finire
Nel senso di " terminare ", " condurre a termine ", il verbo compare transitivamente in Vn XIX 4 3 i' vo' con voi de la mia donna dire / non perch'io creda sua laude finire, e in Pd XXXIII 48 l 'ardor del desiderio in me finii, ove nondimeno il significato ci porta a un " consumare " con accento mistico. In Pd XIX 132 Anchise finì la lunga etade, il verbo, inserito in una perifrasi attenuativa, è connesso all'idea di morte ( ‛ f. la lunga etade ' è " morire vecchio ").
D. poi, tramite l'ellissi del complemento oggetto usuale (" la vita "), impiega in uso assoluto il verbo, facendone un sinonimo di " morire ", come in Rime LXVIII 50 finirò con men dolore, e Pg V 101 nel nome di Maria fini', e quivi / caddi, secondo uno stilema diffusissimo (si ricordi Dec. Introd. 37 " assai n'erano che nella strada publica o di dì o di notte finivano, e molti, ancora che nelle case finissero... facevano a' vicini sentire sé esser morti ") di cui è traccia, in forma participiale, nell'appello virgiliano ai ben finiti... spiriti eletti di Pg III 73. Tuttavia alcuni, non senza buone ragioni, interpungono diversamente, facendo parola (v. 100) oggetto di fini'.
Uso intransitivo in Cv IV XIII 5 nel desiderare de la scienza successivamente finiscono li desiderii e vieni a perfezione, nel significato di " essere esaudito ", come già al § 1 lo desiderio de la scienza non è sempre uno, ma è molti, e finito l'uno, vien l'altro, mentre sfumature diverse presenta il participio passato di Rime XCI 10 quella vertù che natura mi diede / nol sosterria [Amore], però ch'ella è finita, in cui finita è sinonimo di " esaurita ", come in Pg XXIII 79 fu la possa in te finita / di peccar.
All'interno della forma participiale sono anché da ricondurre alcune formule di passaggio tra episodi contigui, strutturate al modo del classico ablativo assoluto: come in If III 130 Finito questo, la buia campagna / tremò; Pg XXV 130 Finitolo [l'inno], anco gridavano; Pd XXIV 112 Finito questo, l'alta corte santa / risonò. Esulano da questo quadro un luogo di Vn XIX 10 42 non pò mal finir chi l'ha [alla donna] parlato, in cui la locuzione ‛ mal f. ' avrà significato morale (" esser dannato "), trattandosi di Madonna che è disiata in sommo cielo (v. 29), e due passi del Convivio (IV IX 2 questo [officio] da Dio a certo termine è finito... ché l'officio e l'arte de la natura finito in tutte sue operazioni vedemo, e 3 la giurisdizione de la natura universale è a certo termine finita), in cui il verbo pare accedere a un significato tecnico-filosofico affine a " determinare ".