Carpi, Fiorenzo
Compositore, nato a Milano il 19 ottobre 1918 e morto a Roma il 21 maggio 1997. Fu musicista eclettico, tenacemente alla ricerca del 'nuovo' ma sempre fedele a un'estetica di musica orecchiabile, spesso attratto da suggestioni jazzistiche, refrattario comunque a ogni etichetta: caratteristica, quest'ultima, che lo portò a sperimentare nuovi terreni espressivi come le 'musiche di commento' (prima teatrali, poi cinematografiche) e a legarsi ad autori particolari che gli consentissero di sviluppare un personale discorso musicale. Nacquero così i lunghi sodalizi con G. Strehler in teatro e Luigi Comencini nel cinema.
Conseguito il diploma in composizione al conservatorio di Milano, C. si avvicinò a un gruppo di musicisti di area lombarda che trovavano terreno congeniale nel repertorio dialettale, perseguendo un vero e proprio rilancio della canzone milanese (famosa la sua Ma mi...). Non tralasciò comunque il genere cameristico e sinfonico e per due volte tentò l'avvicinamento al teatro d'opera, ispirandosi a F. Kafka per La metamorfosi, del 1957, e La porta divisoria, del 1961, con libretto scritto da Strehler. Sin dall'anno della fondazione (1947) divenne una presenza stabile al Piccolo Teatro di Milano, componendo le musiche di un centinaio di spettacoli di Strehler, tra i quali la fortunatissima messa in scena di Arlecchino servitore di due padroni; e numerosi furono i suoi apporti a spettacoli del Teatro dei Gobbi, di Dario Fo, di Eduardo De Filippo. Esordì nella musica da film con Zazie dans le métro (1960; Zazie nel metrò) di Louis Malle, il cui respiro giocoso e surreale risulta in perfetta sintonia con la sua vena musicale, mentre sarebbe tornato a lavorare con un regista francese solo nel 1974 per La chair de l'orchidée (Un'orchidea rosso sangue) di Patrice Chéreau. Nel 1961 collaborò invece con Vittorio Caprioli, con cui aveva già avuto esperienze teatrali, al graffiante Leoni al sole. L'incontro decisivo fu però quello con Comencini: un sodalizio che, iniziato con Incompreso ‒ Vita col figlio (1966), proseguì con molti altri film, da Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova veneziano (1969) a Mio Dio, come sono caduta in basso! (1974), da L'ingorgo ‒ Una storia impossibile (1979) a Voltati Eugenio (1980), da Cercasi Gesù (1982) a Buon Natale, Buon Anno (1989), oltre a due lavori per la televisione ‒ dalla quale, al contrario di molti suoi colleghi, C. fu subito attratto ‒ come Le avventure di Pinocchio (1972), il cui motivo conduttore sarebbe rimasto nella mente di molti bambini degli anni Settanta, e La Storia (1986). A suo agio anche con registi 'trasgressivi' come Tinto Brass (L'urlo, 1968, proibito in Italia fino al 1972), e con cineasti molto più giovani di lui (Notte italiana, 1987, di Carlo Mazzacurati), per la sua concezione rapsodica della musica C. resta un autore ancora da approfondire.
E. Comuzio, Carpi Fiorenzo, in Colonna sonora ‒ Dizionario ragionato dei musicisti cinematografici, Roma 1992, ad vocem; Musica in scena: storia dello spettacolo musicale, 6° vol., Torino 1997, ad indicem; F. Liperi, Storia della canzone italiana, Roma 1999, passim.