FILOSSENO (Φιλόξενος, Philoxĕnus) di Alessandria
Grammatico che fiorì nella seconda metà del sec. I a. C., in Roma, dove svolse la sua attività con notevole influsso sui contemporanei (Varrone) specialmente nelle questioni più vive che allora si agitavano fra anomalisti e analogisti.
Egli riteneva che l'anomalia fosse preponderante nella formazione originaria delle parole, l'analogia nella derivazione: di qui l'importanza degli studî etimologici, che egli seguiva, forse con tendenza alle teorie stoiche delle primitive radici monosillabiche, della distinzione fra radice e suffissi, ecc. Pare che nelle sue ricerche abbia tentato di dar loro una base sistematica. Trattò di tutte o quasi le questioni grammaticali, dalla morfologia all'etimologia, dalla lessicografia alla metrica, dalla dialettologia alla critica. I frammenti di F. in G. Funaioli, Grami. rom. fragm., I, Lipsia 1907, pp. 443-446.
Bibl.: H. v. Kleist, De Philox. gramm. alex. studiis etym., Greifswald 1865; N. Schmidt, De Philox. Al., in Philologus, VI (1849), p. 627 segg.; VI (1851), p. 660 segg.; R. Reitzenstein, Gesch. d. gr. Etym., Lipsia 1897, p. 180 segg.; id., M. Ter. Varro und Ioh. Mauropus v. Euch., Lipsia 1901, p. 87; F. Müller, De veter. imprimis Roman. studiis etym., I, Utrecht 1910, p. 731 segg.; G. Schultz, Die Metrik des Philox., in Anomia, Berlino 1890, p. 47 segg.