O'CONNOR, Flannery
Scrittrice americana, nata a Savannah, in Georgia, da antica famiglia cattolica il 25 marzo 1925, e morta il 3 agosto 1964. L'impostazione e la tematica dei suoi romanzi e dei suoi racconti - le cose più ragguardevoli da lei scritte - affondano le radici nello stesso humus culturale ed etnologico della terra d'origine, un mondo di terrore e violenza, in cui il significato intero dell'esistenza s'irradia dalla realtà della Redenzione. Alcuni critici hanno anzi visto in questa stessa certezza di ortodossia della O'C. la causa di una certa unidirezionalità drammatica della sua narrativa. Si tratta, a ogni modo, di una narrativa d'impianto e tono tradizionali che in nessun momento pare cedere a suggerimenti sperimentalistici e in cui la tradizione letteraria del profondo Sud, legata appunto alla violenza e all'orrore evocati soprattutto attraverso la deformazione del grottesco, ricompare accompagnandosi talora a un'ironia asciutta e sottile, in cui la tragedia confina o addirittura coincide e si confonde con i modi della commedia. Particolare fortuna ha avuto The violent Bear it away (New York 1960; trad. it. Il cielo è dei violenti, Torino 1965). Altre opere di F. O'C.: Wise blood, New York 1952 (nuova ed. ivi 1962); A good man is hard to find, ivi 1955; Everything that rises must converge, ivi 1965 (trad. it. La vita che salvi può essere la tua, Torino 1968).
Bibl.: M. J. Friedman, F. O'C., in Recent American fiction some critical views, a cura di J. J. Waldmier, Boston 1963; J. Baumbach, The landscape of nightmare: studies in the contemporary American novel, Londra-New York 1965; L. Y. Gosset, Violence in recent southern fiction, Durham, North Carolina 1965; The added dimension: the art and mind of F. O'C., a cura di M. J. Friedman e L. A. Lawson, New York 1966.