• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

FILONE di Alessandria

di Rodolfo MONDOLFO - Arnaldo MOMIGLIANO - - Enciclopedia Italiana (1932)
  • Condividi

FILONE (Φιλων; Philo) di Alessandria

Rodolfo MONDOLFO
Arnaldo MOMIGLIANO

Detto il Platone ebraico, nato intorno al 30 a. C. (di stirpe sacerdotale secondo S. Gerolamo), ambasciatore nel 40 d. C. a Caligola, per chiedere la cessazione delle persecuzioni contro gli Ebrei, fu il massimo rappresentante della filosofia giudaico-alessandrina, con cui già dal III e II sec. a. C. il misticismo ebraico - ascetico negli Esseni e Terapeuti, messianico nel popolo - aveva iniziato la forma speculativa del sincretismo o fusione conciliatrice degli elementi elaborati dal platonismo, aristotelismo e stoicismo con quelli religiosi della Bibbia (Bibbia dei Settanta, Pseudo-Aristea, Aristobulo, ecc.). Ma con un atteggiamento non nuovo nella storia (cfr. i sacerdoti egizî già in Erodoto), il giudaismo alessandrino, nell'atto che si assimila i prodotti della filosofia greca, non vuole riconoscere un debito, ma rivendicare un credito verso di essa, affermando che essa ha attinto l'ispirazione alle Scritture, a Mosè, a Salomone, ai profeti. Tale tesi, la cui dimostrazione già Aristobulo e poi F. nelle sue numerose opere affidano a un'interpretazione allegorica delle Scritture, sull'esempio di quella stoica dei miti, non è per gli ebrei - né per i cristiani, come Giustino - vanteria utilitaria quale era nei sacerdoti egiziani, ma conseguenza necessaria del convincimento che solo la rivelazione apra alla mente umana la visione della verità.

Il filosofo. - Nella filosofia di F., che è una teologia dominata dal principio della trascendenza di Dio, la mente umana per sé stessa è riconosciuta impotente a cogliere la verità: tutti gli argomenti dello scetticismo ritornano, associati a quelli del misticismo, a dimostrare la fallacia e relatività della conoscenza sensibile e l'insufficienza della ragione discorsiva; per cui dinanzi a una scienza, che è ricerca e disputa senza fine, si dovrebbe conchiudere con la sospensione del giudizio, se non intervenisse la luce della rivelazione, consegnata alle allegorie delle Scritture. Data la trascendenza di Dio, la rivelazione potrebbe darci solo l'esistenza e non l'essenza di lui: ma ecco che dalle limitazioni umane tralucono per antitesi le perfezioni e potenze divine. E queste, suggerite a F. da dottrine platoniche, aristoteliche e stoiche, tendono per il forte senso di personalità proprio del giudaismo a personificarsi: e così il Dio Padre con la sua Bontà e il suo Potere è unità che diventa trinità (Colui che è, Dio e il Signore); e l'attività creatrice di Dio diventa il Figlio - Verbo o Logos - che, riunendo i caratteri del Dio platonico, aristotelico e stoico, è idea delle idee e modello ideale del mondo; e le idee, che il Verbo ha in sé, diventano potenze ministre o angeli. Tutta una serie di personificazioni, mediatrici fra Dio e il mondo, s'introduce così, sia a spiegare l'origine dell'imperfezione e del male, sia a mantenere la trascendenza di Dio. Ma d'altra parte c'è in F. un'oscillazione fra trascendenza e immanenza, in quanto il Verbo è per lui l'attività stessa di Dio e la sua natura intrinseca; e l'inseparabilità da Dio, attribuita all'attività creatrice, si ripercuote sul mondo delle creature, ricondotto alla creazione diretta in ogni suo momento particolare e dichiarato nella sua totalità indistruttibile, appunto perché attaccato e sospeso alla continuità dell'azione divina.

E un altro distacco dalla trascendenza è nella dottrina dell'anima, "impronta e raggio" di Dio, da cui non si fa "distacco per divisione, ma solo emanazione per estensione". Per tale unità con Dio l'anima aspira ad esso; ma bisogna per ciò che si affranchi da tutto ciò che ne la distacca e tiene lontana: il corpo (che F. platonicamente dice tomba dell'anima, pur dicendo altre volte anche la materia creata da Dio), la sensazione, il pensiero discorsivo e soprattutto la propria individualità, la cui affermazione è orgoglio ed empietà, che va negata nell'umile dedizione a Dio. Ma per quanto talora F. parli dello sforzo e dell'ascesi, quali condizioni dell'ascensione a Dio, questa non è per lui conquista dell'uomo, bensi solo grazia di Dio; che sola può far entrare l'uomo nella realtà estratemporale e concedergli la visione suprema. Lo splendore di Dio arriva alla mente come apparizione che si offre e non come conquista dell'anima; la quale anzi si abbandona e si perde nel rapimento dell'estasi, come nell'incoscienza di un'ebbrezza colma di beatitudine. Così al processo di discesa della creazione da Dio non corrisponde un processo di ascesa della creatura verso lui, ma una seconda discesa nella rivelazione: Dio è il principio ma non è il temiine; il circolo non si salda in lui. Questo sarà il compito ulteriore del neoplatonismo.

Lo storico. - Già si è accennato all'ambasceria a cui F. partecipò nel 38 d. C. per ottenere da Caligola la revoca del culto imperiale imposto agli Ebrei come a tutti gli altri sudditi dell'Impero (v. caligola). L'episodio ha importanza soprattutto perché da questa difesa del monoteismo ebraico furono ispirati alcuni opuscoli di grande importanza storica. Subito dopo la morte di Caligola F. scrisse i suoi due libri Sull'ambasceria a Gaio (di cui il primo solo ci è rimasto) nei quali l'assassinio di Caligola è interpretato come la punizione della sua persecuzione contro gli Ebrei. Più tardi F., considerando l'analoga fine del prefetto antisemita d'Egitto Avillio Flacco e dei ginnasiarchi alessandrini di uguale tendenza, fu tratto a inserire quell'opuscolo in una più ampia costruzione storica, di cui ci resta anche un'altra parte, il Contro Flacco, nella quale la persecuzione contro gli Ebrei è ormai assunta a criterio della comprensione di molte vicende storiche, se non proprio della vicenda storica. È noto che tale concezione ha avuto larga eco nell'apoogetica cristiana e ha ispirato il De Mortibus persecutorum di Lattanzio.

Edizioni: Th. Mangey, Londra 1742 (con traduzione latina); C. E. Richter, Lipsia 1828-30 e 1851-53; L. Cohn e P. Wendel, ed. maior e ed. minor, Berlino 1896 segg.

Bibl.: E. Zeller, Philos. d. Griechen, 5ª ed., III, ii, Lipsia 1923, pp. 385-467; E. Schürer, Gesch. d. jüd. Volkes, IV, ed., Lipsia 1901-11; E. Herriot, Philon le Juif, Parigi 1907; J. Martin, Ph., Parigi 1908; E. Bréhier, Les idées philos. et religieuses de Ph. d'Alex., Parigi 1898; D. Neumark, Gesch. d. jüd. Philos., I, 391-473, Berlino 1910; M. Caraccio, F. d'Aless. e le sue opere, Padova 1911; B. Motzo, Un'opera perduta di F.; Le 'Υποϑετικά di F.; Per il testo del Quod omn. prob. liber, in Atti dell'Accademia delle scienze, Torino 1911-12; M. Adler, Studien zu Philon von Alexandria, Breslavia 1929; E. Stein, Die allegorische Exegese des Ph. aus A., Giessen 1929; A. Momigliano, Aspetti dell'antisem. alessandrino in due opere di Filone, in Rass. d'Israel, V (1930), p. 272 segg.

Vedi anche
Terapeuti (gr. Θεραπευταί, «servi di Dio») Secondo Filone, comunità religiosa giudaica collegata al movimento degli Esseni, con sede attorno al Lago Mareotide (presso Alessandria d’Egitto) ai tempi di Gesù Cristo. I suoi membri erano dediti alla vita contemplativa, al digiuno e alla castità, come preparazione ... misticismo Atteggiamento spirituale, e conseguente pratica di vita, che tende all'unione con l'assoluto mediante il superamento dei limiti dell'esperienza sensibile o l'annullamento della personalità individuale. In senso storico-religioso si chiama m. un tipo di comportamento religioso teso a un continuo contatto ... settanta religione Numero sacro in quanto multiplo di sette, donde le 70 nazioni della tavola etnografica della Genesi, i 70 anziani di Israele, i 70 anni (o settimane di anni) dell’apocalittica, i 70 (o 72) discepoli di Gesù. Versione dei S. La prima traduzione greca dell’Antico Testamento. Secondo la più antica ... logos Sostantivo greco (λόγος «parola, discorso, ragione»), variamente usato nel linguaggio filosofico e teologico. Per il più antico pensiero greco, incline a non distinguere l’aspetto verbale dall’aspetto razionale della verità, l. è la ragione che determina il mondo e la legge in cui essa si esprime (Eraclito). ...
Tag
  • SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO
  • ARISTOTELISMO
  • NEOPLATONISMO
  • TRASCENDENZA
  • ARISTOTELICO
Altri risultati per FILONE di Alessandria
  • Filone di Alessandria
    Dizionario di filosofia (2009)
    Filosofo (n. 20 a.C. ca m. 45 d.C. ca.). Autorevole rappresentante della comunità ebraica di Alessandria, nel 40 d.C. fu mandato a Roma come ambasciatore presso l’imperatore Caligola per chiedergli la cessazione delle persecuzioni contro gli Ebrei. Morto Caligola, F. scrisse i suoi due libri Sull’ambasceria ...
  • Filóne di Alessandria
    Enciclopedia on line
    Filosofo (n. Alessandria circa 30 a. C. - m. circa 45 d. C.), autorevole rappresentante della comunità ebraica di Alessandria. Il suo pensiero si sviluppò come interpretazione allegorica della Tōrāh attraverso l'utilizzo della cultura ellenistico-alessandrina. Tra Dio e il mondo F. colloca il logos, ...
Vocabolario
filóne¹
filone1 filóne1 s. m. [der. di filo1, inteso come «strato sottile, vena»]. – 1. In geologia, tipo di giacitura di roccia eruttiva, risultante da iniezioni di magmi in spaccature della crosta terrestre, e delimitata da superfici per lo più...
filóne²
filone2 filóne2 s. m. (f. -a) [voce settentr. di gergo, der. di filare3; cfr. il fr. gergale filou]. – Furbacchione; persona che sa fare e manovrare abilmente secondo i proprî interessi; spesso detto in tono scherz.: sei un gran filone!...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali