Mercuri, Filippo
Letterato (Fara Sabina 1799 - Napoli 1864); nel 1827 fondò in Roma, con G. Cannonieri e A. Bianchini, la Società Tipografica, che dopo due anni liquidò in passivo. Fu ridotto perciò a fare il correttore di bozze nella tipografia della Propaganda Fide; ma nel 1836 fu ammesso nell'Accademia dell'Arcadia con il nome di Reso Limentino, dieci anni dopo in quella dell'Immacolata Concezione e quindi, via via, in quasi tutte le altre numerose accademie romane.
Partecipò forse ai moti romani del 1848-49, perciò venne in sospetto della polizia e per un certo tempo fu sorvegliato. Fu precettore di Luigi Napoleone nel periodo della permanenza di questo a Roma. Divenuto imperatore, Napoleone III lo presentò al suo ministro della Pubblica Istruzione con preghiera di sistemarlo comunque (1860); il M. ottenne quindi la nomina di archivista del dipartimento delle Alpi Marittime. L'anno successivo si mise in congedo per raggiungere Roma e cercare in Italia una sistemazione che riteneva possibile dopo la liberazione del Mezzogiorno; ma, forse deluso e sfiduciato, ritornò dopo poco tempo a Nizza, ove (1861) fu raggiunto da un telegramma di L. Settembrini, ispettore generale degli Studi, che a nome dell'Imbriani, segretario generale degli Studi, lo proclamava " bibliotecario con 4000 lire l'anno ". Venne così a Napoli, ove condusse vita bizzarra e solitaria fino alla morte.
S'interessò nelle sue pubblicazioni di vari argomenti storici e archeologici, ma segnatamente indirizzò la sua attenzione a D., sul quale intendeva scrivere un volume contenente un discorso critico su tutti i manoscritti, le edizioni e i commentatori antichi e moderni, nonché un corso di lezioni sulla Commedia e una tavola sincrona di tutti gli avvenimenti principali relativi al poema dal 1200 al 1321. Ma di tale ampio programma ci restano solo 27 lezioni, pubblicate, in gran parte, le più ampie nel " Giornale Arcadico " e le più brevi nell'" Album " dal 1842 al 1859; nella biblioteca Angelica o Casanatense di Roma si conservano i manoscritti di tali pubblicazioni e un esemplare della Commedia, da lui interfogliato e minutamente postillato. Queste lezioni vertono, per lo più, su episodi o passi del poema controversi, discutendo interpretazioni di esegeti o commentatori antichi e moderni di Dante.
Di qualche interesse anche la Lezione XI in forma di lettera nella quale è trattato se D. veramente fosse morto nel 1321, diretta a Filippo Scolari (Napoli 1853).
Bibl. - E. Celani, D. e dantisti: F. M., in " Fanfulla della Domenica " 12 giugno 1904; B. Soldati, in " Bull. " XI (1906) 262.