Mercante e letterato (Firenze 1540 - Goa 1588). Soprintendente all'azienda commerciale dei Capponi, lasciò l'Italia (1578) per Siviglia, Madrid, Lisbona; di qui partì per l'India per assumervi la direzione del traffico del pepe per conto di un mercante portoghese; e dopo mille peripezie sbarcò a Coccino sulle coste del Malabar (1583). Lasciò scritti letterarî (Sposizione della Poetica d'Aristotele, pubbl. 1863; Discorso in difesa di Dante, pubbl. 1897; Discorso contro l'Ariosto, pubbl. 1913), una Vita di Francesco Ferrucci (pubbl. 1853), due Lezioni sulle imprese, di argomento araldico, un Ragionamento sopra il commercio tra i Fiorentini e i Levantini (pubbl. 1853), in cui sostenne il libero scambio; ma è più famoso per le sue lettere (dall'Italia, dalla Spagna, dal Portogallo, dall'India), ricche di acute osservazioni. Di particolare importanza e novità le notizie sulle lingue indiane, delle quali S. rilevò affinità con quelle europee. Tra le edizioni moderne si ricordano quella curata da E. Marcucci, comprendente 111 Lettere edite ed inedite (1855), e Lettere da vari paesi (1570-1588), a cura di V. Bramanti (1970).