fine tuning
Dosaggio raffinato delle misure di politica fiscale (spesa pubblica e tassazione) allo scopo di raggiungere specifici obiettivi. La possibilità del f. t. («regolazione fine») – sottolineata in particolare nella prima metà degli anni 1960 – è legata all’efficacia e alla tempestività degli effetti della politica fiscale discrezionale (➔ politica fiscale) nel contrastare le fluttuazioni cicliche (➔ fluttuazione economica), al suo uso selettivo riguardo a differenti esigenze territoriali, a diverse finalità distributive o al desiderio di influenzare maggiormente i consumi o gli investimenti. I limiti alle possibilità del f. t. sono di 3 tipi. Il primo ha a che fare con le difficoltà, in un contesto di incertezza, di costruire modelli dettagliati del funzionamento del sistema economico necessari a un dosaggio raffinato degli interventi, e di avere sufficienti e tempestive informazioni statistiche sui singoli fenomeni. Il secondo dipende dal fatto che sono gli stessi interventi di politica fiscale a modificare gli incentivi (➔ incentivo) e quindi i comportamenti degli individui che, viceversa, sono assunti come costanti nella calibrazione ex ante dei modelli sulla base dei quali le misure vengono decise. Il terzo limite è che uno dei presupposti del f. t. – la flessibilità del bilancio pubblico – viene meno quando una larga parte della spesa è volta a finanziare ‘diritti a prestazioni’ (entitlements), come quelle pensionistiche, sanitarie o dell’istruzione, o quando il debito pubblico (in rapporto al PIL) è elevato e notevole è la spesa per interessi e rigida la pressione fiscale.