Melantone, Filippo
(ted. Philipp Melanchthon, forma grecizzata di Schwartzerdt «nera terra»: gr; μέλαιυα χϑών) Umanista e teologo (Bretten, od. Land Baden-Württemberg, 1497 - Wittenberg, od. Land Sassonia-Anhalt, 1560). Figlio di Georg, originario di Heidelberg, dove era affidatario dell’armeria del principe, e di Barbara Reuter, figlia del borgomastro di Bretten, imparentata con la famiglia Reuchlin, dopo la morte del padre, avvenuta nel 1507, studiò latino e greco in Pforzheim, sotto la guida di Georg Simler e Johann Hiltebrant. Con l’appoggio di Johannes Reuchlin, conseguì a Heidelberg nel 1511 il titolo di baccalaureus artium in via antiqua, o scolastica, e a Tubinga nel 1514 il titolo di magister via moderna, orientata dal nominalismo, cui aderì. Conoscitore della lingua ebraica, di matematica, fisica, astronomia, musica, fu editore dell’opera di Terenzio (1516) e autore di una grammatica greca (1518) e di un discorso sulle scienze e sulla poesia (De artibus liberalibus, 1518). Aderì alle posizioni di Lutero dopo la Disputatio di Heidelberg dell’aprile 1518. Chiamato nel 1518 da Federico il Savio alla cattedra di greco presso l’univ. di Wittenberg, vi acquisì nel 1519, con la protezione di Lutero, il titolo di baccalaureus biblicus. Dal 1518 al 1560 svolse in questa univ. un’intensa attività di docente in letteratura greca e latina, filosofia, scienze naturali, esegesi biblica, storia, teologia, assumendo anche gli incarichi di decano della facoltà delle Arti (1536-37; 1546-48) e di rettore (1523-24; 1538). A fianco di Lutero nella Disputatio di Lipsia (1519), nella traduzione in tedesco del Nuovo Testamento (1521) e dell’Antico (1524), nella difesa delle tesi della Riforma (colloqui di Spira e Marburgo, 1529; dieta di Augusta, 1530), nel sostegno alla Lega di Smalcalda dei principi tedeschi contro l’imperatore Carlo V fautore del papato (1531-46), M. compose i Loci communes rerum theologicarum (1521, nuovamente ed. in forme modificate nel 1535, 1543, 1559; trad. it. I principii della teologia), i Torgauer Artikel (1530), la Confessio Augustana (1530). La Confessio (ampliata nel 1540), che rivendica il primato della fede sulle opere e la separazione della Chiesa dallo Stato e rifiuta il celibato dei sacerdoti, la vita monastica, l’uso solo del latino nella messa e l’efficacia dei mezzi materiali della grazia, costituì la base della comunità ecclesiale luterana. Dopo la morte di Lutero (1546), M. si adoperò a favore dell’unità del protestantismo, impegnandosi nelle controversie sull’introduzione di nuove cerimonie nella liturgia, sulla cristologia, sull’interpretazione della Cena. Dal matrimonio, avvenuto nel 1520, con Katharina Krapp (m. nel 1557) ebbe quattro figli. L’ed. degli opera omnia di M., in 28 voll. risale agli anni 1834-60; dal 1977 è in corso l’ed. critica dell’epistolario.