FIORINO
. Dal fiore di giglio, impresa della città di Firenze, scolpito sulle sue monete, trassero queste il nome di fiorino. Furono dapprima denari e soldi d'argento (secoli XII e XIII), ai quali successe ben presto (1252) la moneta d'oro della bontà di 24 carati, al taglio di 96 per libbra (peso unitario gr. 3,54) e del valore di una lira o soldi 20, che portava al dritto la figura di S. Giovanni e al rovescio il giglio. Questa moneta, a cui rimase per antonomasia il nome di fiorino, conquistò subito tutti i mercati e venne imitata e anche contraffatta ovunque. Quando pochi anni dopo (1289) apparve il ducato d'oro veneziano di pari bontà e peso, la denominazione di fiorino e ducato divenne comune ad ambedue le specie. Durò l'emissione molto abbondante dei fiorini fino al cadere della repubblica fiorentina; nel 1531 fu sostituito dallo scudo d'oro e più tardi dallo zecchino gigliato che venne pure detto fiorino. Subì poche e lievi variazioni di peso, molte invece e continue nel valore di corso, che nel 1530 era giunto a 7 lire. Ebbe denominazioni di largo, stretto, vecchio, nuovo, di suggello, ecc., che si spiegano di per sé. Ebbe anche molte denominazioni a seconda dei luoghi e dei principi che lo fecero coniare o delle figurazioni che vi aggiunsero. La repubblica di Firenze coniò anche un doppio fiorino e il quarto di fiorino, mentre i granduchi fecero dei multipli dello zecchino gigliato da 3 e da 80 detti rusponi. Il valore di 7 lire diede origine al fiorino di conto che divenne reale con la piastra d'argento di pari valore. Questo fatto serve a spiegare l'innumerevole varietà di fiorini d'argento e di mistura che troviamo in Italia e più ancora all'estero, i quali derivarono appunto da uguali realizzazioni di monete di conto. Va ricordato il fiorino austriaco per il regno Lombardo-Veneto coniato dagl'imperatori d'Austria a Milano e a Venezia col multiplo da un fiorino e ½ e la frazione di ¼. Leopoldo II granduca di Toscana, emise nel 1826 una moneta d'argento, cui diede nome di fiorino del valore di 100 quattrini col mezzo e il quarto. L'ultimo fiorino da 100 quattrini venne emesso nel 1859 dal governo provvisorio della Toscana.
Per i cosiddetti "fiorini" tedeschi, austriaci e olandesi, v. gulden e anche tallero. Per quello polacco v. złoty. Il fiorino inglese, coniato per la prima volta sotto Edoardo III (1343), poi subito ritirato, riapparve nel 1849, e ha corso tuttora: vale 2 scellini (v. scellino). Il conio del doppio fiorino fu iniziato nel 1887 e sospeso nel 1890.
Bibl.: C. Boissin, De valore floreni aurei florentini commentarius, in F. Argellati, De monetis Italiae, IV, Milano 1752, pp. 73-141; G. Castellani, Catalogo della raccolta numismatica Papadopoli-Aldobrandini, I, Venezia 1925, pp. 223-355; Corpus nummorum italicorum, V, VIII, XII, Roma 1914, 1917, 1930; E. Martinori, La moneta ecc., Roma 1915, pp. 157-166, 167-169; I. Orsini, Storia delle monete della Repubblica fiorentina, Firenze 1770; P. Vettori, Il fiorino d'oro antico illustrato, Firenze 1738.