FILOMENA, (Φιλομήλα, Philomēla)
È la figlia di Pandione re di Atene e personifica la rondine, il cui cinguettio, come il canto flebile dell'usignolo, parvero simboli del lamento e del lutto. Quindi si crea la seguente leggenda: Pandione aveva due figlie, Procne e Filomela. La prima sposò il re Tereo, e dal loro connubio nacque un figlio, Iti. Tereo s'innamora anche della cognata, la seduce, le mozza la lingua perché non riveli l'infamia subita e la tiene nascosta. Ma la disgraziata riesce a eludere la custodia, fa conoscere alla sorella l'empio atto del marito, e ambedue uccidono Iti e ne imbandiscono le carni a Tereo. Questi, accortosi della cruenta dape, persegue le assassine, ma la divinità trasforma Procne in usignolo, Filomela in rondine, Tereo in astore.
Pare che una poesia pseudoesiodea trattasse per disteso questa leggenda; Sofocle la pose sulla scena e i tratti principali del suo dramma Tereo differiscono di poco dalla tradizione generale su riferita. Dopo Sofocle, Filocle, figlio della sorella di Eschilo, componeva una tetralogia sul mito di Pandione e delle figlie, ma quale ne fosse il contenuto è incerto. Qualche variante maggiore v'è in Igino (Fab., 45), di cui però non possiamo riconoscere la fonte.
Un racconto dell'Ornithogonia (Anton. Lib., 11) che va sotto il falso nome della sacerdotessa delfica Boio, il quale porta la tradizione in un ambiente umile, fa protagonisti del fatto gente di bassi natali.
Bibl.: C. Robert, Die griechische Heldensage, I, Berlino 1920, p. 154 segg.; O. Höfer, in Roscher, Lexikon der griechischen und römischen Mythologie, III, ii, coll. 2344-48.