Finlandia
(XV, p. 400; App. I, p. 598; II, i, p. 944; III, i, p. 616; IV, i, p. 809; V, ii, p. 240)
di Elio Manzi
La popolazione (5.154.000 ab. secondo una stima del 1998) cresce moderatamente (4‰ annuo fra il 1990 e il 1997) e la società finnica non presenta ancora aspetti di invecchiamento accelerato, come invece accade per altri paesi dell'Unione Europea.L'adesione all'UE (avvenuta nel corso del 1995) ha introdotto alcuni vincoli nella spesa pubblica; ne è risultato penalizzato lo stato sociale e, in particolare, l'assistenza sanitaria, tradizionalmente di buon livello, ha subito alcune recenti restrizioni.
La rete urbana finlandese si accentra in meno di un terzo del territorio, in corrispondenza della regione meridionale affacciata sul Golfo di F., cioè tra i laghi e il mare. Helsinki e la sua conurbazione, che comprende anche Espoo e Vantaa, contano in totale poco meno di 900.000 ab.; il centro di Helsinki perde popolazione a favore delle due città conurbate periferiche e di altri centri minori situati a breve distanza lungo la costa, che mostrano una moderata crescita dovuta soprattutto all'immigrazione; questa interessa anche gli altri due maggiori centri urbani, Turku (168.900 ab., nel 1998) e Tampere (191.300 ab.) e, in genere, l'intera regione del Sud-Ovest. L'unica città settentrionale che supera i 100.000 ab. è Oulu, anch'essa situata vicino al mare, sul Golfo di Botnia.
In effetti, la popolazione considerata urbana è meno numerosa (64%) che in altri paesi nordici, perché si preferisce risiedere nelle aree boschive o sulle sponde dei tanti laghi, a contatto con la natura e le attività agricole e forestali, inclusa l'industria del legno, purché in regioni non troppo distanti dai principali gangli urbani, concentrati nella zona sud-occidentale del paese. Le condizioni climatiche invernali sono più rigide che negli altri paesi del Nord, e le comunicazioni, pur relativamente efficienti, risultano molto dispendiose e complicate, per cui la concentrazione in un'area ristretta, più favorita, agevola i contatti. La Lapponia, all'estremo Nord, appare demograficamente stazionaria, e l'allevamento tradizionale delle renne, dopo la crisi degli anni trascorsi, va riprendendosi, sia pure con più marcati caratteri semisedentari e l'applicazione di mezzi tecnologici, come motoslitte e radiotelefoni.
Condizioni economiche
Il disfacimento dell'URSS, con la conseguente decadenza dei trattati stipulati dopo la Seconda guerra mondiale - che obbligavano la F. a un commercio preferenziale con il potente vicino, alla neutralità e al divieto di aderire a organismi politico-economici comunitari - è stato un evento fondamentale, come la successiva adesione all'UE (1995), per cui la Germania è divenuta il primo partner negli scambi internazionali, seguita dalla Svezia e da altri paesi dell'Unione. D'altro canto la F. ha fatto parte sin dalle origini del Consiglio nordico, quindi senza rinunciare agli stretti rapporti economici, commerciali e sociali con gli altri paesi dell'Europa settentrionale e con la Svezia in particolare: lo svedese, parlato da circa il 6% della popolazione, è ritenuto un valido mezzo comunicativo, perché il finnico è difficilmente inteso fuori dei confini, mentre lo svedese è compreso, in vario grado, in tutti gli altri paesi nordici.
L'industrializzazione, sviluppatasi nell'ultimo ventennio anche al di fuori dei tradizionali settori del legno (mobili, fiammiferi), della carta e dell'industria tessile, ha creato condizioni di pericolo ambientale per l'estesa regione lacustre centro-meridionale, nonostante le norme piuttosto severe in vigore. Anche il settore secondario ha risentito del crollo dell'URSS e della decadenza dei trattati di cooperazione, che hanno obbligato l'economia finlandese a riconvertirsi per produrre beni adatti ad altri mercati, fra l'altro attraverso un ridimensionamento della siderurgia e in genere dell'industria pesante.
Le foreste finlandesi subiscono gli effetti delle piogge acide per una percentuale tra l'11 e il 25%, soprattutto con parziale defoliazione e più raramente con la morte delle piante; d'altronde, gran parte delle foreste è ripiantata secondo accurati calendari di taglio periodico che, se da un canto garantiscono il mantenimento delle superfici, dall'altro non possono generare piante e organismi forestali complessi come quelli antichi, più resistenti agli agenti inquinanti. Il problema delle piogge acide si pone anche per la Svezia e per altri paesi dell'Europa orientale e settentrionale, come Polonia (con la Repubblica Ceca e la Slovacchia, tra i maggiori responsabili del fenomeno, per l'azione delle centrali a carbone e del riscaldamento urbano), Russia, Norvegia, e può trovare soluzione soltanto con efficaci accordi internazionali; la F., con Danimarca, Svezia e Norvegia, ha imposto una tassa per l'uso del carbone e le emissioni di ossido di carbonio (carbon tax).
Il patrimonio forestale della F. è tuttora imponente (68,7% della superficie e 40 milioni di m³ di legname annui ricavati) e alimenta la principale corrente di esportazione del paese, che introduce in mercati nuovi le produzioni della lavorazione comune e artistica del legno, oltre a prodotti tessili originali. La conservazione del paesaggio lacustre e forestale e di quello delle splendide isole Åland è fondamentale per il turismo (oltre 3,2 milioni di presenze nel 1996). La F. possiede 80 aree naturali protette, estese sull'8,1% del territorio.
bibliografia
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E. Manzi, L'Europa del Nord, in E. Manzi, A. Melelli, P. Persi, L'Europa occidentale, 2 voll., Torino 1990, 2° vol., pp. 244-66.
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The World Resource Institute, United Nations Environment Programme, United Nations Development Programme, The World Bank, World resources 1996-97. A guide to the global environment. The urban environment, New York-Oxford 1996.
OCDE, Études économiques.Finlande, Paris 1997.
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J.Kauppinen, E.Eikkila, J. Rusanen et al., GIS in the study of migration in Finland at different regional levels, in Nordia geographical publications, 1998, 1, pp. 1-13.
Storia
di Claudio Novelli
Dalla fine della Seconda guerra mondiale, al governo del paese si sono alternate coalizioni di centro-destra e di centro-sinistra, spesso di breve durata per la presenza di un gran numero di partiti e per le loro divisioni interne, ma comunque operanti all'interno di un quadro istituzionale sostanzialmente stabile. Le linee generali di politica economica e sociale non subirono mutamenti di fondo né quando i conservatori salirono al potere per la prima volta nel dopoguerra (nel 1987, in una coalizione con i socialdemocratici), né all'indomani delle elezioni politiche del marzo 1991, che posero fine a venticinque anni di ininterrotta presenza della sinistra al governo.
Il governo di centro-destra in carica dall'aprile 1991, guidato dal centrista E. Aho e imperniato sull'alleanza tra il Partito di centro (Kesk) e i conservatori del Partito della coalizione nazionale (KOK), affrontò la recessione economica in atto nel paese predisponendo una serie di pesanti tagli alla spesa pubblica. Questa politica fu alla base di un progressivo calo di popolarità dell'esecutivo, evidenziato prima dal risultato delle elezioni amministrative del settembre 1991 (quando i partiti di governo persero, nel complesso, circa il 6% dei voti rispetto alle consultazioni locali del 1989) e poi dalla vittoria del socialdemocratico M. Athisaari nelle elezioni presidenziali del febbraio 1994. Le consultazioni politiche del marzo 1995 segnarono quindi la sconfitta di Aho e dei centristi, che ottennero 44 seggi contro 63 del Partito socialdemocratico (SSDP), 39 del KOK e 22 dell'Alleanza di sinistra (sorta nell'aprile 1990 dalla fusione dei comunisti con altre forze di ispirazione socialista e radicale). Furono queste tre formazioni a dar vita, in aprile, a un nuovo esecutivo, presieduto dal socialdemocratico P. Lipponen e comprendente anche il Partito popolare svedese (SFP) e i Verdi.
Sul piano della politica estera, intanto, il governo di Helsinki aveva sostituito al tradizionale legame con l'Unione Sovietica, principale partner commerciale del paese, quello con la Russia, stipulando, nel gennaio 1992, un trattato di amicizia di durata decennale (nello stesso anno erano state stabilite relazioni diplomatiche con Estonia e Lettonia). Era rimasta costante, al tempo stesso, la scelta di neutralità che aveva contraddistinto la F. fin dal dopoguerra, così come non era venuto meno, in questi anni, il suo ruolo attivo nelle iniziative per il disarmo e la distensione internazionale. Il processo di integrazione europea, infine, ebbe come esito la decisione del Parlamento (novembre 1994) di entrare a far parte dell'Unione Europea a cominciare dal 1° gennaio 1995. La decisione fu presa, non senza contrasti tra le diverse forze politiche e tra i diversi settori economici, dopo lo svolgimento nell'ottobre 1994 di un referendum popolare in cui il 56,6% dei votanti si era espresso a favore dell'adesione.
Nelle elezioni generali del marzo 1999 i socialdemocratici subirono un netto calo di consensi, ottenendo soltanto 51 seggi, mentre i centristi con 48 seggi e soprattutto i conservatori con 46 risultarono i vincitori del confronto. Le altre forze politiche mantennero con minime oscillazioni i risultati ottenuti nelle precedenti consultazioni: i Verdi guadagnarono due seggi, il Partito popolare svedese confermò le proprie posizioni e l'Alleanza di sinistra passò da 22 a 20 deputati. Nell'aprile, nonostante le tensioni emerse in campagna elettorale, fu confermata la precedente coalizione, composta da socialdemocratici, conservatori, Alleanza di sinistra, Verdi e Partito popolare svedese, presieduta ancora dal socialdemocratico Lipponen.
bibliografia
The Finnish voter, ed. S. Borg, R. Sankiaho, Tampere 1995; T.Tülikainen, Europe and Finland: defining the political identity of Finland in Western Europe, Aldershot 1998.