filo-gender
agg. inv. Schierato su posizioni che considerano l’appartenenza a un genere sessuale come fattore di natura culturale.
• abbiamo dato conto dell’allarme scattato a causa delle importanti attività formative e culturali promosse dalla giunta Marino che risultano caratterizzate da un’impostazione filo-gender (ovvero l’articolata visione di quanti sostengono che l’identità sessuale delle persone non ha fondamenti di natura femminile-maschile, ma piuttosto e solo una base culturale e perciò mutevole). È questo che, anche a Roma, ha motivato e motiva un profondo dissenso di famiglie e associazioni familiari. (Marco Tarquinio, Avvenire, 27 marzo 2014, p. 2, Idee) • Infine, [Valeria Fedeli] conclude, «tra poche settimane faremo partire una campagna sul rispetto e qualità delle relazioni» che si basa sull’articolo 3 della Costituzione, che ben spiega «cosa significa il pluralismo e il rispetto di ogni singola persona del nostro paese: è una delle parti più avanzate della nostra cultura». Il riferimento è al caso sollevato a Bologna con la black list delle scuole accusate di essere filo-gender. (Ilaria Venturi, Repubblica, 17 settembre 2017, Bologna, p. II).
- Composto dal confisso filo- aggiunto al s. ingl. gender.