Giunti, Filippo (Filippo di Giunta)
Cartolaio editore e presumibilmente tipografo (n. forse nel 1456-m. nel 1517), capostipite del ramo fiorentino della celebre famiglia di stampatori. Luc'Antonio suo fratello si trasferì fin dal 1477 a Venezia, dove esercitò il commercio librario e più tardi la sua attività di editore e stampatore, mentre un loro nipote Giacomo affermava il nome nello stesso interesse di lavoro a Lione. Sull'inizio dell'attività editoriale di Filippo le opinioni non sono del tutto concordi, mancando almeno a tutt'oggi precisi documenti in proposito. È certo che anche l'azienda fiorentina doveva essere assai prospera alla fine del secolo XV, se la società stretta nel 1491 tra Filippo e Luc'Antonio fu rinnovata e si sciolse soltanto nel 1509. Comunque il primo libro da lui sottoscritto (" opera et impensa philippi Bibliopolae Giunta ") è considerato il Catullus, Propertius, Tibullus del 3 agoto 1503, in-8°.
L'abitazione e la bottega del G. a Firenze erano situate presso la cappella di S. Biagio a Badia e i suoi eredi continuarono per un certo tempo a pagarne l'affitto, come si rileva da documenti pubblicati da M. Levi D'Ancona. I figli Bernardo, Francesco, Giovanni e Benedetto proseguirono l'azienda del padre sotto la ragione " Haeredes Philippi de Giunta "; però fin dal 1518 il primogenito Bernardo sottoscriveva, col proprio nome soltanto, edizioni di una certa importanza; ben presto l'azienda restò sotto la sua direzione che tenne fino alla morte, nel 1550. Filippo era morto il 17 settembre 1517 e non è esatto quanto afferma M. Levi D'Ancona che egli era ancora vivente nel 1519. Ne è riprova il fatto che nell'atto della sua immatricolazione all'Arte (cfr. Firenze, Archivio di Stato, Medici e Speziali 10, c. 133b) Bernardo è detto, il 5 ottobre 1517, " olim Philippi Giunta ".
Al nome di Filippo è legata l'edizione della Commedia, nota appunto come ‛ giuntina '. Il nome del tipografo e la data " Firenze, Filippo Giunti, 1506 agosto XX " non appare alla fine del testo, stampato in caratteri corsivi in formato 8° e illustrato da 8 silografie, ma nel Dialogo di Antonio Manetti circa el sito forma et misura dello Inferno, che si trova con numerazione a parte in alcuni esemplari di questa edizione (in altri invece è stampato con caratteri diversi e senza data). Il testo della Commedia come del resto la stesura del Dialogo, la cui dottrina è del Manetti, fu curato da G. Benivieni che secondo il Barbi avrebbe modificato l'Aldina del Bembo (1502) col confronto di vari codici. Del Manetti è anche il Capitolo in lode di D. compreso nella stessa edizione.
Bibl. - A.M. Bandini, De fiorentina Junctarum typographia, Lucca 1791; A. Renouard, Notice sur la famille des Junta, in Annales de l'imprimerie des Aldes, Parigi 1834³, I-LXVIII; Mambelli, Annali, n. 20; M. Levi D'Ancona, Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI secolo, Firenze 1962, 98-99; P. Camerini, Annali dei G., Venezia, I I (Documenti e testimonianza) 33-53 e passim; Mostra di codici ed edizioni dantesche, Firenze 1965, 168 n. 231 e bibl.