flagellare
Il verbo compare solo in Pg XXXII 156 quel feroce drudo / la [puttana sciolta] flagellò dal capo infin le piante, ove assistiamo alla simbolica flagellazione sul carro-Chiesa della meretrice mostruosa (per cui cfr. Apoc. 17, 1-18), allegorica figura della traviata curia papale, da parte di un gigante identificabile nel re di Francia, e più particolarmente in Filippo il Bello, chiamato Golia da D. in Ep VII 29.
Nel significato della forma verbale (che conserva tutta la forza del biblico flagellare di Matt. 10, 17 e 23, 34; di Marc. 10, 34; di Ioann. 19, 1), è contenuta un'allusione di cui ci parla chiaramente il Lana, dichiarandoci come " ogni fiata che li papi hanno guardato verso lo popolo cristiano, cioè hanno voluto rimuoversi e astenersi da tale avolterio [la sudditanza al re francese], li detti giganti, cioè quelli della casa di Francia, hanno flagellatoli e infine mortoli, e ridottoli a suo volere ". Per concorde ammissione di tutti i commentatori, saranno da ravvisare nella flagellazione particolarmente le gravi ingiurie di Filippo il Bello a Bonifacio VIII, e, più che altro, forse, l'oltraggio clamoroso di Anagni, deprecato dal poeta in Pg XX 86.