FIORILLO
Famiglia di musicisti attivi nel secolo decimottavo. Ignazio nacque a Napoli l'11 maggio 1715. Discendente di Carlo Fiorillo (1590/95-1616), autore di Madrigali a 5 voci (Roma 1616), compì gli studi nella sua città, allievo di L. Leo, probabilmente al conservatorio della Pietà, e di F. Durante, al conservatorio di S. Maria di Loreto. I suoi interessi si rivolsero dapprima al teatro: è del 1733 il suo esordio in qualità di compositore drammatico, a Trieste, con l'Egeste, "dramma per musica", cui seguirà tre anni più tardi un'altra opera seria, il Mandane, su libretto di B. Vitturi rappresentata al teatro S. Angelo di Venezia durante il carnevale. Nel 1738, a Venezia, fu rappresentata Partenope nell'Adria, "serenata" (su libretto di S. Biancardi) in onore delle nozze del re di Napoli Carlo di Borbone con Maria Amalia di Sassonia. Costante fu la sua attività di compositore per il teatro drammatico fino alla metà degli anni Quaranta: fra il 1738 e il 1745 andarono in scena sei "drammi per musica" da lui composti per i teatri di Milano, Venezia e Padova.
In quegli anni lasciò l'Italia per una serie di viaggi in Europa, che lo videro dapprima a Praga, nel 1748, poi a Brunswick, nel 1750, città nella quale tenne, tra il 1754 e il 1762, l'incarico di direttore della cappella di corte. Esordì allora nel teatro comico, componendo le musiche per l'intermezzo di A. Zanetti Li birbi (il titolo tedesco era Die Schelmen), andato in scena a Praga nel 1748 (e, ancora, ad Amburgo, nel dicembre dello stesso anno, e a Brunswick, l'anno seguente). Dal 1750 tornò nuovamente al teatro serio, dedicandosi alla composizione di musiche per opere di P. Metastasio, di cui già nel '45 aveva musicato l'Olimpiade (Venezia, teatro S. Samuele). Scrisse per i teatri di Brunswick - dove andarono in scena il Demofoonte (1750), La Didone abbandonata (1751), il Siface (1752), il Demetrio (1753) e, più tardi, l'Ipermestra (1759) - e di Stoccarda, dove, nel 1752, fu rappresentato l'Alessandro nelle Indie, tutti su libretto del Metastasio. Oltre l'attività teatrale, aveva preso a coltivare quella di compositore strumentale, dedicandosi sia alla musica sacra, sia a quella profana, dando alle stampe in particolare una raccolta di Sei sonate per cembalo (Brunswick 1750). Durante gli anni Sessanta si trasferì a Kassel, dove ebbe, fino al 1780, lo stesso incarico che aveva tenuto fino ad allora a Brunswick. In quella città compose musiche su testi ancora di Metastasio, come l'Artaserse (1765) e il Nitteti (1770), e di A. Zeno l'Andromeda (1771). Gli ultimi anni li trascorse, come pensionato, nella cittadina di Fritzlar.
Ignazio morì a Fritzlar (Assia) nel giugno 1787.
Tra le sue composizioni per il teatro si ricordano oltre a quelle già citate: Artimene (libretto di C.N. Stampa, Milano, carnevale 1738; Venezia 1738); Il vincitor di se stesso (libretto di A. Zaniboni, Venezia 1741); Vologeso (libretto di A. Zeno, Padova 1742); Angelica (Padova 1744); Diana ed Endimione (o L'Endimione), serenata (Kassel 1763).
Per quanto riguarda la musica sacra ricordiamo: Isacco, oratorio (libretto di Metastasio; perduto); tre Te Deum (perduti); un Requiem (perduto); un Libera (perduto); due Miserere (ms., frammenti, Berlino, Staatsbibliothek, Musikabteilung); due Magnificat (uno ms., Kassel, Murliardsche Bibliothek) e diverse messe (un Kyrie e un Gloria), mss., Kassel (ibid.).
Per orchestra compose sinfonie, ouvertures, pantomime e musiche per balletti.
Federigo (o Federico) nacque a Brunswick, nel maggio 1755 da Ignazio. Iniziato all'arte musicale dal padre si dedicò dapprima, e con un certo successo, allo studio del mandolino, che lasciò tuttavia quasi subito per intraprendere la carriera di violinista. Raggiunse in pochi anni un'ottima preparazione, tale da guadagnarsi un posto tra i maggiori violinisti del tempo, e certo come il maggiore fra gli italiani. Appena ventenne, cominciò la sua attività concertistica, intraprendendo una serie di viaggi attraverso le corti europee: fu dapprima a San Pietroburgo, nel 1777, dove esordì in pubblico e più tardi in Polonia, dove, fra il 1780 e il 1781, tenne concerti anche come virtuoso del mandolino. L'anno seguente venne nominato a Riga maestro di cappella e tenne questa carica fino al 1784, allorché decise di recarsi in Francia.
Fece la sua prima apparizione a Parigi nel corso dei Concerts spirituels e riscosse in quella occasione un considerevole successo, confermato dalle prove che negli anni immediatamente seguenti lo videro impegnato nella città stessa. Ma il periodo parigino fu particolarmente fecondo soprattutto sotto il profilo compositivo: qui Federigo si accostò alle forme della "symphonie concertante" (componendone per due violini, per due flauti, e per due oboi) e del concerto: comparvero a Parigi anche i Tre concerti per violino già pubblicati a Berlino, con l'aggiunta di un quarto libro. Si ignora la data di pubblicazione dei Concerti, ma è certo che la gran parte delle composizioni parigine uscirono per i tipi di Sieber padre e figlio. Presso Sieber venne ad esempio stampato l'ormai famoso Étudè pour le violon, fonnant 36 caprices, opera di carattere pedagogico, ma anche di valore artistico, sia sotto il profilo estetico, sia sotto quello tecnico. A questa raccolta il nome di Federigo deve ancora oggi molta parte della sua fama, potendo essere collocata, all'interno del repertorio classico degli studi per violino, accanto a raccolte celebri come quella di R. Kreutzer e P. Rode. Dell'Étude sono comparse diverse edizioni, curate fra gli altri da J.-D. Alard, F. David e da L. Spohr, l'edizione del quale ha anche una parte per secondo violino (Lipsia 1854).
Lasciata Parigi nel 1788, Federigo si stabilì in quello stesso anno a Londra e qui si trattenne fino al 1794. Fu membro del quartetto Salomon, e come solista di viola partecipò a molte delle serate degli Ancient concerts. Del periodo londinese si possono ricordare i Tre duetti concertati per due violini (1805), i Tre trii concertati per flauto, violino e tenore (1810), i Tre duetti per violino e violoncello, composti espressamente per il duca di Cambridge (1819) e, ancora, fra le composizioni per pianoforte che scrisse in buon numero, le Tre sonate (1809) e L'Echo, duetto per arpa e pianoforte (1811). Nel 1815 lasciò Londra per un viaggio ad Amsterdam, da cui fece ritorno in Inghilterra, dove si trattenne ancora fino al 1823, anno in cui tornò a Parigi dove fu accolto dall'amico Sieber, il quale per l'occasione incaricò diversi strumentisti della esecuzione di musiche scelte dall'ormai ampio repertorio delle composizioni di Federigo (si tratta di circa duecento composizioni, di cui solo una parte presenta una numerazione, per altro non sempre omogenea in relazione ai diversi luoghi di edizione). L'ultimo periodo della sua vita lo trascorse a Londra, dove morì non prima del 1823.
Delle sue composizioni ricordiamo: Tre concerti per violino, libri 1, 11, 111, Op. 4 (Berlino); Tre duetti concertati (Vienna); Sinfonia concertante per 2 flauti, Op. 20 (Augusta).
Furono inoltre editi a Parigi: Sei quartetti per due violini, alto e basso, Op. 1; Sei trii per 2 violini e basso, Op. 2; Duetti per 2 violini (Opp. 5, 10, 13, 14e 69); sinfonie concertanti; sonate per cembalo e violino, trii, quartetti per archi e strumenti vari.
Furono editi a Londra duetti concertanti trii sonate per piano, sonate a 4mani, divertimenti: esercizi per arpa, canzonette italiane per voce e pianoforte e pezzi vari per diversi organici strumentali.
Sono rimasti manoscritti: Sei concerti per due flauti e archi (Bruxelles, Conservatoire royale de musique).
Bibl.: R. Gandolfi - C. Cordara - A. Bonaventura, Catal. delle opere musicali teoriche e pratiche ... Conservatorio di musica di Firenze, Parma 1929, pp. 256, 259 (per Federigo); A. Bonaventura, Storia del violino, dei violinisti e della musica per violino, Milano 1933, pp. 268 s., 285 (per Federigo); R. Zanetti, La musica ital. nel Settecento, Busto Arsizio 1978, I, pp. 449, 624 s.; II, pp. 1125, 1179, 1213; E.L. Gerber, Historisch-biograph. Lexikon der Tonkünstler, I, Leipzig 1790, s. v. (per Ignazio); F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, p. 257; R. Eimer, Quellen-Lexikon der Musiker, III, pp. 459 ss.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 546 e Suffi., p. 308; U. Lehmann, in Die Musik in Gesch. und Gegenwan, IV, Kassel-Basel 1955, coll. 258-61 (con elenco completo delle composizioni); The New Grove Dict. of music and musicians, VI, pp. 600 s.