odorico da Pordenone dell'ordine de' Minori. Studi con documenti rari ed inediti, Prato 1881; P. Paoletti, L'architettura e la scultura del Rinascimento a Venezia, 3 voll., Venezia 1893; L. Planiscig, L'arca del Beato Odorico da Pordenone nella chiesa del Carmine a Udine, Forum Julii. Rivista di scienze e lettere 1, 1910, pp. 261-271; id., Studi sulla scultura veneziana del Trecento. L'arca del Beato Odorico da Pordenone nella chiesa del Carmine a Udine, L'Arte 14, 1911, pp. 321-338, 407-426; id., Geschichte der venezianischen Skulptur im XIV. Jahrhundert, JKhSWien 33, 1916, pp. 31-212; C. Someda de Marco, Il sarcofago del Beato Odorico, VI Centenario del Beato Odorico da Pordenone, 1, 1930, pp. 84-86; G. Vale, Il corpo del Beato Odorico dal dì della sua morte ad oggi, ivi, pp. 117-122; U. Piazzo, Il restauro della chiesa di S. Francesco in Udine, BArte, s. IV, 36, 1951, pp. 183-188; Toesca, Trecento, 1951; A. Sartori, Odoriciana. Vita e memorie, Il Santo, n.s., 6, 1966, pp. 7-65; L. Damiani, Il gotico-toscano nell'arca udinese di Filippo de Sanctis, Udine. Bollettino della Biblioteca e dei Musei civici e delle Biennali d'arte antica 6-7, 1967-1968, pp. 55-90; W. Wolters, La scultura veneziana gotica (1300-1460), 2 voll., Venezia 1976.