MAGRASSI, Flaviano
Nacque a Brescia il 30 dic. 1908, primo dei quattro figli di Artemio, chirurgo pediatra presso l'ospedale bresciano, e Teresa Prinetti, entrambi di origine piemontese. Conseguito il diploma di maturità scientifica, si iscrisse al corso di laurea in medicina e chirurgia dell'Università di Padova: qui fu allievo interno nei primi tre anni nell'istituto di istologia diretto da T. Terni, poi nella clinica medica generale diretta da C. Frugoni, amico di vecchia data della sua famiglia. Nel 1931 il M. seguì il maestro che era stato chiamato a dirigere la cattedra di clinica medica dell'Università di Roma, e qui, sotto la sua guida, l'anno successivo si laureò con il massimo dei voti e la lode discutendo una tesi che, su parere di una commissione nominata dal Comitato nazionale della medicina del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), fu pubblicata e premiata (Infezione focale e fattori di allergia nel problema biologico del reumatismo infettivo sperimentale, in Tesi di laurea eseguite nelle facoltà di medicina delle R. Università italiane nell'a.a. 1931-1932, Milano 1936, pp. 240-259). Successivamente il M. frequentò, nel 1934, il laboratorio di microbiologia dell'Istituto sieroterapico milanese diretto da A. Zironi e, nel 1935, col titolo di assistente straniero, l'istituto di igiene dell'Università di Basilea diretto da R. Doerr, all'epoca uno fra i più distinti virologi europei. Rientrato a Roma, dette inizio alla sua carriera accademica presso la clinica medica di Frugoni, nella quale organizzò e diresse uno dei migliori laboratori universitari di microbiologia: nominato assistente ordinario nel 1937, nello stesso anno conseguì la libera docenza in microbiologia e nel 1938 quella in patologia speciale medica e metodologia clinica, quindi nel 1940 divenne aiuto di ruolo.
Nella clinica di Frugoni il M. avviò anche quel programma di ricerca nel settore della patologia infettiva e dell'immunologia al quale si sarebbe dedicato per tutta la vita e i cui risultati lo avrebbero imposto all'attenzione della comunità scientifica. L'originale approccio allo studio delle varie forme patologiche e delle loro manifestazioni cliniche, attraverso l'indagine biologica orientata a chiarirne le cause e le modalità di comparsa, gli consentì tra l'altro di formulare il concetto dell'eziopatogenesi complessa e condizionata di molte malattie infettive. Condusse varie ricerche microbiologiche e sperimentali volte a individuare il meccanismo di interazione tra aggressività dell'agente patogeno e strategie reattivo-immunitarie dell'ospite, cui consegue la comparsa di determinati processi patologici, che furono oggetto di numerosi lavori pubblicati in periodici specialistici: in particolare, le sue osservazioni sull'insorgenza e l'evoluzione delle sepsi lente quale risultato del concomitante instaurarsi nei confronti dell'agente infettante da un lato di una anergia tessutale, dall'altro della produzione di anticorpi circolanti (La batteriemia nell'infezione focale streptococcica. Studio sperimentale, in Boll. dell'Istituto sieroterapico milanese, XIII [1934], pp. 683-724), destarono un notevole interesse e aprirono un fecondo campo di indagini. Nel gruppo di queste peculiari forme patologiche il M. studiò accuratamente la cosiddetta endocardite lenta, oggi comunemente denominata endocardite batterica subacuta, sepsi ad apparente plurima eziologia la cui patogenesi ritenne riconducibile all'esistenza nel sangue e nei tessuti dei soggetti malati di un fattore comune, virus-simile, in grado di modificare le caratteristiche biologiche dell'agente causale, che chiamò "batteriostato" (Su un caso di endocardite lenta da stafilococco aureo: singolari proprietà biologiche del germe isolato, in Boll. e atti della R. Acc. medica di Roma, LXVI [1940], pp. 146-152; Su due casi di endocardite lenta da stafilococco aureo: costanza delle particolari caratteristiche biologiche constatate nei ceppi stafilococcici isolati, ibid., LXVIII [1942], pp. 89-97; Studi su un fattore ad azione autobatteriostatica presente in alcuni ceppi stafilococcici, in Atti della R. Acc. d'Italia, Memorie, cl. di scienze fis., matem. e naturali, XIII [1942], pp. 1061-1137).
Recò contributi di indubbia importanza al concetto di infezione focale, prendendo in esame sia i problemi della possibile trasmissibilità dei germi e del loro elettivo tropismo (Ricerche sperimentali sul tropismo elettivo degli streptococchi con particolare riferimento all'artrotropismo, in Boll. dell'Istituto sieroterapico milanese, XII [1933], pp. 148-170, in collab. con V. Chini) sia i fenomeni immunitari che si instaurano nelle cellule e nei tessuti dell'organismo ospite (Contributo sperimentale allo studio dell'immunità locale antitossica; immunità antidifterica, ibid., XIII [1934], pp. 600-627, 953-992; L'immunità locale tissurale e cellulare. Dati sperimentali e critici, Milano 1935, monografia edita per cura dell'Istituto sieroterapico milanese). Studiò inoltre le modificazioni di alcune caratteristiche bioumorali negli organismi aggrediti dagli agenti infettivi (Studi sui complessi lipoproteici del siero: loro modificazioni nello "stato di infezione" (infezioni da ultravirus), in Annali d'igiene, XLVII [1937], pp. 541-560; IL [1939], pp. 129-151, in collab. con M. Coppo).
Tra le numerose ricerche che il M. condusse in tale settore, particolare menzione merita l'individuazione, effettuata nel corso di indagini condotte sulle caratteristiche del virus erpetico, del fenomeno dell'interferenza virale, il cosiddetto "fenomeno di Magrassi", consistente nell'inibizione della crescita di un virus in cellule infettate dallo stesso o da altro virus (Studii sull'infezione e sull'immunità da virus erpetico; immunità locale e tissurale; rapporti tra immunità corneale e immunità cerebrale, in Boll. dell'Istituto sieroterapico milanese, XIV [1935], pp. 773-790; Studii sull'infezione e sull'immunità da virus erpetico; sul contenuto in virus del cervello, in rapporto a diversi ceppi di virus, a diverse vie d'infezione, a diverse fasi del processo infettivo, in Zeitschrift für Hygiene und Infektionskrankheiten, CXVII [1935], pp. 501-528; Studii sull'infezione e sull'immunità da virus erpetico; rapporti tra infezione e superinfezione di fronte ai processi immunitari: sulla possibilità di profondamente modificare il decorso e gli esiti del processo infettivo già in atto, ibid., pp. 573-620): la scoperta sarebbe stata pienamente valutata e chiarita dopo circa vent'anni, in seguito alla dimostrazione fornita nel 1957 da A. Isaacs e J. Lindenmann che le cellule eucariote infettate da un virus producono una sostanza dotata di azione antivirale, l'interferone, che trova oggi impiego in terapia (v. anche: M. Aloisi, Patologia sperimentale, in Enc. del Novecento, V, p. 277; Enc. medica italiana, VII, col. 2109, s.v. Interferone).
Richiamato alle armi, per due brevi periodi, nel 1940 e nel 1942, prestò servizio dapprima come ufficiale medico sul fronte occidentale, poi come direttore di un ospedale militare in Puglia. Il 1 dic. 1942, superato il relativo concorso, assunse la direzione della cattedra di malattie infettive dell'Università di Sassari in qualità di professore straordinario; poi, dal 1945, come ordinario. In questa sede il M. fu anche incaricato degli insegnamenti di patologia speciale medica e metodologia clinica dal 1942-43 al 1945-46 e di clinica medica generale e terapia medica dal 1946-47 al 1948-49; quindi insegnò come professore ordinario patologia speciale medica e metodologia clinica negli anni accademici 1949-50 e 1950-51, durante i quali ebbe anche l'incarico dell'insegnamento di clinica medica generale e terapia medica.
Nel periodo trascorso in Sardegna il M. si dedicò ancora con passione all'infettivologia: proseguì gli studi da tempo intrapresi sull'eziopatogenesi delle malattie infettive, segnalando interessanti casi clinici (Studi sulle endocarditi lente non streptococciche: un caso di endocardite lenta da cocco-bacillo appartenente al genere Dialister (Bergey), in Boll. della Soc. italiana di biologia sperimentale, XXI [1946], pp. 99-101; Su un caso di malattia infettiva a lungo decorso, con ciclica ricorrenza febbrile e sindrome tipo Hanot terminale, in Acta medica Italica, III [1948], pp. 1-9), conducendo osservazioni epidemiologiche (Studi sull'epidemia influenzale dell'autunno 1948. Insorgenza, caratterizzazione clinica ed eziologica dell'epidemia in Sardegna, in Minerva medica, XL [1949], 1, pp. 565-569), recando contributi di ordine terapeutico (Sulfamidici e metaboliti microbici ad attività antibatterica, in Clinica nuova, I [1945], pp. 137-149; Su alcuni aspetti complessi dell'applicazione degli antibiotici alla terapia anti-infettiva, in Gazz. medica italiana, CVII [1948], pp. 117-124; Premessa, finalità e possibilità delle associazioni chemioterapiche nel trattamento delle malattie infettive, in Riv. dell'Istituto sieroterapico italiano (sez. II), XXIII [1948], pp. 89-103, in collab. con L. Scalfi); e affrontò un problema di patologia infettiva che cominciava allora a interessare gli studiosi italiani, quello delle pneumopatie sostenute da virus e rickettsie, che, osservate inizialmente tra i militari nell'immediato dopoguerra, andavano manifestandosi in focolai endemici sul territorio nazionale (Identificazione di una nuova entità nosologica ad eziologia infettiva: la febbre eosinofilo-monocitaria; contributo al problema eziologico della polmonite atipica primaria, in Clinica nuova, V [1947], pp. 177-206, in collab. con G. Leonardi; Malattie dell'apparato respiratorio da virus e rickettsie, in Atti del L Congresso della Soc. italiana di medicina interna, 1949, II, Relazioni, Roma 1949, in collab. con C. Frugoni - G. Giunchi; Prima segnalazione di febbre Q autoctona in Italia; caso apparentemente sporadico a decorso non usuale con localizzazione polmonare e complicanza flebitica, in La Riforma medica, LXIII [1949], pp. 1265-1268, in collab. con F. De Ritis - L. Scalfi; Le malattie dell'apparato respiratorio da virus e da rickettsie, in Clinica nuova, IX [1949], pp. 492-522, in collab. con C. Frugoni et al.; Pneumopathies due to virus and rickettsiae in relation to so-called "primary atypical pneumonia", in Scientia medica Italica (English ed.), I [1950], pp. 203-218, in collab. con C. Frugoni).
In quegli stessi anni il M. aveva cominciato a prestare un sempre crescente interesse ai problemi di ordine nosologico ed eziopatogenetico prospettati dalle leucemie e a tentare di individuare la possibile genesi virale di tali emopatie, traguardo che avrebbe poi costantemente perseguito negli anni successivi (Contributo casistico e critico al problema delle leucemie atipiche, con particolare riguardo alle istioleucemie, in Giorn. di clinica medica, XXVII [1946], 2, pp. 73-122, in collab. con M. Coppo; I confini nosologici dell'istioleucemia, in Bulletin der schweizerischen Akademie der medizinischen Wissenschaften, V [1949], pp. 85-104; Les leucémies humaines dans le cadre des maladies infectieuses conditionnées à virus, in Semaine des Hôpitaux de Paris, XXVI [1950], pp. 3318-3321; Contributo allo studio del problema eziopatogenetico delle leucemie. Rivelazione di un fattore virale nelle leucemie umane, in Riv. dell'Istituto sieroterapico italiano (sez. II), XXV [1950], pp. 123-145, in collab. con G. Leonardi et al.; Experimental studies on aetiology of human leukaemias, in Acta haematologica, VI [1951], pp. 38-50, in collab. con G. Leonardi et al.; Inquadramento eziopatogenetico della malattia leucemica, in Recenti progressi in medicina, XI [1951], pp. 1-36).
Chiamato dalla 1ª facoltà medica dell'Università di Napoli, nel 1952 il M. vi assunse, in qualità di professore ordinario, la direzione della cattedra e dell'istituto di patologia speciale medica e metodologia clinica e dal 1970 quella della cattedra e dell'istituto di clinica medica generale e terapia medica. Nella nuova sede egli seppe dare un vigoroso impulso all'attività dei suoi allievi che, seguendo la via metodologica tracciata da Frugoni, volle indirizzare a un piano di ricerca a netta impronta fisiopatologica, formando gruppi di lavoro impegnati nello studio dei vari settori della patologia e della clinica medica. Di fatto questa sua impostazione costituì un'organizzazione pionieristica, precorritrice della futura nascita delle strutture cliniche dipartimentali.
L'operosità del M. e della sua scuola si tradusse in acquisizioni di enorme interesse nel campo delle conoscenze biomediche, quali l'individuazione dei virus cosiddetti difettivi, la interpretazione della malattia leucemica come una affezione polifasica preceduta da quelli che definì "stati preleucemici", la descrizione di fondamentali caratteristiche metaboliche ed enzimatiche delle cellule leucemiche, lo studio del ruolo svolto dai fenomeni immunologici nell'evoluzione dei processi infettivi. Di particolare rilievo fu la costante ricerca volta a dimostrare l'intervento dei virus nell'eziologia delle leucemie, che, iniziata dal M. negli anni Cinquanta, avrebbe poi ricevuto sicura conferma in tempi successivi (v. Enc. medica italiana, Aggiornamento I, III, coll. 4518-4524, s.v. Leucemie). Tra i numerosi lavori pubblicati dal M. si ricordino ancora: Infezioni latenti e malattie infettive condizionate da virus di fronte al problema eziopatogenetico della malattia leucemica, in Minerva medica, XLIV (1953), 2, pp. 1957-1962; Lo stato attuale della terapia medica delle emopatie maligne, in Recenti progressi in medicina, XVII (1954), pp. 315-331; Nouveaux développements et résultats récentes sur le problème pathogénique de la maladie leucémique, in Revue belge de pathologie et de médecine expérimentale, XXIV (1955), pp. 507-511; Aspetti teorici e pratici dell'applicazione di cortisonici nelle malattie infettive, in Giorn. di clinica medica, XXXVII (1956), 2, pp. 897-919; Orientamenti attuali di fronte al problema eziopatogenetico delle emopatie e delle neoplasie maligne, in Rass. di clinica, terapia e scienze affini, LXII (1963), Suppl., pp. 113-128; La chemioterapia antivirale come base per la chemioterapia delle emopatie e delle neoplasie maligne, in La Riforma medica, LXXVIII (1969), pp. 225-231; Aspetti evolutivi dei problemi immunologici relativi alle neoplasie e alle emopatie maligne, in Folia allergologica, XII (1965), pp. 399-449, in collab. con A.R. Bianco; Nos derniers apports à l'étude du problème étiopathogenique des leucémies humaines, in Haematologica Latina, VIII (1965), pp. 165-183, in collab. con F. Coraggio et al.; Recenti acquisizioni in tema di eziopatogenesi della malattia leucemica, ibid., XII (1969), pp. 683-701; Su alcuni aspetti della problematica generale dell'oncogenesi da virus a RNA con particolare riguardo alle correlazioni con i risultati ottenuti dalle ricerche rivolte alla patologia umana; prospettive da queste derivanti, in Giorn. delle malattie infettive e parassitarie, XXIII (1971), pp. 899-922; Conoscenze acquisite ed in evoluzione nella problematica offerta dai virus oncogeni, in Recenti progressi in medicina, LII (1972), pp. 515-559, in collab. con G. Tarro.
Del M. debbono ancora essere ricordati il Trattato di malattie infettive, diretto in collaborazione con E. Carlinfanti, del quale redasse vari capitoli (I-III, Napoli 1951; IV, Aggiornamenti, ibid. 1963), e il Trattato di fisiopatologia medica, redatto con la collaborazione di numerosi allievi (I-III, Roma 1966-67; 2ª ed., ibid. 1970; 3ª ed., postuma, ibid. 1981, con sottotitolo Interpretazione fisiologica di sintomi e malattie, in collab. con P. Altucci et al.).
Ancora alla guida della sua clinica, attivo nella didattica e nella ricerca, il M. morì a Napoli il 28 ott. 1974.
Il 1 genn. 1991 nell'Università napoletana fu inaugurato il dipartimento di internistica clinica e sperimentale intitolato al suo nome.
Fonti e Bibl.: Necr., in Giorn. di clinica medica, LV (1974), pp. 900 s.; in Policlinico, sez. pratica, LXXXII (1974), pp. 44-46; in Haematologica, LX (1975), pp. 117-120; in Lavori dei congressi di medicina interna, n.s., LXXV Congresso,( 1974, Comunicazioni, Roma 1975, pp. LVI s.; M. Coltorti, Ricordo di F. M., in Memorial F. M. 28.10.1994, a cura di N.G. De Santo, Cosenza 1994, pp. 9-12; P. Altucci, Il Dipartimento F. M., in Ricordo di F. M., Cosenza 1994, pp. 9 s.