fino (fin che; infino; insino)
1. Di queste voci, che indicano il limite spaziale o temporale di un processo o di un oggetto, due sono i tipi formali, con o senza ‛ in ' iniziale. Il primo tipo è attestato soltanto nelle Rime e nella Commedia.
1.1. Nelle Rime v'è una; sola attestazione di ‛ fin ' con funzione di preposizione: LXVIII 13 'l viver mio... / fin a la morte mia sospira e dice (non è improbabile il richiamo al v. 2 Lo doloroso amor che mi conduce / a fin di morte). Due volte è attestata la congiunzione ‛ fin che ': Rime dubbie VIII 13 convegno amar fin che la vita spira, e XXIX 14 e questo basta fin che 'l piacer dura.
1.2. Nella Commedia, alle singole attestazioni di ‛ fin ' in sintagmi preposizionali (If XXVI 104 fin nel Morrocco) e avverbiali (Pd XXXII 36 fin qua giù di giro in giro), se ne affiancano 20 della congiunzione ‛ fin che ' (di cui 16 in sede iniziale di verso: in If I 110, V 111, XIX 111, XXVI 68, Pg IV 39, XII 3, XVIII 33, XX 141, XXIV 72, XXVI 126, Pd X 81, XVIII 16, XXIV 47, XXVI 75) e 2 di ‛ fin ch ' ', egualmente in sede iniziale (If IX 78 fan ch'a la terra, Pd VII 30 fin ch'al Verbo di Dio).
In questa posizione ‛ fin che ' è usata da poeti della scuola siciliana (cfr. Cielo d'Alcamo Rosa fresca 33, Tommaso di Sasso D'amoroso paese 32; anche Mazzeo di Ricco Donna de lo meo 'namoramento 31 " E fin c'Amore, usando dirit〈t>ura, / di voi, donna avenente, mi'namura ") e toscani (cfr. Dante da Maiano Null'omo pó saver 4). Delle 6 attestazioni del sintagma ‛ fino a ', 5 sono ancora in sede iniziale (If XX 36 e 78, Pg XVIII 137 fino a la fine, XIX 112, Pd XI 66).
2. Il secondo tipo, più frequente, è usato nelle funzioni di preposizione, avverbio e congiunzione, come nelle tre attestazioni della Vita Nuova, di cui 2 nella forma ‛ infino ' (XVIII 15 dal principio infino a la fine; XLII 1 non dire più di questa benedetta infino a tanto che io potesse più degnamente trattare di lei; cfr. 2.1.), una in quella ' 'nfin ' (XIX 7 18 un'anima che 'nfin qua su risplende; cfr. 2.2.).
2.1. Nelle Rime f. fa parte di un sintagma preposizionale, in XCI 80 quel tempo... / che dura da ch'io perdo la sua vista / in fino al tempo ch'ella si racquista; L 34 tutti incarchi sostenere a dosso / de' l'uomo infin al peso ch'è mortale; C 31 per non sonarle [le voci] infino al tempo verde; e di un sintagma congiunzionale, in LXXXIII 98 infino a tanto che s'asconde (oltre a Vn XLII 1, cfr., per ‛ fintanto che ', Monte Andrea Poi che 'l ferro 15 " giamai non parto voi sempre seguire, / fintanto che sarete sì pietosa ").
2.2. Nella Commedia le attestazioni di ‛ infin ' con funzione di preposizione seguita immediatamente da un sostantivo sono cinque (If XXVI 103 infin la Spagna, Pg XXXI 94 infin la gola, XXXII 156 infin le piante, ecc.). Da questi usi senza ‛ a ' tra infin e il sostantivo - che indica per lo più una parte del corpo, come nell'unica attestazione di ‛ insin ', in If XVII 13 insin l'ascelle -, si distacca in certo modo Pd XXV 84 infin la palma e a l'uscir del campo, con infin in sede iniziale. Una volta ‛ infin ' interviene in un nesso preposizionale (If XXVII 65 infin sotto le ciglia), 3 volte in nessi avverbiali deittici (Pg IV 46 infin quivi, Pd XXXIII 23 infin qui, XXII 70 Infin là sù - per cui cfr. 2. -, in sede iniziale), 4 in nessi avverbiali relativi (Pg XIV 34 infin là 've, ambedue in sede iniziale; If XXVIII 24 infin dove, Pg XIX 69; If XXV 21 infin ove). Mentre una sola volta, in If XII 131, si legge infin ch', altre cinque volte occorre la congiunzione ‛ infin che ': If I 101, Pd IX 99 e, in sede iniziale If XXVI 142, XXXIII 54 e Pd XXIX 5 (per una posizione eguale in poeti della scuola siciliana, cfr. Iacopo da Lentini Amor non vole 40 " 'nfin che ", Ruggerone da Palermo Ben mi degio 42 " 'nfin che ", Anonimo Si m'à conquiso Amore 73 " infin ch' ". Per un esempio da autore toscano, cfr. Chiaro Quando lo mar 9 " infin che "). Con puro valore avverbiale, in If XIV 118 [le] lagrime... / fanno Acheronte, Stige e Flegetonta / ... infin, là dove più non si dismonta, / fanno Cocito.
‛ Infino ', con funzione di preposizione o come elemento di nessi avverbiali deittici (seguito da ‛ a ', tranne che in If XXVII 134 infino in su l'altr'arco), ritorna 33 volte, di cui 30 nella costruzione ‛ infino a ' + sostantivo (in sede iniziale in If III 81, XVIII 18, XIX 24, Pd XXXII 17). Si ricordino particolarmente Pd III 96 la tela / onde non trasse infino a co la spuola, " di cui non tirò la spola sino al capo della riga dell'ordito "; VI 38 [il segno dell'aquila] fece in Alba sua dimora / per trecento anni e oltre, infino al fine / che i tre a' tre pugnar per lui ancora (cfr. 1.2. e 2.). Quattro volte ricorre infino a qui (Pg XXIII 78, Pd XXX 16; in Pd I 16, XXIV 120 in sede iniziale) e una volta infino a quici, Pd VIII 121. In If XVI 63 si legge l'unica attestazione della forma aferetica, ma 'nfino al centro. Tra le varianti di infino le tradizioni recano, oltre a fin e fino, le meno frequenti enfin, enfine, enfino, sin, insino.
3. Nel Fiore si trovano soltanto i tipi ‛ infin che ' (4 volte, tutte in sede iniziale: CXIV 12, CXVI 11, CXVIII 10, CLXXIV 2), ‛ insin che ' (13 volte, di cui 12 in sede iniziale: in III 14, XXXIV 11, L 14, LI 6, LVI 8 e 14, CVIII 13, CXIV 8, CLX 8, CLXVII 10, CLXXII 8, CLXXIX 11) e ‛ insin ched ', una volta, ovviamente di fronte a vocale: V 7 insin ched i' avrò spirito o lena. Cfr. anche CCX 10 insino a ' denti. Dalle attestazioni precedentemente osservate non si può dedurre che D. avesse una particolare predilezione - evidente, invece, nel Fiore - né per (in)fin' né per ‛ infin che ', limitata a 6 occorrenze nella Commedia, né per ‛ insin ' che, tranne nell'unicum di If XVII 13, affiora soltanto qua e là nelle varianti della tradizione.