LUSSANA, Filippo
Nacque il 17 sett. 1820 a Cenate San Leone (oggi Cenate Sopra), presso Bergamo, da Felice e da Barbara Epis. Superati gli studi ginnasiali a Clusone e quelli liceali a Bergamo, nel 1839 si iscrisse alla facoltà medica dell'Università di Pavia. Qui fu allievo di B. Panizza, al quale sarebbe poi rimasto legato da affettuosa amicizia, che lo incoraggiò a intraprendere la ricerca scientifica. Conseguì la laurea nel 1844.
La sua dissertazione, su un argomento allora di grande attualità teorica e pratica, fu molto apprezzata per i contenuti dottrinali, per le finalità di verifica e prevenzione del veneficio, per la rigorosa metodica di indagine basata su criteri nosologici, necroscopici e chimici adottata nell'individuazione dell'agente eziologico, e fu pubblicata l'anno successivo: Del creosote come causa degli avvelenamenti prodotti da carni affumicate, in Annali universali di medicina, 1845, vol. 103, pp. 449-502.
Esercitò poi per alcuni anni la medicina pratica in vari centri del Bergamasco, San Pellegrino, Zogno, Mologno, Gandino. Nel 1848 fece parte della Commissione sanitaria per l'esercito nazionale istituita dal governo provvisorio di Lombardia; nel 1859 fu direttore dell'ospedale militare di Gandino e si arruolò fra i volontari come capitano medico.
A Gandino nel 1855 ebbe modo di osservare l'epidemia di colera, che descrisse in un'ampia relazione, redatta in collaborazione col fratello Pietro, anch'egli medico: Su 'l colera morbus in Gandino nel 1855. Relazione medico-statistica in evasione alla delegatizia rispettata circolare, n. 18867 - 2045, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, XV (1856), pp. 25-30, 45-48, 55-59, 137-141.
In tutto questo periodo, comunque, gli impegni professionali e quelli militari non gli impedirono il proseguimento degli studi e la pubblicazione di oltre 40 lavori scientifici, cosicché, ormai noto e affermato in campo medico-scientifico, nel 1860, vinto il relativo concorso, fu chiamato a succedere a G. Albini nella direzione della cattedra di fisiologia umana dell'Università di Parma. In questa sede rimase fino al 1867, quando, su richiesta della facoltà medica di Padova, si trasferì in quella Università come professore ordinario di anatomia e fisiologia sublime, responsabile delle esercitazioni di anatomia pratica e direttore della struttura che ospitava la didattica e la ricerca.
Scienziato di grande valore, il L. fu autore di un gran numero di studi e ricerche in tutti i settori della fisiologia, esposti in articoli pubblicati sui più importanti periodici specialistici e in varie monografie. Per la varietà dei temi trattati, tutti impostati con rigore metodologico, non è facile attribuire una priorità per merito e per interesse ai vari lavori; forse, in relazione alla loro attualità e all'apporto di nuove, rilevanti conoscenze che fornirono, e alla luce dell'evoluzione delle scienze mediche, oggi appaiono fondamentali i suoi contributi allo studio della pellagra e del sistema nervoso centrale.
L'impressionante diffusione della pellagra tra le popolazioni rurali costrette a vivere in infime condizioni economiche rappresentava all'epoca un grave problema sociosanitario, la cui drammatica dimensione fu crudamente messa in luce, nel 1878, dalla prima inchiesta promossa dal ministero dell'Agricoltura dopo l'Unità. L'evidente rapporto della malattia con l'alimentazione maidica aveva dato origine a varie ipotesi interpretative sulla sua genesi, tra le quali molto seguita, sostenuta specialmente da C. Lombroso, era quella tossico-maidica, che chiamava in causa l'azione tossica esercitata da sostanze presenti nel mais avariato; il L. riteneva invece che la dieta estremamente povera, priva di nutrienti indispensabili, di alimenti "plastici" in grado di garantire un sufficiente apporto nutritivo a esseri costretti a fatiche massacranti fosse la vera causa della pellagra, che la pellagra dipendesse "dal mangiar poco e male e dal lavorar molto". Quanto vicina alla realtà fosse la sua intuizione, frutto di studi chimico-fisiologici e di osservazioni cliniche e anatomo-patologiche, sarebbe apparso evidente molto più tardi, nel 1938, in seguito all'identificazione del fattore antipellagroso nell'acido nicotinico, presente nel mais in forma non assorbibile, a opera di C.A. Elvehjen e collaboratori (si veda anche Enc. medica italiana, XI, coll. 1378-1380, s.v. Pellagra). Alle monografie Sulla pellagra. Studi pratici, Milano 1854, premiata nel 1855 dalla Società medica chirurgica di Bologna, e Sulla pellagra, in Atti della Fondazione Cagnola, I, Milano 1856, pp. 1-352, in collab. con C. Frua, premiata dalla Fondazione Cagnola, fecero poi seguito vari altri lavori: Studj pratici sulla pellagra, in Annali universali di medicina, 1859, vol. 169, pp. 225-271, 449-520; vol. 170, pp. 3-231; Riv. bibliografica degli studj sulla pellagra in Italia e fuori d'Italia, ibid., 1861, vol. 175, pp. 502-550; vol. 176, pp. 130-158, 383-399, 597-604; vol. 177, pp. 534-550; vol. 178, pp. 126-144, 333-371; Pellagra e mais, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, XXI (1862), pp. 46-48; Sulle cause della pellagra. Ricerche, ibid., XXXII (1872), pp. 9-12, 69-73, 101-108, 125 s., 141-145, 149-153, 165-171. Un'altra monografia, Sugli alcaloidi del mais guasto, fu poi da lui pubblicata a Milano nel 1884 in collab. con F. Ciotto.
Alla conoscenza della neurofisiologia, allora oggetto di ricerca di un gran numero di studiosi in tutto il mondo, il L. recò apprezzati e notevoli contributi anatomo-clinici, anatomo-patologici e sperimentali. Esordì in questo settore con l'accurato studio di un paziente capitato alla sua osservazione nel 1849 che gli consentì, grazie all'esame delle alterazioni funzionali conseguenti a un trauma cranico e della loro evoluzione, di formulare l'ipotesi che nei lobi anteriori del cervello avesse sede il centro del linguaggio articolato, anticipando così di 10 anni la dimostrazione della precisa localizzazione nel piede della circonvoluzione frontale inferiore fornita da P.P. Broca nel 1861 (Ferita al cranio - abolizione del linguaggio articolato - miglioramento - Considerazioni fisiologiche, in Gazzetta medica lombarda, s. 2, III [1850], pp. 1-6); quindi pubblicò un'ampia esposizione di osservazioni sul sistema nervoso centrale, distinte in una prima sezione dedicata al cervello (Alcune osservazioni fisio-patologiche su 'l sistema nervoso, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, s. 3, II [1851], pp. 317-323, 333-335, 341-345, 373 s., 377-380; III [1852], pp. 231-234; IV [1853], pp. 109-114, 137-141, 145-151, 213-218, 221-225, 229-232, 237-240, 297-301, 381-384, 389-393, 413-416, in collab. con G. Morganti) e in una dedicata al sistema spinale (XV [1856], pp. 79-83, 98 s., 165-168, 173-176, 189-191, 197-199, 343-347, 389-392, 397-400, 405-410, 449-454, 458-461, 465-469, 473-477). Di grande interesse e originalità sono anche le ricerche che nello stesso tempo condusse sul centro olfattivo: Del centro olfattivo; studj anatomo-sperimentali, ibid., s. 3, VI (1855), pp. 21-25, 29-32, 37-40, 85-89, 161-165, 169-173, 177-180, 437-439.
Esemplari furono i suoi studi sul cervello: dimostrò che l'ablazione dei soli emisferi non abolisce completamente i sensi, in particolare quelli della vista e dell'udito; osservò sperimentalmente che la distruzione delle sole eminenze quadrigemine anteriori determina la cecità completa, quella delle posteriori ambliopia, mentre quella di tutte le eminenze quadrigemine è seguita da paralisi pupillare; illustrò la morfologia delle circonvoluzioni cerebrali con riferimenti anche di morfologia comparata; distinse le sensazioni in "brute o incoscienti, passive" e "coscienti o attive" elaborate dai centri intellettivi dipendenti dagli emisferi; localizzò i centri motori corticali e le zone corticali sensibili agli stimoli chimici importanti nella patogenesi dell'epilessia (Sui centri encefalici della visione e dei movimenti volontarj, ossia sul mesocefalo. Lezioni sperimentali date nel 1863 alla Scuola fisiologica della R. Università di Parma, in Annali universali di medicina, 1864, vol. 187, pp. 3-47; Sulla anatomia e fisiologia del mesencefalo, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, XXIII [1864], pp. 125-129, 145-149, 161-165, 177 s.; Compendio anatomico delle circonvoluzioni cerebrali, in Arch. italiano per le malattie nervose e più particolarmente per le alienazioni mentali, III [1866], pp. 197-250; Fisiologia dei centri nervosi encefalici, I-II, Padova 1871, in collab. con A. Lemoigne, monografia premiata con medaglia d'oro dalla R. Accademia di medicina del Belgio; Sulle funzioni dei lobi anteriori del cervello umano, in Rendiconti del R. Ist. lombardo di scienze e lettere, XI [1878], pp. 753-760; Delle funzioni dei lobi anteriori del cervello umano, Milano 1879; Sulla natura motrice dei centri cortico-cerebrali, in Riv. medica di scienze mediche, III [1886], pp. 251-266; Eccitabilità della corteccia cerebrale allo stimolo chimico in contribuzione allo studio della patogenesi della epilessia e della corea, in Arch. per le scienze mediche, XV [1891], pp. 211-232, in collab. con G. Gallerani). Notevoli contributi recò inoltre alla fisiologia e alla patologia del cervelletto, che, in considerazione della azione coordinatrice dei movimenti per la postura e la locomozione esercitata dall'organo, interpretò come il "centro del senso muscolare" (Sulla patologia del cervelletto, in Annali universali di medicina, 1856, vol. 155, pp. 609-621; Fisiologia sperimentale del cervelletto. Lettura dimostrativa, in Riv. medica di scienze mediche, I [1884], pp. 5-19 e in Atti del R. Ist. veneto di scienze, lettere ed arti, s. 6, II [1883-84], pp. 557-575; Fisiologia e patologia del cervelletto, Verona 1885).
Il L. recò inoltre un importante contributo alla conoscenza dell'origine delle sensazioni gustative con la dimostrazione sperimentale e fisio-patologica che la capacità di percepire la qualità dei sapori non è uniformemente diffusa su tutta la superficie linguale e che la parte anteriore della lingua è innervata da fibre provenienti dalla corda del timpano (Osservazioni ed esperienze sui nervi del gusto, in Annali universali di medicina, 1862, vol. 181, pp. 282-322, in collab. con G. Inzani; Abolizione del gusto nella parte anteriore della lingua per taglio della corda del timpano, ibid., vol. 182, pp. 307-313; Sui nervi del gusto. Lettura con dimostrazioni sperimentali, in Atti del R. Ist. veneto di scienze, lettere ed arti, s. 5, V [1878-79], pp. 811-853). Tra gli altri numerosi studi del L. sulla fisiologia e la patologia del sistema nervoso si ricordano ancora alcuni importanti articoli (Su le funzioni del nervo gran simpatico e sulla calorificazione animale, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, XVI [1857], pp. 205-208, 213-217, 221-226, 229-235, 245-249, 253-259, 277-280, 285-288, in collaborazione col fratello Pietro e con C. Ambrosoli; Monografia delle nevralgie bracchiali, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, XVII [1858], pp. 137-140, 145-150, 157-162, 181-184, 205-207, 229-231, 241-249, 273 s., 281-283, 289-294, 297-300, 313-317, 321-323, 329-331, 349-354, premiata dalla Società d'incoraggiamento di scienze, lettere e arti di Milano; Intorno alla angina pectoris (nevralgia del cuore), ai suoi rapporti ed alle sue analogie con la nevralgia toraco-bracchiale ed alla loro distinzione. Appendice alla monografia delle nevralgie bracchiali, ibid., pp. 389-392, 397-400, 405-410; XVIII [1859], pp. 69-72, 77-80, 85-87, 93-98, 101-105, 125-130, 133-137, 141-146, 149-153; Monografia delle vertigini e ricerche di fisiologia nevrologica, in Annali universali di medicina, 1858, vol. 164, pp. 449-482; vol. 165, pp. 45-100, 225-382; vol. 166, pp. 70-130, 225-252, 524-536; vol. 167, pp. 59-85, 225-240, 542-572; vol. 168, pp. 129-171) e le monografie Accordo della fisiologia e della clinica sugli organi cerebro-cerebellari, Padova 1868 e Sui canali semicircolari; ricerche fisio-patologiche, ibid. 1872. Meritano ancora un cenno altre due importanti pubblicazioni del L.: Alcune lezioni frenologiche, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, XXII (1863), pp. 177-182, 201-206, 209-212, 217-221, 234-237, 241-243, 257-260, e Osservazione necroscopica di un sacerdote eviratosi per monomania religiosa, ibid., XXV (1866), pp. 164 s.
Il L. fu inoltre autore di accurati studi sulla alimentazione e sull'apparato digerente dell'uomo: sulle caratteristiche del succo gastrico (Del principio acidificante del succo gastrico, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, XXI [1862], pp. 69-75, 109-113, 136-139, 141-145, 158-163, 185-190) e della saliva, il cui contenuto in ptialina dimostrò essere quantitativamente proporzionale a quello in solfocianuro, dotato di azione inibitrice sulla digestione ptialinica dell'amido e pepsinica degli albuminoidi (Intorno alla saliva, al suo solfocianuro potassico, al virus idrofobico ed al curaro. Lattere fisiologiche, in Arch. italiano per le malattie nervose e più particolarmente per le alienazioni mentali, I [1864], pp. 22-49, 84-99; II [1865], pp. 149-167, 221-235; Sulla presenza del solfo-cianuro di potassio nella saliva, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, XXIII [1864], pp. 341-344); sull'alimentazione e sulla digestione delle varie sostanze (Sulla alimentazione e sulla digestione, ibid., XXV [1866], pp. 281-285, 297-300, 305-308, 313-315, 321-324, 339-341, 345-348, 353-355, 361-364, 369-372, 377-380, 385-389, 418-421, 425-428, 433-436, 441-444, 449-451; XXVI [1867], pp. 1-4, 9-12, 37-41, 49-52, 65-68, 81-83, 117-120, 134-137, 141-145, 157-161, 169-174, 205-209, 213-218; Intorno all'azione digerente del succo pancreatico sugli albuminoidi, e intorno alle funzioni della milza, in Annali universali di medicina, 1868, vol. 205, pp. 416-425). Sperimentalmente dimostrò l'azione detossicante esercitata dal fegato, avendo potuto rintracciare la presenza di curaro nella secrezione biliare di alcuni animali ai quali lo aveva somministrato per via orale, così che non avesse effetto letale (Intorno all'azione del curaro. Risultati sperimentali, in Rendiconti del R. Ist. lombardo di scienze e lettere, II [1865], pp. 311-316; Sull'azione depuratoria del fegato, in Giorn. veneto di scienze mediche, n.s., I [1879], pp. 561-581), l'esistenza del circolo entero-epatico ed epato-renale (Sulla piccola circolazione entero-epatica e sul circolo refluo epato-renale, in Lo Sperimentale, XXIV [1872], pp. 337-368) e la funzione glicogenetica epatica (Sulla glicogenesi epatica; ricerche fisio-patologiche, in Annali universali di medicina e chirurgia, 1881, vol. 257, pp. 401-450). Ancora meritano di essere ricordate alcune osservazioni condotte in collab. con G. Inzani sulla innervazione e sulla patologia gastrica (Della innervazione del ventricolo o della influenza dei nervi sulle funzioni del ventricolo, ibid., 1862, vol. 181, pp. 485-528; Dell'ulcera perforante dello stomaco, ossia della digestione dello stomaco vivo, ibid., vol. 182, pp. 93-139) e le sue ricerche sulla fibrina ematica, per le quali fu premiato con la medaglia d'oro dalla Società reale di scienze mediche e naturali di Bruxelles (Intorno alla dottrina di Beltrami sulla fibrina del sangue. Lettera a G. Liebig, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, XIX [1860], pp. 77-81, 85-87, 93-96, 169-172, 177-179, 197-200, 205-209; Sull'origine della fibrina, in Lo Sperimentale, XXIV [1872], pp. 557-611; Sulla fibrina del sangue, in Giorn. internazionale delle scienze mediche, II [1880], pp. 1025-1048).
Tra le opere a carattere generale pubblicate dal L. debbono essere ricordate Manuale pratico di fisiologia. Ad uso dei medici, I-II, Padova 1868-73; Opuscoli fisiologici, I-II, ibid. 1873-75; Fisiologia umana applicata alla medicina, I-IV, ibid. 1878-81.
I lavori citati (furono oltre 200 gli studi dati alle stampe) sono esemplari del rigore scientifico che consentì al L. l'osservazione fredda e distaccata dei fenomeni naturali e la loro razionale interpretazione. Ma egli fu al contempo un uomo eclettico, coltivò numerosi e vari interessi, dalla letteratura all'arte e alla poesia: pubblicò nel 1852 a Pavia Poesie scientifiche, nel 1872 a Padova Il caffè, nel 1887 a Napoli Bozzetti medici; il 20 maggio 1878 presso l'Accademia di scienze, lettere e arti di Padova lesse il saggio Una lezione fisiologica di Dante sulla generazione( (Treviglio 1878).
Il L., a causa di una malattia, nel 1889 lasciò l'insegnamento; nominato l'anno successivo professore emerito dell'Università di Padova, nel 1891 ottenne il collocamento a riposo. Morì a Cenate Sotto il 25 dic. 1897.
Membro di numerose accademie e società scientifiche italiane e straniere, ebbe riconoscimenti anche internazionali; nel 1925 il liceo scientifico di Bergamo fu intitolato al suo nome. Aveva contratto matrimonio con Isabella Testa, dalla quale ebbe sette figli.
Fonti e Bibl.: Necr., in Annuario della R. Università di Padova 1897-98, p. 279 e in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, LXI (1898), p. 18; G. Antonini, Sull'opera di F. L. nella fisiopatologia del sistema nervoso (Commemorazione letta per incarico della Soc. medica di Bergamo il giorno 4 febbr. 1898), Bergamo 1898; A. Stefani, Commemorazione del professore F. L., letta nell'aula magna della R. Università di Padova il giorno 10 genn. 1900, Padova 1900. L. Tenchini, Contributo alla storia del progresso dell'anatomia e della fisiologia del cervello, Napoli 1880, pp. 210-223; F. Salveraglio, Bibliografia della pellagra, Pavia 1914, s.v.; E. Pellegrini et alii, La commemorazione di F. L., in La Rivista di Bergamo, IV (1925), 41, pp. 2193-2232; G. Bilancioni, In memoria di F. L., in Il Valsalva, I (1925), pp. 116-119; A. Ferrannini, Medicina italica (Priorità di fatti e di direttive), Milano 1935, pp. 81, 94 s., 126, 131-134, 179; L. Premuda, Le "poesie scientifiche" di F. L. (1820-1897), fisiologo padovano, in Scritti in onore di A. Pazzini, Roma 1968, pp. 460-474; F. Ghiretti, F. L., in I professori di materie scientifiche all'Università di Padova nell'Ottocento, a cura di S. Casellato - L. Pigatto, Trieste 1996, pp. 21-24; E. Pellegrini - S. Stefanini, F. L. senior. La vita e le opere, Trescore Balneario 1999; A. Hirsch, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte(, III, p. 869; Enc. Italiana, XXI, p. 678.