FLABELLO (lat. flabellum)
Ventaglio o paramosche di origine antichissima: i monumenti babilonesi-assiri, egiziani e greci ne offrono frequenti esempî in rappresentazioni di sovrani e di alti personaggi. Generalmente policromo, è sempre, sui monumenti antichi, adattato a una lunga asta. La più antica testimonianza dell'uso liturgico del flabello si ritrova nelle Constit. Apost. (VIII, 12); nel Medioevo il flabellum liturgico è in piena evoluzione e, mentre il ventaglio a mano rimane leggerissimo, nell'uso della Chiesa si trasforma in un oggetto pesante di metallo decorato, cesellato, gemmato. Era usato dal papa e da qualche personaggio in segno di privilegio. Oggi i flabelli, in numero di due, si usano solo dal papa nelle funzioni sacre, quando egli sta sulla sedia gestatoria e quando, sul talamo, porta in processione l'Eucaristia. Il flabello è formato da un'asta di circa due metri, coperta di velluto cremisi, ornata d'un nastro d'oro a tortiglione; ha, in cima, penne bianche di struzzo disposte a ventaglio, e altrettante penne di pavone riunite alle prime in due ordini. I flabelli sono retti da due camerieri segreti, in abito paonazzo e con cappa rossa. (V. tavv. CIX e CX).
Bibl.: G. B. De Rossi, in Bull. d'archeologia cristiana, 1875, pp. 155-162; H. Leclerq, Flabellum, in Dictionnaire d'archéol. chrét. et de lit., V, ii, coll. 1610-1625 con ampia bibliografia.