FILOSSENO di Citera
Poeta lirico greco, vissuto dal 435 al 380 a. C. Fatto prigioniero nella conquista dell'isola (424 a. C.), fu condotto in Atene e quindi venduto schiavo a un certo Agesilo che lo fece educare e gli diede il nomignolo di "Formica", col quale poi lo schernirono i comici attici contrarî alle sue innovazioni artistiche. Fu schiavo poi di Melanippide. Più tardi passò a Siracusa e visse alla corte di Dionisio il Vecchio, che per la sua libertà di linguaggio lo fece chiudere nelle latomie; fuggito di là si recò in Creta, e poi a Efeso, dove si crede sia morto.
Dei 25 ditirambi composti da F. il più celebre è quello intitolato Il Ciclope, di cui rimane qualche frammento. La tradizione vuol vedervi un'atroce vendetta contro il persecutore, quasi che nella figura del Ciclope fosse raffigurata quella di Dionisio. Probabilmente F. tramutava comicamente la tragica figura del Ciclope omerico nel vagheggino dei suoi tempi, offrendo così il modello ad altri artisti (Teocrito, Callimaco, ecc.). Sono giunti sino a noi anche larghi frammenti di un altro componimento, La Cena, ma anche nell'antichità si dubitava se esso non fosse di Filosseno di Leucade. F. acquistò grande rinomanza per le innovazioni da lui introdotte sia nella poesia con l'audacia degli argomenti, sia nella musica con la libertà nell'uso dei toni (il tono dorico anziché il frigio nel ditirambo e nei mutamenti di ritmo). I frammenti in Th. Bergk, Poetae Lyrici Graeci, III, 601 segg.; Brandt, Corp. poës. epic. gr. ludibundae, I, 124 segg.; trad. in G. Fraccaroli, I lirici gr., II, Torino 1913, p. 487 segg.
Bibl.: N. Schmidt, Diatribe in Dithyrambum, Berlino 1845; E. Rohde, Der griechische Roman, 2ª ed., p. 538 seg.; Holland, De Polyph. et Gal., in Leipz. Stud., VII, p. 188 segg.; N. Terzaghi, Sul Ciclope di Fil., in Riv. indo-greco-italica, I (1917), p. 25 segg.; G. Ammendola, A proposito del Cicl. di Fil., ibidem, I, 2, p. 20; C. Cessi, Sul Ciclope di Fil., in Racc. di scritti in onore di Fr. Flamini, Pisa 1918, p. 637 segg.; A. Meineke, Epimetrum de Philoxeni Cytherii convivio, in Fragm. Comic. Graec., III, Berlino 1840, pp. 635-646.