fiotto
Attestato solo in If XV 5 Quali Fiamminghi tra Guizzante e Bruggia, / temendo 'l fiotto che 'nver' lor s'avventa, / fanno lo schermo perché 'l mar si fuggia..., in un passo famoso che ci dimostra come i Fiamminghi " a riparare il fiotto fanno far grandi ripe " (Ottimo), il termine appare impiegato nel senso di " flutto del mare ", " onda ", come risulta anche da un passo di G. Villani impiegato in contesto vicinissimo a quello di D.: " In Fiandra e in Olanda e Isilanda... furo tanto soperchie piove, e gonfiamento del fiotto del mare, che tutte case e terre di quelle marine si disertarono " (XI 22).
Presso antichi commentatori, il f. viene di solito legato al " flusso " della marea, come in Pietro che ci parla dell'" aggressum maris Oceani qui accidit luna mediante ", nelle anonime Chiose Selmiane (" È vero ch'è in Fiandra... per la Spagna e per l'Inghilterra un mare che si chiama Ucean, e questo circonda tutto il mondo. Questo mare cresce tra dì e notte due volte dieci passi, e chiamasi, ove cresce, il fiotto ") o nell'autorevole Boccaccio: " chiamano i naviganti questo movimento [del ‛ mare Oceano ' cagionato dal " moto della luna "] il fiotto: e questo è quello del quale l'autore intende qui ". L'ipotesi, assai suggestiva, potrebbe essere accolta come alternativa all'esegesi tradizionale, data la nota competenza del poeta in terminologia tecnica marinaresca.