MANFREDI, Filippo (Giovanni Filippo Tomaso)
Figlio di Giovanni Carlo, nacque a Lucca, l'8 marzo 1731.
Suo padre era un "trombetta" (suonatore di corno e di tromba) della Cappella di palazzo della Repubblica di Lucca; un fratello del M., Vincenzo Ferrerio fu oboista e flautista nella stessa cappella, un altro, Pietro Luigi, cornista.
Il M. iniziò presto gli studi musicali nella città natale: lo testimonia la sua presenza, come "alto" del secondo coro, alla tradizionale festa di S. Croce già negli anni 1741-43 (Lucca, Istituto musicale L. Boccherini, Fondo Puccini, s.v.: Nomi, cognomi(). Per quanto riguarda la sua formazione, tradizionalmente vengono indicati come suoi primi maestri Frediano Matteo Lucchesi per la composizione, presso il seminario di S. Michele, e Giovanni Lorenzo Gregori per il violino, benché tale indicazione non sia confermata da documenti. È certo, invece, che il 21 marzo 1742 il padre ottenne una cospicua "sovvenzione" dal governo lucchese per poter mandare il M. "fuori di stato" per quattro anni a studiare il violino e la tromba (Arch. di Stato di Lucca, Consiglio generale, 219, cc. 72v-73). Il M. intraprese dunque gli studi musicali a Genova con Domenico Ferrari, ma dovette interromperli a causa di una grave malattia che lo costrinse a rientrare in patria. Riprese poi gli studi "in Livorno sotto il celebre Nardini" (Ibid., Anziani al tempo della libertà, 353, c. 46) almeno fino al 1746.
Dal 1744 partecipò regolarmente, come violinista, alla festa di S. Croce a Lucca. Dal 1748 cominciò a collaborare con la Cappella di palazzo come "soprannumerario". Le prestazioni in città si alternavano a periodi di assenza, il più lungo dei quali dal settembre 1750 all'agosto 1754, quando si recò in varie città della Toscana per le stagioni d'opera, e, soprattutto, a Genova che, fin dagli anni giovanili, può essere considerata la sua seconda residenza. Qui svolse attività di primo violino e direttore delle orchestre dei teatri e per le funzioni liturgiche del Corpus Domini; inoltre fu attivo come insegnante (tra i suoi allievi vanno ricordati almeno Giovan Battista Romaggi, che gli succederà alla morte nell'incarico di violinista nella Cappella di palazzo a Lucca, e Giovan Battista Serra). Il suo primo concerto a Lucca risale al 10 ag. 1754, per la festa di S. Lorenzo in S. Frediano. Il 31 marzo 1758 fu assunto come violinista nella Cappella di palazzo e il 5 settembre, sebbene non fosse ancora rientrato da Genova, fu nominato primo violino della stessa (Ibid., Consiglio generale, 235, cc. 52, 109v; 648, p. 979). Nella sua multiforme attività spicca la partecipazione al cosiddetto Quartetto toscano, insieme con Pietro Nardini, suo maestro, il violista Giuseppe Cambini e il violoncellista, amico e conterraneo, Luigi Boccherini.
Dove e quando il Quartetto toscano si sia esibito non è accertato, e la sua esistenza trova riscontro solo nei racconti - ritenuti poco attendibili da D. Heartz - di Giuseppe Cambini, che parla di un periodo di sei mesi felici, si diffonde sul repertorio, i quartetti di F.J. Haydn e Boccherini, e tratteggia un ritratto affatto lusinghiero del M., definendolo come "il violinista che eccelleva in tutta Italia nell'ambito delle esecuzioni quartettistiche e orchestrali" (Mangani, p. 57). Va peraltro notato che Cambini fu presente alla festa di S. Croce negli anni 1765 e 1766: l'attività del Quartetto toscano potrebbe quindi collocarsi nel periodo immediatamente successivo, tra il 1766 e il 1767; fra l'altro, all'ottobre 1766 risale l'ultima attestazione della presenza a Lucca del M. e di Boccherini, che suonarono in un'accademia per Carlo Guglielmo principe ereditario di Brunswick.
In seguito, i due virtuosi lucchesi, seguendo le tappe di quella che sembra essere stata progettata come una vera e propria tournée, furono a Genova e Nizza, e infine a Parigi, dove giunsero a fine 1767, accolti nella cerchia del barone Ch.-E. de Bagge; tuttavia, da lettere di raccomandazione che il M. si era procurato, risulta che i due avrebbero voluto proseguire anche per Londra. L'esibizione del M. e di Boccherini ai Concerts spirituels, il 20 marzo 1768, e quella del solo M. qualche giorno dopo furono apprezzate, ma forse non quanto i due musicisti lucchesi avessero sperato.
Non è stato accertato né quando né per quale motivo il M. e Boccherini lasciarono Parigi per la Spagna. Nell'autunno 1768 è comunque testimoniata la presenza del M. a Valencia, presso la Compagnia dei Sitios reales, mentre non trova riscontri documentari la notizia di un suo impiego come primo violino nella cappella del principe delle Asturie (il futuro Carlo IV), al quale peraltro dedicò, nel 1769 circa, le Sei sonate per violino solo e basso. È certo tuttavia che, per tutto il periodo trascorso in Spagna, il M. continuò a percepire regolarmente lo stipendio di primo violino della Cappella di palazzo a Lucca, provvedendo regolarmente a chiedere la licenza "per trattenersi fuori stato" e a mandare i necessari sostituti per i servizi obbligatori. Dopo che il 15 maggio 1771 gli fu sospeso lo stipendio, il M. ritenne opportuno rientrare a Lucca: infatti lo ritroviamo presente alla festa di S. Croce del 1772, e alla festa delle Tasche del 1773, "venuto da Genova a posta" a titolo gratuito (Libro delle musiche, C, cc. 168v-169v), evidentemente allo scopo di favorire l'approvazione della istanza di reintegro nella Cappella di palazzo, che fu accolta il 29 ott. 1773, con una clausola che salvaguardava il governo lucchese, dal momento che lo stipendio sarebbe stato sospeso a ogni assenza, ma con un assegnamento che superava quello del maestro di cappella, G. Puccini senior (Arch. di Stato di Lucca, Consiglio generale, 250, cc. 61v, 147-148). Alla fine dell'anno giunse dalla Spagna una richiesta di congedo per due anni, che gli Anziani concessero per opportunità diplomatiche, ma che il M. probabilmente non sfruttò; tuttavia nei documenti è registrata una sua assenza dal 19 febbraio al 20 giugno 1774.
Gli ultimi anni sono quelli che vedono il M. più frequentemente impegnato a Lucca, anche se il lavoro a Genova non mancò (sono documentati contatti con la famiglia Durazzo e con impresari teatrali genovesi). All'inizio del 1777, G. Puccini senior (Libro delle musiche, D, cc. 42v-43) annotava che il M. era ammalato di "reumatismo", e più avanti che la malattia si era aggravata.
Il M. morì a Lucca il 12 luglio 1777.
Il contrabbassista G.D. Baldotti (Musiche, c. 6), registrandone la morte, ne attribuì la causa al "male gallico". Il M. fu sepolto nella tomba della Confraternita di S. Cecilia in S. Giovanni, e G. Puccini senior concertò una solenne messa funebre in suo onore.
Il M. fu un eccellente virtuoso di violino e la sua fama fu ampia e duratura: lo testimoniano il successo delle molteplici esibizioni e l'inserimento del suo ritratto in una Galleria dei professori celebri di suono (Roma, Gabinetto nazionale delle stampe). Come tutti i virtuosi del suo tempo, il M. componeva per sé i brani con cui esibirsi e quello che della sua produzione ci è pervenuto è probabilmente molto inferiore a quanto dovette comporre: dai documenti lucchesi risulta infatti che, soltanto per la festa di S. Croce, eseguì dieci suoi concerti, presumibilmente sempre diversi, dato che gli fu rimborsata la spesa per le copie. Dal Libro delle musiche di G. Puccini senior si apprende che in almeno altre 36 occasioni il M. "fece concerto" durante altri servizi liturgici o in occasione della festa delle Tasche; in tali occasioni venivano eseguiti concerti nei consueti tre movimenti, secondo quanto specificato dal maestro di cappella ("il primo allegro dopo l'epistola, il secondo all'offertorio e l'adagio all'elevazione", in Libro delle musiche, B, c. 143v) che, in qualche caso, precisa che il M. aveva eseguito un solo movimento. Sono documentate esecuzioni di molte sonate a violino solo per accademie, ma anche per momenti della liturgia (nel 1765 "una Pastorale con violino obligato": ibid., C, cc. 41v-42). Fra le esibizioni fuori patria, si ricordano particolarmente quella di un'aria concertata nella Nitteti di Giuseppe Sarti a Venezia (teatro S. Salvatore, maggio 1765), due accademie a Roma all'inizio del 1766, ma soprattutto quelle di Parigi durante le quali il M. presentò due suoi concerti.
Opere. Di tutta la produzione del M. ci sono pervenute: Sei sonate per violino solo e basso op. 1, stampate due volte a Parigi intorno al 1769 (la fortuna della sesta sonata è testimoniata da varie ristampe successive); 11 sonate per violino e basso, denominate Sonate lucchesi (Lucca, Istituto musicale L. Boccherini, Mss., D.IV.260); 1 sonata in mi bemolle maggiore per violino solo e basso (Vienna, Gesellschaft der Musikfreunde, Mss., IX.5898 [Q 16686]). Il Duetto notturno per due violini in mi bemolle maggiore "La buona notte", attribuito al M. in un manoscritto conservato a Genova (Biblioteca del Conservatorio N. Paganini), è invece opera di Boccherini (Gérard, n. 62). Un Vexilla regis per coro a cappella (Collezione privata Bacci) e un Sacerdos et pontifex per soprano, coro a 4, archi e 2 corni (Abbazia di Einsiedeln, Musikbibliothek, Mss., 191, 10), recentemente scoperti, poi eseguiti e incisi da Luca Bacci, testimoniano un'attività compositiva del M. che si estende anche alla musica sacra.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Lucca, Deposito dell'Istituto musicale Pacini, 1-3: Libro delle musiche annue ed avventizie fatte da me Giacomo Puccini m[aest]ro di capp[ell]a della seren[issim]a Repubblica di Lucca, ed org[anist]a della cattedrale, ed accademico filarmonico di Bologna, voll. B, C, D; Lucca, Istituto musicale L. Boccherini, Fondo Puccini, Autori diversi, 39, b e c: Nomi, cognomi, e patria dei virtuosi sì di voci che d'istrumenti che sono intervenuti alle nostre funzioni di S. Croce (1711-99); ibid., 40: G.D. Baldotti, Musiche, paghe del prencipe, ed altro; G. Cambini,
Nouvelle méthode théorique et pratique pour le violon, Paris 1795; Id., Ausführung der Instrumentalquartetten, in Allgemeine Musikalische Zeitung, VI (1804), pp. 781-783; M. Puccini, F. M., in La Scena, 10 marzo 1854; D.A. Cerù, Cenni storici dell'insegnamento della musica in Lucca e dei più notabili maestri compositori che vi hanno fiorito, Lucca 1871, pp. 72 s.; L. Nerici, Storia della musica in Lucca, Lucca 1879, ad ind.; G. Malfatti, XXVIII Maggio MCMV. Primo centenario della morte del celebre compositore lucchese Luigi Boccherini, Lucca 1905, pp. 12-16, 19 s., 22; G. Rosadi, Di Luigi Boccherini compositore commemorandosi il XXVIII maggio MCMV nel teatro del Giglio a Lucca sua patria il primo centenario della nascita [sic], Lucca 1906, pp. 13-15, 24 s.; A. Pellegrini, Spettacoli lucchesi nei secoli XVII-XIX, Lucca 1914 (con Indici e bibliografia, a cura di E. Amico Moneti, ibid. 1959), ad ind.; A. Bonaccorsi, Maestri di Lucca, Firenze 1967, pp. 56-74; Y. Gérard, Thematic, bibliographical and critical catalogue of the works of Luigi Boccherini, London 1969, ad ind.; G. Biagi Ravenni, Annotazioni sul violinista F. M., in Numero unico per il cinquantenario della cappella musicale S. Cecilia, Lucca 1979, pp. 12 s.; C. Bellora, L'opera strumentale di F. M., in Luigi Boccherini e la musica strumentale dei maestri italiani in Europa tra Sette e Ottocento. Atti del Convegno, Siena, 1993, in Chigiana, n.s., XXIII (1993), pp. 231-245; G. Biagi Ravenni, "Molti in Lucca si applicavano alla professione della musica": storie di formazione e di emigrazione nella patria di Luigi Boccherini, ibid., pp. 96-100; J. Tortella, Boccherini, un músico italiano en la España ilustrada, Madrid 2002, ad ind.; D. Heartz, Music in European capitals. The galant style, New York 2003, pp. 968 s.; R. Coli, Luigi Boccherini. La vita e le opere, Lucca 2005, ad ind.; M. Mangani, Luigi Boccherini, Palermo 2005, ad ind.; A.E. Choron - F.J. Fayolle, Dictionnaire historique des musiciens, Paris 1811, pp. 2, 7; F.-J. Fétis, Biographie universelle des musiciens, V, p. 426; Suppl., II, p. 155; R. Eitner, Quellen Lexikon der Musiker, VI, p. 297; C. Schmidl, Diz. universale dei musicisti, II, p. 24; Suppl., p. 499; Diz. enciclopedico universale della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 608; The New Grove Dict. of Music and Musicians, XV, p. 752; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Personenteil, XI (2004), p. 961.