firmacopie
s. m. e agg. Momento dedicato da scrittori o cantanti molto noti a firmare copie delle loro opere; a esso relativo.
• Cilindro, pastrano, anfibi, zainetto: tutto nero, a parte le labbra, rosso scarlatto. Amélie Nothomb è arrivata ieri alla Stazione Centrale per il primo «abbocco» con i fan milanesi [...] Un «firmacopie» di mezz’ora in cui la scrittrice ‒ dark lady solo d’aspetto ‒ ha avuto come al solito un sorriso per ognuno e loro, gli adepti, l’hanno ricoperta di regali. (Carlotta Niccolini, Corriere della sera, 23 febbraio 2011, Cronaca di Milano, p. 17) • L’evento è durato quasi un’ora, durante la quale i due rapper hanno man mano fatto assottigliare la lunga coda di visitatori alternando al firmacopie l’indispensabile scatto fotografico. (Giulia Bertuzzi, Giornale di Brescia, 3 luglio 2016, p. 43, Spettacoli) • «Lo streaming gratuito mi ha certamente aiutato» osserva Coez, «all’estero è una realtà già da qualche anno ma sarebbe giusto bilanciarlo meglio, la soglia dovrebbe essere alzata: con tutte le iscrizioni di una piattaforma come Spotify, i circa 3 milioni e mezzo di streaming che equivalgono ai 25 mila download per il disco d’oro sono diventati certamente pochi. Ormai ogni lunedì la Fimi mi nomina per qualcosa. Eppure, avendo fatto pochi in-store (gli incontri “firmacopie” nei negozi, ndr) ho venduto pochissime copie fisiche del mio album». (Carlo Moretti, Repubblica, 8 dicembre 2017, p. 55, Spettacoli).
- Composto dal v. tr. firmare e dal s. f. copia.
- Già attestato nella Repubblica del 26 ottobre 2008, Milano, p. XII (Maurizio Bono e Gian Paolo Serino).