GABRIELLI, Filippo
Nacque presumibilmente a Gubbio da Rosso di Pietro nell'ultimo quarto del XIII secolo. È possibile che sia stato con lo zio Cante podestà di Cagli nel 1306, e che quindi a questa data fosse già stato nominato cavaliere (un documento citato in Franceschini, p. 369, menziona un "Philiputius", che tuttavia potrebbe essere anche un cugino o uno dei fratelli del Gabrielli). Nel 1311 fu, dal mese di gennaio, podestà a Orvieto, e dal mese di giugno capitano della stessa città per un anno. Nel gennaio 1313 fu proposto in secondo luogo come capitano del Popolo di Firenze, senza poi ricoprire l'ufficio: ricoprì invece quello di capitano del Popolo a Bologna nello stesso anno, con inizio il 1° ottobre.
Prima del 1314 deteneva per il Comune di Roccacontrada (oggi Arceria, prov. Ancona) la custodia del fortilizio del Girone, se nel marzo di quell'anno nominava un procuratore per comporre la vertenza con quel Comune per il salario spettantegli. Ancora nel 1320 avrebbe avuto in corso vertenze con lo stesso Comune per denari dovutigli per motivi analoghi.
In seguito il G. sarebbe stato podestà a Fano nel 1317 o 1318, mentre nel 1320 avrebbe ricoperto lo stesso incarico a Siena.
Il 21 giugno 1322 giurò l'ufficio di podestà di Firenze, che tenne poi nel secondo semestre di quell'anno. Appena terminato l'ufficio, venne nominato capitano delle truppe (formate da un centinaio di cavalieri) che i Fiorentini inviarono in aiuto a papa Giovanni XXII nella sua lotta contro Galeazzo Visconti.
L'iniziativa si inserisce nell'intensa attività diplomatica e militare avviata dal pontefice per fronteggiare l'espansionismo ghibellino, sostenuto in primo luogo dal Visconti. Il 1° febbr. 1323 le truppe pontificie, di cui faceva parte il contingente fiorentino guidato dal G., si trovavano alla Ghiaradadda, schierate contro le truppe guidate da Marco Visconti, fratello di Galeazzo. Il 25 febbraio sulle rive dell'Adda si verificò uno scontro fra le schiere viscontee e una parte di quelle della Chiesa, composta dai fuorusciti milanesi, che era rimasta staccata dal resto dell'esercito. Il Visconti avrebbe certamente avuto il sopravvento, se non fosse intervenuto il resto delle truppe pontificie guidato dal G. e da Dietmar di Urlimbach (un nobile dell'Austria meridionale). Il loro apporto modificò le sorti della battaglia, consentendo poi all'esercito pontificio di impadronirsi di Trezzo e successivamente di Monza. Il governo fiorentino premiò in seguito il proprio esercito raddoppiando il soldo del mese; successivamente l'Urlimbach fu anche creato cavaliere del Popolo fiorentino (in Arch. di Stato di Firenze, Provvisioni, Registri, 20, c. 56v è contenuto il decreto con cui in data 18 febbr. 1324 si decideva il pagamento del residuo della paga doppia al Gabrielli).
Il 19 apr. 1323 Marco Visconti avrebbe poi fatto una nuova incursione da Milano nel territorio controllato dalle forze guelfe nel tentativo di impedire il vettovagliamento delle truppe che occupavano Monza. Le truppe pontificie uscirono da Monza per contrastarlo, e nella battaglia che seguì, che durò fino a notte e le vide di nuovo prevalere su quelle viscontee, si distinse ancora una volta il contingente fiorentino guidato dal Gabrielli.
Non molto altro è noto del G. dopo questa data. Podestà a San Gimignano nel 1343, se ne ignorano comunque data e luogo di morte. Oltre a vari fratelli e sorelle, avrebbe avuto un figlio di nome Rosciolo.
Fonti e Bibl.: Corpus Chronicorum Bononiensium, a cura di A. Sorbelli, in Rer. Ital. Script., 2ª ed., XVIII, 1, p. 329; Ephemerides Urbevetanae, a cura di L. Fumi, ibid., XV, 5, p. 177; P.M. Amiani, Memorie istoriche della città di Fano, I, Fano 1751, p. 247; R. Davidsohn, Forschungen zur Geschichte von Florenz, Berlin 1896-1908, IV, p. 547; G. Degli Azzi Vitelleschi, Le relazioni tra la Repubblica di Firenze e l'Umbria nel secolo XIV secondo i documenti del R. Archivio di Stato di Firenze, Perugia 1904-09, I, p. 258; II, pp. 48, 53; Consigli della Repubblica fiorentina, a cura di B. Barbadoro, Bologna 1921-30, p. 610; G. Villani, Nuova cronica, a cura di G. Porta, II, Parma 1991, pp. 380, 385; Regesti di Rocca Contrada. Secoli XIV-XVI, a cura di V. Villani, Ancona 1997, pp. 94 s., 100, 117 s.; S. Ammirato, Istorie fiorentine, I, 1, Firenze 1647, pp. 288-290; O. Lucarelli, Memorie e guida storica di Gubbio, Città di Castello 1888, pp. 395 s.; G. Degli Azzi Vitelleschi, I Gabrielli da Gubbio e i Trinci da Foligno nella storia della Repubblica fiorentina, in Boll. della R. Deputazione di storia patria per l'Umbria, XIV (1908), p. 300; F. Cognasso, La signoria dei Visconti, in Storia di Milano, V, Milano 1955, p. 170; G. Franceschini, Gubbio dal Comune alla signoria deiMontefeltro, in Storia e arte in Umbria nell'età comunale. Atti del Convegno, Gubbio… 1968, Perugia 1971, p. 369; R. Davidsohn, Storia di Firenze, IV, Firenze 1973, pp. 906, 938; I podestà dell'Italia comunale, I, Reclutamento e circolazione degli ufficiali forestieri (fine XII - metà XIV sec.), a cura di J.-C. Maire Vigueur, Roma (in corso di stampa).