RICCI, Flaminio
RICCI, Flaminio. – Nacque a Fermo tra il 1545 e il 1546 da Domenico e da Selvaggia Morroni, sposi nel 1529. La famiglia fin dal XIV secolo appartenne al patriziato locale ed esercitò magistrature pubbliche nella città marchigiana. Fratelli di Flaminio furono Porzia, Fabio, Franco e Giulio. Anche quest’ultimo abbracciò la vita religiosa, divenendo dal 1572 vescovo di diverse diocesi del Regno di Napoli.
Flaminio, come suo fratello, studiò a Bologna diritto. Dopo aver acquisito il titolo dottorale, andò a Roma, dove fu notato per le sue doti dal cardinale Nicola Caetani e scelto come auditore. Sempre più attratto dalla vita religiosa, si applicò a praticare con frequenza i sacramenti della penitenza e dell’eucarestia. La svolta della sua vita avvenne nel 1578, quando a 33 anni incontrò, in circostanze non note, Filippo Neri. La Congregazione filippina dall’aprile del 1577 si era trasferita nella chiesa della Vallicella. Dall’anno successivo Ricci entrò nella Congregazione e dopo sei mesi fu promosso al sacerdozio, divenendo uno dei più intimi e cari sodali di Neri, che pubblicamente ne elogiò la natura di uomo semplice, riservato e di grande sensibilità spirituale (Cistellini, 1999, p. 40). Partecipò, con Cesare Baronio, alla congregazione del 29 agosto 1588 presieduta da Filippo Neri, che approvò la costituzione dell’Ordine.
Dall’ottobre del 1592 fu incaricato da Neri di seguire in prima persona la casa napoletana degli oratoriani, fondata nel 1586 dal padre Francesco Maria Tarugi, nominato nel frattempo vescovo. Per il 1593, nello Stato della Congregazione, il sacerdote risulta occupare l’ufficio di confessore dell’Oratorio napoletano (Borrelli, 1968, p. 137). Soggiornò nella città fino al 1595, quando Neri, sentendosi in fin di vita, a fine marzo gli scrisse pregandolo di rientrare a Roma (Bacci, 1666, p. 320). Ricci ebbe difficoltà a lasciare la città, non avendo ottenuto licenza dall’arcivescovo. Sopravvenuta poi la morte del fondatore degli oratoriani, Baronio, che gli era subentrato nella direzione della Congregazione romana, fece rimandare la partenza di Ricci, ritenendo più opportuno che il sacerdote marchigiano continuasse a dirigere la Congregazione napoletana, ancora troppo fragile per essere lasciata alle cure di altri. Ricci rientrò a Roma solo dopo l’estate del 1595 e mentre Baronio era a capo della Congregazione, dal 1596 fu nominato confessore della casa.
Negli anni successivi è attestato dalle note biografiche di Giovanni Marciano (1693, pp. 530-541), non esenti da una forte enfasi agiografica, che Ricci rifiutò l’invito del cardinale Pietro Aldobrandini, nipote del pontefice, di entrare a far parte della sua legazione in Francia, volendo invece umilmente proseguire a tenersi lontano dal mondo delle corti. Rifiutò altresì la designazione di esaminatore dei vescovi, deliberata da Paolo V su indicazione del cardinale Girolamo Pamphili.
Restò invece molto attivo nell’Oratorio. Allo scadere del mandato di Baronio, a capo della Congregazione fu eletto Angelo Valla, probabilmente preferito a Ricci esclusivamente per questioni di anzianità. Flaminio continuò quindi a occupare l’ufficio di confessore, finché fu eletto superiore per due trienni consecutivi, tra il 1602 e il 1608, improntando il governo della Congregazione alla continuità con l’impostazione di Filippo Neri. Pur non comparendo tra i membri della commissione che tra il 1609 e il 1612 redasse la nuova costituzione, è stato generalmente considerato, per la sua autorevolezza, uno dei suoi maggiori ispiratori. Compose l’opuscolo Epistula instructiva pro nova Congregatione Oratorii Fundata (Roma, Biblioteca Vallicelliana, ms. O.112, pubblicato in A. Cistellini, Teologia, Liturgia, Storia. Miscellanea in onore di Carlo Manziana, Brescia 1977, pp. 361-374) nel quale descrisse gli elementi essenziali e gli usi dell’istituto oratoriano. Negli anni della sua guida, padre Giovenale Ancina e Francesco di Sales fondarono, come emanazione dell’Oratorio, la Sainte Maison de Thonon, operazione molto caldeggiata da Sales, ma che non fu condivisa da Ricci. Nel 1609 risulta, inoltre, essere consultore della congregazione dei Riti.
All’indomani della fine del suo mandato si allontanò da Roma, riguadagnando Fermo, in quanto le sue condizioni di salute erano peggiorate. I rapporti con la cittadina marchigiana erano infatti rimasti continui, tanto che lo stesso Ricci, allorquando era entrato negli oratoriani, da subito aveva perorato presso alcuni nobili concittadini la causa per la costituzione dell’Oratorio locale, di cui, per mandato di Neri, divenne attivo e autorevole promotore. Il 16 aprile 1582 venne infatti ufficializzata l’erezione dell’autonoma Congregazione oratoriana a Fermo. Nel 1591 Ricci si adoperò per trovare un luogo più idoneo individuando la chiesa di S. Spirito (poi detta di S. Filippo Neri). Le vicende negli ultimi anni di vita di Ricci furono quindi strettamente connesse alla committenza della celebre tela dell’Adorazione dei pastori di Pieter Paul Rubens per la chiesa di Fermo, di cui si occupò in prima persona.
Il dipinto venne commissionato nel 1608, ultimo anno di permanenza in Italia di Rubens. Una fitta corrispondenza tra Ricci e Francesco Francellucci, superiore degli oratoriani di Fermo, conservata nell’Archivio arcivescovile di Fermo e pubblicata da Michael Jaffe (1963, pp. 209-241) attesta che il 9 marzo 1608 Rubens sottoscrisse il contratto, ricevendo a nome di Ricci la somma di 25 scudi.
A seguito dell’acuirsi della sua malattia, morì a Fermo, all’età di 74 anni, l’11 aprile 1610.
Fonti e Bibl.: G. Bacci, Vita di San Filippo Neri fiorentino, fondatore della Congregazione dell’Oratorio, Bologna 1666, p. 320; G. Marciano, Memorie historiche della congregatione dell’oratorio nelle quali si dà ragguaglio di ciascheduna delle Congregationi sin’hora erette e de’ soggetti più cospicui, che in esse hanno fiorito, Napoli 1693, pp. 530-541; M. Borrelli, Le costituzioni dell’Oratorio napoletano, Napoli 1968, p. 137.
M. Jaffe, Peter Paul Rubens and the Oratorian Fathers, in Proporzioni, 1963, 4, pp. 209-241; A. Cistellini, Il sodale oratoriano nella sua vita vissuta, in Memorie Oratoriane. Quaderni di storia e spiritualità oratoriana, XIX (1999), pp. 38-45; E.A. Cerrato, S. Filippo Neri: la sua opera e la sua eredità, Pavia 2002, p. 120; V. Sgarbi, Un capolavoro di Rubens L’Adorazione dei pastori, in mostra a Genova 2004, Milano 2004, pp. 45 s.; Corpus Rubenianum Ludwig Burchard, part V: H. Devisscher - H. Vlieghe, Rubens. The life of Christ before The passion. The youth of Christ, I-II, London 2014, I, n. 8, pp. 48-55, II, fig. 23.