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FILODIFFUSIONE

di Gino CASTELNUOVO - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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FILODIFFUSIONE

Gino CASTELNUOVO

. Con questo nome o con quello più usato in passato di "telediffusione" (che tuttavia si presta facilmente ad equivoco data l'assonanza con il termine televisione) s'intende la trasmissione a più utenti di programmi di tipo radiofonico a mezzo di fili anziché per via radio. Questi fili possono essere riservati esclusivamente per la f. ovvero essere utilizzati anche per altri servizî.

Nel primo caso il programma viene inviato generalmente ad audiofrequenza, cosicché l'impianto ricevente risulta estremamente semplificato ed assai spesso ridotto ad un solo altoparlante a magnete permanente. Se il numero dei programmi trasmessi è superiore ad uno, le linee di collegamento sono costituite da una o due bicoppie in modo da poter fornire per mezzo dei circuiti reali e virtuali rispettivamente tre o sei programmi diversi. Recentemente è stata aggiunta in alcuni casi anche una coppia coassiale per la distribuzione di un programma televisivo captato da una postazione opportuna.

L'altro sistema, che ha assunto, almeno in molti paesi dell'Europa occidentale, uno sviluppo assai maggiore, utilizza, come supporto della f., i fili delle normali reti telefoniche. In un primo tempo la distribuzione veniva effettuata anche in tal caso direttamente ad audiofrequenza, ma ciò impediva l'uso contemporaneo del telefono e della filodiffusione. Da molti anni si ricorre in modo quasi generale a frequenze vettrici per l'invio dei programmi di f., in modo che le comunicazioni telefoniche possano svolgersi regolarmente senza interferire con i programmi filodiffusi. L'attenuazione della radiofrequenza vettrice dei programmi di f., introdotta dai cavi telefonici urbani, viene compensata nelle centrali telefoniche a mezzo di appositi amplificatori. Filtri speciali provvedono inoltre a scavalcare gli impianti di centrale destinati al normale servizio telefonico (selettori, ecc.). Presso l'utente, all'arrivo della linea telefonica, un altro filtro provvede a smistare l'audiofrequenza verso l'apparecchio telefonico e la radiofrequenza verso l'apparecchio ricevente per la filodiffusione.

Per evitare un'attenuazione troppo forte tra la centrale di produzione e gli utenti, le frequenze vettrici sono normalmente comprese nella gamma delle onde lunghe. Di conseguenza, apparecchi radioriceventi che comprendono questa gamma possono essere facilmente utilizzati per l'ascolto senza dover ricorrere ad apparecchiature aggiuntive. Nel caso invece che gli apparecchi radioriceventi non comprendano tale gamma, si ricorre ad appositi adattatori-rivelatori, costituiti essenzialmente dalla parte a radiofrequenza di un apparecchio a onde lunghe, la cui uscita viene connessa alla presa fonografica di un normale apparecchio radioricevente. Sono reperibili anche apparecchi per f. completi di amplificatore ad audiofrequenza e di altoparlante.

Lo sviluppo della f. in varî paesi europei è abbastanza notevole e la tabella seguente riporta i dati forniti al 31 dicembre 1959 dal Bollettino dell'Unione Europea di Radiodiffusione.

La simpatia che questo mezzo di distribuzione di programmi ha generalmente incontrato dipende soprattutto da tre fattori principali, e cioè dall'assoluta immunità da disturbi di propagazione o di carattere industriale, dall'elevata qualità della modulazione e dalla facilità di sintonia sui diversi programmi che non sono soggetti ad interferenze, e che generalmente sono più numerosi e variati di quelli ricevibili con buoni risultati per via radio. Questi fattori conservano tuttora la loro validità nonostante che l'avvento della modulazione di frequenza abbia certamente migliorato nel normale ascolto radiofonico la qualità della modulazione e i rapporti di protezione rispetto ai disturbi.

In Italia il servizio della f., affidato alla RAI, ha avuto inizio il 1° dicembre 1958 dopo che per oltre un anno erano stati effettuati esperimenti e ricerche varie. Esso è effettuato attualmente (maggio 1960) in 4 città, e cioè Milano, Napoli, Roma e Torino, ma si prevede prossima la sua estensione a numerose altre città. Le frequenze utilizzate in Italia, che differiscono di poco da quelle utilizzate in Svizzera, sono le seguenti: 178-211-244-277-310-343 kHz.

I programmi trasmessi sono i tre normali programmi radiofonici, e due programmi supplementari rispettivamente per la trasmissione di musica sinfonica e operistica uno, di musica leggera l'altro; questi ultimi due programmi sono registrati su nastri magnetici di lunga durata, che vengono trasferiti successivamente da una città all'altra.

Le reti di f. sono ora utilizzate anche per la trasmissione di programmi stereofonici compatibili. La trasmissione è effettuata inviando su uno dei primi 5 canali una modulazione normale e sul sesto canale una modulazione supplementare che, opportunamente combinata con la precedente, permette di ricostituire, separati, i segnali che danno la completa informazione stereofonica (v. anche suono, in questa App.).

Vedi anche
centrale telefonica Insieme di apparati destinati alla ricezione, alla commutazione e alla multiplazione di segnali telefonici. A seconda del tipo di rete telefonica servita, una centrale può essere uno Stadio di linea (SL), uno Stadio di gruppo urbano (SGU) oppure uno Stadio di gruppo di transito (SGT). Lo stadio di ... segnale Genericamente, indicazione di tipo ottico o acustico, per lo più stabilita d’intesa o convenzionale, con cui si dà una comunicazione, un avvertimento, un ordine a una o più persone. Concretamente, qualsiasi oggetto, strumento o dispositivo usato per fare segnalazioni; in particolare, l’informazione contenuta ... microtelefono Parte dell’apparecchio telefonico che contiene la capsula trasmittente (detta anche microfonica) e la capsula ricevente (detta anche telefonica). Le due capsule sono contenute in un sostegno, che si impugna con la mano, fatto in modo da mantenerle entrambe in posizione adatta rispetto all’orecchio e ... stereofonia La percezione dei caratteri spaziali dei suoni, e in particolare della loro direzione di provenienza, che nell’udito normale si ha in virtù dell’audizione biauricolare. Il termine è inoltre usato per indicare la parte dell’acustica fisiologica che si occupa di tale fenomeno. Effetto stereofonico Il potere ...
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  • ATTENUAZIONE
Vocabolario
filodiffuṡióne
filodiffusione filodiffuṡióne s. f. [comp. di filo1 e diffusione]. – Sistema di radiodiffusione ad alta fedeltà per mezzo di radioonde, lunghe o lunghissime, convogliate lungo le normali linee telefoniche: impianto di f., ricevitore per...
filodiffuṡóre
filodiffusore filodiffuṡóre s. m. [comp. di filo1 e diffusore]. – Radioricevitore per trasmissioni col sistema della filodiffusione.
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