Filippo III re di Francia detto l'Ardito
Re di Francia, citato da D. in Pg VII 103 come quel nasetto che stretto a consiglio / par con colui c'ha sì benigno aspetto; è singolarmente individuato dal piccolo naso, che gli rende meno virile la faccia, quasi a significare la pochezza del carattere di lui, che morì fuggendo e disfiorando il giglio (v. 105). Ma F. ed Enrico I di Navarra, l'altro sovrano che è con lui, non si battono il petto per le loro colpe passate, bensì per la vita... viziata e lorda del rispettivo figliuolo e genero, Filippo IV il Bello. Così D., con plastica evidenza, esprime tutto il suo disprezzo per la dinastia francese che, rappresentata da individui ora vili e insignificanti, ora perfidi e depravati, osa ostacolare la divina missione dell'Impero.
Figlio di Luigi IX e di Margherita di Provenza, F. nacque a Poissy il 3 aprile 1245. Nel 1262 sposò Isabella d'Aragona e, partito Luigi IX per la crociata, lo accompagnò a Tunisi. Morto il padre durante l'impresa (1270), gli successe sul trono, ma fu consacrato soltanto il 15 agosto 1271. Intanto, nel viaggio di ritorno da Tunisi, gli era morta la moglie e F. sposò in seconde nozze Maria di Brabante (1274), che ebbe un grande ascendente su di lui e ne influenzò le decisioni. Mite di carattere, non possedeva l'intelligenza del padre, per cui si fece trascinare in imprese contrarie agl'interessi della Francia. Mantenne, per influenza della madre, relazioni amichevoli con l'Inghilterra, cui cedette alcuni territori (1279), dando così esecuzione a uno degli articoli più importanti del trattato di Parigi del 1259. Concesse anche il contado Venassino a papa Gregorio X (1274), nella speranza di avere un appoggio per la sua candidatura all'Impero. Ma l'elezione di Rodolfo d'Asburgo fece sfumare il progetto che era stato ideato da Carlo d'Angiò. L'errore più grave di F. fu l'inimicizia e la guerra col regno d'Aragona. Di questo, infatti, F. aveva bisogno nella guerra contro la Castiglia; tuttavia, per suggestione del partito favorevole a Carlo d'Angiò, che faceva capo alla regina, e per le insistenti richieste di Martino IV, sentito il consiglio delle due assemblee di Bourges e di Parigi, F., nel 1285, diede inizio all'impresa di conquista del regno d'Aragona. Dopo qualche successo iniziale, però, l'esercito francese incominciò ad essere logorato dalla guerriglia attuata da re Pietro, che riuscì ad avere definitivamente partita vinta con la battaglia navale di Las Formiguas, dove il suo ammiraglio, Ruggero di Lauria, batté e distrusse la flotta francese. L'esercito di F., allora, fu costretto alla ritirata, mentre un'epidemia di peste ne decimava i quadri. E la peste colse anche F., che morì a Perpignano il 5 ottobre 1285.
Bibl. - A. D'Ancona, Il canto VII del Purgatorio, Firenze 1901; A. Foresti, La valletta fiorita, in " Convivium " IV (1932) 801-810; A. Seroni, Purgatorio, canto VII, in " Studi d. " XXXIII (1955) 187-205; C.V. Langlois, Le règne de Philippe III le Hardi, Parigi 1887; R. Fawtier, Les Capétiens et la France, ibid 1942.