Fitness
Nella terminologia medico-sportiva si indica con il termine inglese fitness, "forma, buona salute", il complesso di condizioni fisiche e psicologiche che consentono a un individuo di manifestare al meglio le sue attitudini e possibilità. In italiano il concetto potrebbe essere espresso con il termine 'efficienza', che tuttavia non ne rende in pieno la complessità di implicazioni. L'espressione 'fitness collegata alla salute' (health-related fitness) è usata in riferimento alle componenti fisiche e fisiologiche della fitness che sono più direttamente in rapporto con lo stato di salute.
L'Organizzazione mondiale della sanità (1968) ha definito la fitness come "la capacità di svolgere con successo un lavoro muscolare". Questa definizione, per quanto importante per l'attività sportiva e lavorativa, non appare ai nostri fini sufficientemente specifica. In questa sede, quindi, ci si riferisce prevalentemente alla fitness collegata alla salute, valutandone le componenti connesse con lo stato di benessere fisiologico e positivamente influenzate dall'attività fisica abituale, che si pongono in relazione con i livelli di rischio per lo sviluppo prematuro di malattie o condizioni morbose, associati a uno stile di vita sedentario.
Elementi determinanti della fitness intesa in questo senso sono la massa corporea per altezza, la composizione corporea, la distribuzione del grasso sottocutaneo, il grasso viscerale addominale, la densità ossea, la forza e la resistenza della muscolatura addominale e dorsolombare, la funzionalità cardiaca e polmonare, la pressione sanguigna, la capacità aerobica massimale e la resistenza allo sforzo submassimale, il metabolismo del glucosio e dell'insulina, il profilo lipidico e lipoproteico nel sangue, l'indice dei lipidi per carboidrati ossidati in varie situazioni. Da un profilo favorevole di tutti questi elementi consegue un evidente vantaggio in termini di stato di salute, come risulta dalle statistiche di morbilità e mortalità. I fattori in grado di determinare la fitness collegata alla salute sono dunque numerosi; essi sono peraltro soggetti a diverse variabili, quali le caratteristiche proprie dell'individuo, il livello di attività fisica abituale, la dieta e l'ereditarietà. Diversi sono invece i fattori che determinano la fitness in rapporto alla prestazione, quella cioè che si riferisce alle componenti necessarie a svolgere un lavoro o una prestazione sportiva a livello ottimale e si definisce in termini di rendimento nelle competizioni atletiche e nel lavoro produttivo; in questo caso i fattori sono abilità motoria, capacità e potenza cardiorespiratoria, forza muscolare, potenza o resistenza, dimensioni e composizione corporee, motivazione e stato nutrizionale.
Le relazioni esistenti tra attività fisica, fitness e salute possono essere schematizzate secondo il modello riportato nella fig. 1, nella quale sono rappresentate le relazioni reciproche e causali tra le componenti principali, i cicli di retroazione, i fattori endogeni ed esogeni. Dallo schema risulta evidente che l'attività fisica abituale influisce sulla fitness, la quale a sua volta influisce sul livello di attività fisica: gli individui più in forma tendono a essere i più attivi. Anche fitness e salute sono collegate reciprocamente, in quanto la fitness influenza la salute e lo stato di salute influenza tanto l'attività fisica abituale quanto la fitness. Bisogna tuttavia sottolineare come nella realtà queste relazioni presentino una complessità molto maggiore. Devono essere considerati infatti ulteriori elementi, connessi con i vari aspetti dello stile di vita, le condizioni ambientali fisiche e sociali, gli attributi personali e le caratteristiche genetiche.
Per molti anni, gli specialisti hanno associato il concetto di fitness prevalentemente ai fattori cardiorespiratori, considerando l'efficienza cardiorespiratoria l'elemento più importante. Si riteneva che anche le altre componenti potessero essere potenziate da un programma di esercizi ideato per allenare la funzionalità del sistema cardiorespiratorio e che il migliore indicatore in assoluto della fitness fosse la capacità aerobica massimale. Questa concezione è ora cambiata, e determinante in tal senso è stato soprattutto il riconoscimento della fondamentale influenza che l'attività fisica esercita su tutte le dimensioni della persona (biologiche, psicologiche, sociali ecc.) sia nella fase acuta di risposta a singoli esercizi sia, soprattutto, nell'adattamento all'attività fisica regolare. L'attività fisica comporta risposte di tipo molecolare, cellulare, metabolico, fisiologico e morfologico e può avere anche riflessi su altri comportamenti, sulla salute mentale e sull'adattamento sociale; deve quindi essere considerata in una prospettiva più ampia di quella che concerne le sue implicazioni cardiorespiratorie, tanto più se si vogliono prendere in esame gli aspetti non biologici della fitness legata alla salute. Attualmente, tra gli specialisti è sempre più diffusa la convinzione che fitness e salute traggano beneficio essenzialmente da una attività fisica regolare, con una intensità da bassa a moderata, tale da comportare un rischio minimo per i partecipanti. Analogamente è sempre più accettata l'idea che gli effetti migliori in termini di fitness e salute si verifichino quando una persona sedentaria diventa moderatamente attiva, oppure quando una persona non in forma acquista un livello moderato di forma. In conseguenza di tale concezione, nei programmi di promozione della salute si tende a porre sempre maggiore attenzione a un modello di vita attivo, comprendendo in esso un vasto spettro di attività fisiche, che prevede variazioni anche ampie di costi energetici e di intensità. Il livello di attività fisica abituale costituisce infatti un importante fattore della salute e del benessere.
C. Bouchard, Exercise, fitness and health: a consensus of current knowledge, Champaign (IL), Human Kinetics Books, 1990.
Physical activity, fitness and health, ed. C. Bouchard, R.J. Shephard, T. Stephens, Champaign (IL), Human Kinetics Books, 1992.
Meeting of investigators on exercise tests in relation to cardiovascular function, Technical Report, Geneva, WHO, 1968