finning
s. m. inv. Taglio delle pinne, spinnamento; con particolare riferimento alle pinne di pescecane.
• A radunare quella che è stata definita «una delle più strane lobby mai passate da Capitol Hill» è stata Debbie Salamone del Pew environment group (Peg). La sua anima ambientalista era stata messa a dura prova cinque anni fa, quando uno squalo l’aveva afferrata per un calcagno mentre nuotava a Cape Canaveral, tant’è che per un po’, «se qualcuno avesse proposto di lastricare metà oceano per costruire un parcheggio», Debbie non avrebbe obiettato. Poi ha lasciato il suo impiego per lavorare per il Peg. Oggi si batte contro il finning, pratica illegale che consiste nel tagliare via le pinne ‒ ingrediente base di prelibate zuppe orientali ‒ a uno squalo ancora vivo per gettarne a mare il corpo mutilato. (Rosalba Castelletti, Repubblica, 16 luglio 2009, p. 19) • la Cina è il primo consumatore al mondo di pinne di squalo. Questo comporta una pratica barbara (in uso da anni) detta «finning», che consiste nel tagliar loro le pinne e ributtarli in mare agonizzanti. In questo modo vengono uccisi oltre cento milioni di squali l’anno ed essendo la loro riproduzione è piuttosto scarsa, si intuisce il pericolo di estinzione di questi animali, apparsi 400 milioni di anni fa, che ormai da predatori sono diventati prede dell’uomo. (Francesca Villaggio, Secolo XIX, 21 agosto 2014, p. 21, Monaco) • Il metodo con cui si ottengono queste pinne prende il nome di «finning» che, letteralmente, significa «spinnamento»; dopo aver tagliato le pinne pettorali, dorsali e caudali, gli animali vengono ributtati in mare dove la morte farà seguito ad una lunga agonia. (Paolo Galli, Corriere della sera, 17 marzo 2015, Cronaca di Milano, p. 11).
- Dall’ingl. finning.
- Già attestato nell’Unità del 24 luglio 1994, Scienze&Ambiente, p. 4.