FIORI ARTIFICIALI
. I Greci, che ben conoscevano i fiori e le erbe coronarie, avevano anche appreso dagli Orientali l'arte di comporre fiori artificiali e farne ghirlande, e così pure i Romani. Nel Medioevo la moda delle ghirlande e delle acconciature floreali spinse gli artigiani a confezionare fiori finti. Sino allora solo le monache foggiavano, più o meno rozzamente, i fiori di carta o di seta per gli altari, e le prime artigiane fioriste si formarono quindi nei conventi. Dalla lavorazione incompleta del sec. XIV, quest'arte umile e paziente progredì in tal modo da costituire nel secolo successivo, in Francia e in Italia, una fiorentissima industria. I fiori di seta, di carta, di sottile lamina metallica e di pergamena divennero piccoli oggetti d'arte molto in voga: nel 1464 Margherita d'Austria fece fare a Gerard Haremberg, pittore, residente a Gand, dei fiori di seta. Nel sec. XVI l'uso di fiori per ornamento di acconciature divenne quasi generale. Il Vecellio lo riscontra in tutta Italia; nel libro degli Habiti egli dice che le donne di Padova, di Vicenza e di Genova "hanno la testa ornata di fiori fatti di seta e d'oro lavorati sottilissimamente" e ammira le rose finte, fatte "di cordelle di seta". Questi fiori erano lavorati con nastro piegato e girato abilmente sino a prendere la forma d'un fiore. Nel secolo XVI i fiori si fanno di cera, di sottile filo metallico (come filigrana), di perle di Venezia, di corallo, di canutiglia d'oro e d'argento. Più tardi diviene di moda saper fare fiori artificiali e nel 1655 in un Livre de secrets un padre Domenico cappuccino insegna il modo di fare i fiori di colla di pesce. A Parigi nel 1673, nell'inventario della Corona, risultano più di 3000 mazzi di fiori fatti di velo, di seta pieghettata e centinaia di mazzi di fiori cinesi composti di nastro arrotolato. I Cinesi, fioristi pazienti e impareggiabili nell'arte del ricamo, ebbero grande influenza sullo stile dei fiori artificiali in Francia. Anche i fiori di penne, molto in voga in Europa nel sec. XVIII, sono d'importazione cinese. In questo secolo i fiori artificiali, a ciuffi e a ghirlande, non mancano quasi mai nei vestiti e nella decorazione dei tendaggi e dei baldacchini; vengono fatti di nastro, di lamina d'oro, di garza o di seta, varî nell'altezza e nei colori, e sembrano quasi fiori di porcellana di Sassonia. I quadri di Moreau il Giovane dànno l'idea della passione floreale che invade la Francia a mezzo il sec. XVIII. L'Almanach de Gotha del 1786 dedica un lungo articolo ai fiori artificiali, nel quale s'insegna il modo di fare i fiori di piuma d'oca e d'airone, si consiglia d'adoperare per i petali le penne di pavone e si trova inoltre descritta la lavorazione dei fiori in Italia, fatti col bozzolo del baco da seta, che per la sua elasticità prende bene la forma dei petali. L'ignoto autore ci dà i seguenti interessanti particolari: "Questa lavorazione si deve agl'Italiani, bravissimi anche in quest'arte: persino la nobiltà italiana si occupa di far fare i fiori artificiali". I fiori più pregiati, tra quelli lavorati in Italia, venivano da Siena. Alla fine del '700 la moda dei fiori finti arriva al massimo splendore, e le parrucche e i vestiti ne sono sovraccarichi: essi sono di seta, di pelle e anche di pietre preziose, poiché gli orafi gareggiano con i fioristi nello studio della perfetta imitazione dei fiori: il Duplessis, nel 1780, espone a Parigi, al Salon de la Correspondance, due vasi di cristallo contenenti rami di rose, margherite e girasoli di grandezza naturale, fatti d'argento, di smalti e di pietre dure.
Come tutte le lavorazioni di oggetti di lusso, anche questa è interrotta in Francia dalla Rivoluzione. I fiori artificiali non tornano di moda che durante l'Impero: e sono allora semplici ghirlande di rose o mazzetti per le acconciature o per le modiste. Nel 1820 tornano a piacere i fiori fatti di nastro e se ne intrecciano ghirlande in fondo alle gonne nei vestiti da sera. Nel 1830 le dame eleganti usano sulla pettinatura e sui cappelli gran ciuffi di fiori minuti di seta e di velluto e vaghi mazzi di fiori riappaiono come guarnizione dei vestiti da ballo. Ceste di fiori artificiali di tela adornano le sale e un po' più tardi si hanno i fiori sotto le campane di vetro e dentro le cornici a scatola del periodo romantico. Nei vestiti da sera e nei cappelli dal 1850 in poi sono molto in voga i fiori a tralci, a mazzi, a ghirlande e a mazzetti tondi circondati di merletti.
Oggi l'arte decorativa crea fiori di vetro contorti e irreali o fiori d'argento o di corallo. Nei vestiti il fiore piccolo di velluto o di pelle e il gran fiore di velo o di velluto caratterizzano con la loro estetica semplicità la moda schietta e semplice dei giorni nostri.
V. tavv. LXXVII e LXXVIII.
Bibl.: C. Vecellio, Habiti antichi e moderni, Venezia 1590; Almanach de Gotha, Parigi 1786, pp. 114-116; G. Ferrario, Il costume antico e moderno di tutti i popoli, Firenze 1827, p. 266; V. Gay, Glossaire archéologique du moyen âge et de la renaissance, Parigi 1889, I, p. 727; P. L. De Giafferi, Histoire du costume féminin français, Parigi s. a., passim.