fitoterapia
fitoterapìa s. f. – Branca della farmacoterapia che si occupa dell’impiego, a scopo curativo, delle piante medicinali e delle preparazioni che da esse si ricavano (infusi, decotti, estratti, ecc.). L’uso delle piante in medicina è antichissimo e, prima del recente avvento della farmacologia chimica, la f. è stata la principale forma di terapia in tutto il mondo. Ancora oggi, l’industria farmaceutica utilizza numerose sostanze vegetali come fonte di molecole per la sintesi di farmaci (glicosidi, alcaloidi, ecc.).
Efficacia. – Il fatto che le piante possano avere effetti pertinenti sulla fisiopatologia umana e animale in genere è ovvio e non è contestabile nemmeno dai critici radicali delle medicine complementari. La critica che questi ultimi avanzano riguarda, invece, la minore efficacia della pianta rispetto al principio attivo contenuto in un farmaco chimico, il quale, sostengono, può anche essere costituito da un principio attivo di derivazione vegetale, ma in una forma nettamente più pura ed efficace di quella presente nella pianta. In effetti, un prodotto vegetale contiene più molecole diverse tra loro e quindi, quando si assume un fitoterapico, si assume una miscela naturale di componenti, il cosiddetto fitocomplesso. Sta qui la peculiarità del trattamento con le piante medicinali e la differenzia dal trattamento farmacologico: per es. il tentativo di estrarre un principio attivo efficace dall’iperico, una pianta con proprietà antidepressive, è stato un fallimento poiché è l’insieme del fitocomplesso che funziona contro la depressione e non un singolo principio attivo. La ricerca nel campo della f. risente molto del fatto che, non potendo brevettare il fitocomplesso ma solo l’eventuale principio attivo, le aziende farmaceutiche non hanno interesse alla pianta in sé. Anzi, quando un fitocomplesso è efficace quanto un farmaco e ha minori effetti collaterali, può essere un pericoloso concorrente. Di qui l’atteggiamento ambivalente dell’industria farmaceutica verso le piante medicinali che sono considerate, a seconda dei casi, come scrigno naturale di inestimabile valore commerciale o come potenziale minaccia.
Normative. – La normativa dell’Unione Europea suddivide le preparazioni con erbe officinali in tre categorie: i prodotti fitoterapici veri e propri, considerati come medicinali e vendibili solo nelle farmacie; i prodotti che, pur non avendo proprietà terapeutiche accertate, sono considerati medicinali; e infine i prodotti usati come supplementi terapeutici, cosmetici e alimenti. Anche se il Parlamento europeo, fin dal 1997, ha auspicato una regolamentazione nel campo delle medicine non convenzionali, l’Europa ne è priva e ciascun Paese ha normative proprie per quanto riguarda la definizione di prodotto fitoterapico, i canali di vendita (farmacie, erboristerie, drugstores, ecc.) e i professionisti ai quali è delegato il campo di applicazione della fitoterapia. Riguardo alla sicurezza, l’Istituto superiore di sanità ha attivato un sistema di sorveglianza per la raccolta e valutazione delle segnalazioni delle reazioni avverse dovute a erbe medicinali, prodotti erboristici e integratori. Il sistema, basato su una scheda di segnalazione, è del tutto simile a quello operante per la farmacovigilanza.
Diffusione. – Nel primo decennio del 21° sec. l’integrazione delle medicine complementari, tra cui la fitoterapia, con la medicina convenzionale ha assunto le caratteristiche di un trend in ascesa che riguarda l’America Settentrionale e l’Europa. Secondo un’indagine ISTAT del 2007, la f. è utilizzata dal 3,7% degli italiani, con un elevato grado di gradimento: gli utenti pienamente soddisfatti sono il 70,3% e se si sommano anche quelli parzialmente soddisfatti si raggiunge la percentuale del 91,5%. In Italia sono circa 200 i centri pubblici che offrono prestazioni di questo tipo, di cui circa 60 in Toscana. A Empoli, nell’ambito del Piano sanitario regionale 2005-07 che integra le medicine complementari nel servizio sanitario, è stato istituito un centro di riferimento regionale per la fitoterapia. Inoltre, nel 2011 è iniziata l’attività del primo ospedale italiano di medicina integrata a Pitigliano (Grosseto), esperienza pilota su scala europea, che prevede l’utilizzo anche della f., oltre che dell’agopuntura e dell’omeopatia.