FILIPPO l'Arabo (M. Iulius Philippus)
Imperatore romano nativo dell'Arabia; raggiunse il grado di prefetto del pretorio sotto Gordiano III, che uccise nel 244 per essere eletto imperatore in sua vece. Tenne il potere fino al 249, anno in cui a Verona cadde in battaglia contro Decio, il rivale acclamato imperatore dalle truppe nella Pannonia (Aurel. Vict., Philippus). La tradizione riportata dagli scrittori cristiani lo dice favorevole ai cristiani o addirittura cristiano.
I suoi ritratti, oltre ad offrirci con realtà l'effigie dell'imperatore nel suo rude carattere militaresco più di quanto non ce l'offrano le monete, risentono già di quella forte reazione alla corrente artistica dei Severi che si afferma decisamente nel campo della ritrattistica alla metà del quarto decennio del III sec. d. C. Al nitido e semplificativo classicismo precedente di sapore ancora antoniniano, si contrappone un realismo che ritorna a forme complicate e nell'irregolare e mutevole gioco dei muscoli e della pelle del volto, presenta molte affinità con la ritrattistica flavia. Nella fisionomia l'effetto espressivo cerca di cogliere un particolare momento psicologico del personaggio ed ecco che si accentuano l'incisività dello sguardo, la nervosità della fronte e della bocca attraverso un tessuto di linee spezzate, a cui corrisponde la fitta e vibrante rete di incisioni ad opera dello scalpello per rendere le ciocche singole dei capelli e della barba.
I ritratti più caratteristici e quasi sicuramente identificati sono: 1) busto a Roma (Musei Vaticani); 2) busto a Leningrado (Ermitage) sulla cui antichità sono stati avanzati dubbi; 3) busto a Berlino, probabilmente opera moderna); 4) busto a Budapest. Altri 7 probabili e meno notevoli sono citati dal Bernoulli.
Bibl.: J. J. Bernoulli, Röm. Ikon., II, 3, pp. 140-144, tavv. XL-XLII; A. Hekler, Portraits antiques, Parigi 1913, tav. 293; O. Waldhauer, Cat. Kaiserliche Ermitage, 1914, tav. 31; H. P. L'Orange, Studien zur Geschichte des spätantiken Porträts, Oslo 1933, pp. 3-5; R. Delbrück, Die Münzbildnisse von Maximinus bis Carinus, Berlino 1940, p. 78 ss.; G. Bovini, in Mon. Ant. Linc., XXXIX, 194, p. 189; B. M. Felletti Maj, Icon. rom. imperiale, Roma 1958, pp. 42 e 169.