finora
Rappresentato dagli editori in grafia unita, l'avverbio, apocopato (finor) davanti a dentale, è presente una sola volta nelle opere di D.: If XXVII 101 finor t'assolvo, e tu m'insegna fare / sì come Penestrino in terra getti.
Dai commentatori è generalmente inteso come " fin d'ora ", " già a partire da questo momento ", cioè con riferimento a un punto, presente, del tempo con proiezione nel futuro (cfr. Giamboni Libro VI 14 " Ma se in pace no le porterete per mio amore... infin a ora vi dico ch'e' vi converrà al postutto patire ", formalmente diverso, soprattutto per ‛ a ', ma di ugual senso). Ma cfr. il Lana: " fino ad ora io t ' assolvo "; Buti: " cioè infino ad ora " (permanendo anche il dubbio dell'uso linguistico, cioè del senso attribuito); e, tra i commentatori moderni, il Mattalia: " Fin da ora, preventivamente? Oppure: fino ad ora? per un astuto calcolo verbale della premessa, sapendo il papa che la sua assoluzione, ‛ dopo ', con quelle promesse, non sarebbe stata valida? ".
Sul piano linguistico-storico le due possibilità sono aperte e D. in realtà potrebbe averle considerate.