FILLINE
. Appartengono ai prodotti di scissione della clorofilla, costituendo dei termini intermedî fra la sostanza madre e l'eziofillina, che è il nucleo fondamentale della clorofilla stessa. Per azione degli alcali a freddo sulla sostanza madre, si ottengono infatti le due clorofilline a e b insieme con le rispettive isoclorofilline (le une e le altre carbossilate); e da queste, per graduale eliminazione dei carbossili, si ottengono le filline, propriamente dette, le quali tutte, da ultimo, conducono all'eziofillina.
Si tratta dunque di sostanze mono- o bicarbossiliche, contenenti il nucleo fondamentale della clorofilla, col magnesio in legame multiplo, e trasformabili, per eliminazione del metallo, nella serie delle porfirine, le quali hanno la stessa costituzione, ma presentano due idrogeni al posto del magnesio.
Alle filline bicarbossiliche appartengono: la glaucofillina e la rodofillina, derivati dalla clorofillina a; la cianofillina e la eritrofillina, derivati dalla isoclorofillina a; la rubifillina derivata dalla isoclorofillina b.
Alle monocarbossiliche appartengono: la pirofillina derivata dalla clorofillina e isoclorofillina a; la fillofillina detivata dalla clorofillina e isoclorofillina b. La glaucofillina, C31H32N4Mg (COOH)2, cristallizza dall'etere in prismi azzurrognoli, con florescenza verdastra ed è discretamente solubile nei solventi organici. La rodofillina, C31H32N4Mg(COOH)2, isomera del precedente composto, cristallizza dall'etere in cristalli azzurro-acciaio, con florescenza rossastra ed è solubile negli ordinarî solventi organici; la pirofillina, C31H33N4Mg•COOH, monocarbossilica, cristallizza dall'etere ed è facilmente solubile negli altri solventi organici. La fillofillina, C31H33N4Mg•COOH, è isomera della pirrofillina alla quale è assai somigliante, benché meno stabile.
A questi prodotti, come è stato accennato, è comune la proprietà di eliminare, in condizioni opportune, l'atomo di magnesio e di fornire le corrispondenti porfirine: così per esempio dalla glaucofillina, per trattamento con acidi, si ottiene la glaucoporfirina, secondo lo schema seguente:
Bibl.: V. clorofilla.