MARIGNOLI, Filippo
– Figlio del marchese Giulio e di Marinetta Trotta, nacque a Perugia l’8 nov. 1926.
La formazione artistica, da autodidatta, fu favorita dal vivace clima culturale della sua città. Nel 1951 espose alla mostra del gruppo «Il Ponte», tra cui figuravano G. De Gregorio, G. Orsini, U. Rambaldi, P. Raspi, B. Toscano. Con essi nel 1954 il M. diede vita al «Gruppo di Spoleto». La mostra Sei pittori spoletini, nella galleria Il camino di Roma, con lo scultore Leoncillo (L. Leonardi) e la presentazione di Mario Mafai sancirono questa unione.
Nel 1955 l’attività espositiva del gruppo continuò a Bologna con la mostra presentata da Francesco Arcangeli alla galleria La loggia e a Milano nella galleria d’arte Spotorno.
Fino al 1956 la sua pittura, di forte ispirazione lirica, propose in prevalenza paesaggi pervasi da atmosfere quasi irreali ottenute con una resa cromatica e un impianto compositivo molto prossimi all’astrazione formale che farà sua di lì a poco (Natura morta non datata e Paesaggio a Colleferretto del 1956, entrambi nella collezione Marignoli).
Nel 1957 Arcangeli presentò di nuovo il gruppo in occasione della mostra alla galleria La loggia. Nel relativo catalogo il critico tratteggia la personalità artistica del M. definendo la sua posizione rispetto all’ultimo naturalismo: la «febbre […] latente ma intensa», che aveva contraddistinto i quadri di matrice scipionesca e surreale nella mostra del 1955 a La loggia, ora è definitivamente scomparsa a vantaggio della «suggestione della pittura “non formale” o di certi americani» (1957, pp. n.n.).
Sempre nel 1957 il M. firmò un contratto con la galleria L’attico di Roma, di Bruno Sargentini, che però decise di sospendere subito. Voleva lasciare l’Italia per recarsi negli Stati Uniti (partenza poi rimandata); ma questa decisione non gli impedì di mantenere comunque rapporti con la galleria.
La prima personale a L’attico del 1958 fu presentata da Enrico Crispolti. Il critico osserva come alla qualifica di pittura dai connotati «schiettamente intimistici e psicologici» del M., se ne debba necessariamente associare una di «diretta significazione e consistenza sensibile». Infatti la materia ora, a differenza di quella delle tele dipinte dal 1954 al 1956, è più spessa e finisce «per conformarsi come concrezione fisica» (1958, pp. n.n.). Gli spessori sono ottenuti attraverso strati di garze e sabbie. Tra i quadri del 1959 ve ne sono molti cupi e «polarizzati sulle fluorescenze di stagnanti ectoplasmi», come testimonia Naufragio (collezione Grazia Sargentini: Calvesi, 1959, pp. n.n.).
Nello stesso anno, al culmine del successo, lasciò l’Italia alla volta prima delle isole Hawaii, luogo di origine della moglie Kapiolani Kawananakoa, e poi di New York. Nei lavori del periodo newyorkese (1960-62) si fece strada un nuovo approccio alla materia: «ora campeggiano blocchi di colore sostanzialmente circoscritti, seppur brulicanti di segni fitti e insistiti che sembrano caricarli d’inesausta energia» (Mascelloni, in F. M.: opere 1952-1984, 1996, p. 16). Un esempio è ravvisabile in Senza titolo nella collezione Marignoli (non datato).
Nel 1963 rientrò in Italia, ma riprese la sua attività espositiva solo nel 1968.
La produzione privata invece non si arrestò e si espresse in un ciclo di grandi tele, mai presentate prima della mostra antologica del 1996, composte prevalentemente su due toni, il verde smeraldo e il blu, che si articolano e disperdono in segni molteplici (Senza titolo, 1965: collezione Marignoli).
Negli anni Settanta un’ulteriore serie segnò il percorso del M.: quella dei paesaggi verticali. Dopo aver esposto a Parigi nel 1975 alla galleria Jacques Massol, nel 1977 cominciò a collaborare con la galleria Denise René.
I paesaggi verticali sono caratterizzati da «strapiombi mozzafiato della percezione. Sono orizzonti talmente verticalizzati da forzare lo spazio pittorico nella griglia di formati inconsueti, spesso assai alti e molto stretti» (Mascelloni, ibid., p. 17). Si veda a titolo d’esempio Niveau del 1981 (Spoleto, Galleria civica d’arte moderna).
Nel 1978 riallacciò i rapporti con B. Sargentini e riprese a esporre a L’attico, mentre proseguiva la sua attività con la galleria Denise René.
Nel 1979 la mostra nella galleria L’attico - Esse arte raccolse 21 dipinti degli anni 1958-59 e 1974-79. Restany, nel suo testo di catalogo, a due anni dalla presentazione della personale alla Denise René, nota che ora i «tagli spaziali», gli «appiombi sfalsati», l’«onnipresente verticalità» sono ancora gli stessi; ma, a differenza di allora, «il terreno è divenuto zona, gli sfalsamenti spaziali obbediscono a un codice, le strutture lineari e i tagli degli appiombi verticali si organizzano in un sistema di segni, il riferimento alla collina verde diviene simbolo».
Dal 1984 le condizioni di salute non consentirono più al M. di lavorare. Morì a Seattle il 22 genn. 1995.
Retrospettive da ricordare, anche legate all’attività presso L’attico, sono: Spoleto anni ’50 (Roma, L’attico - Esse arte, 29 maggio - 3 luglio 1982); Il Gruppo di Spoleto, 1953-1960 (Acquasparta, palazzo Cesi, 25 giugno - 25 sett. 1983); L’attico, 1957-1987 (Spoleto, chiesa di S. Nicolò, 1° luglio - 30 ag. 1987). Al M. sono state dedicate alcune mostre antologiche, a Spoleto nel 1996, a Honolulu e Orvieto nel 2003 e a Milano e Perugia nel 2004.
Fonti e Bibl.: F. Arcangeli, in Mostra di De Gregorio, M., Orsini, Raspi, Toscano (catal., galleria La loggia), Bologna 1957, pp. n.n.; E. Crispolti, M. (catal., galleria L’attico), Roma 1958, pp. n.n..; M. Calvesi, Prospettive informali (catal., galleria L’attico), Roma 1959, pp. n.n.; P. Restany, F. M. (catal., galleria L’attico - Esse arte), Roma 1979, pp. n.n.; L. Tomagé, in La pittura in Italia. Novecento/2, Milano 1993, p. 768; F. M. Opere 1952-1984 (catal., Spoleto), a cura di L. Gentili, Perugia 1996; Paesaggi verticali (catal., Honolulu-Orvieto), a cura di D.K. Marignoli - E. Mascelloni - C. Metelli, Cinisello Balsamo 2003; F. M.: retrospettiva (catal., Milano), a cura di M. Corgnati, Cinisello Balsamo 2004; C. Sensi, F. M., in Terra di maestri. Artisti umbri del Novecento 1969-1980 (catal., Spello 2006), a cura di A.C. Ponti, Perugia 2006, p. 322.