LANCIANI, Flavio Carlo
Nacque a Roma nel 1661 da una famiglia di copisti di musica professionisti.
Il padre del L., Tarquinio (nato intorno al 1632, e morto a Roma il 12 genn. 1716), fu uno dei migliori copisti di musica attivi a Roma e lavorò regolarmente per i più importanti mecenati musicali del tempo, fra i quali i cardinali Benedetto Pamphili e Pietro Ottoboni e i principi Livio Odescalchi e Francesco Maria Ruspoli (Casimiri, pp. 164, 169; Kirkendale, passim; Marx, 1968, pp. 125, 127, 129; Id., 1983, pp. 142 s.; Franchi, Il principe Ruspoli, p. 297; Id., Il principe Livio Odescalchi, p. 182; Pastura Ruggiero, p. 571). Anche Francesco Antonio Lanciani, probabilmente fratello del L., fu attivo come copista di musica, come mostrano i conti di numerose copiature commissionate dal principe Ruspoli fra il 1709 e il 1717 (Kirkendale, passim; Piperno, pp. 211-213). Copie manoscritte di opere, oratori e cantate di importanti compositori (fra i quali A. Caldara, F. Gasparini, G.F. Händel, A. Scarlatti), realizzate da Tarquinio e Francesco Antonio Lanciani per i Ruspoli sono attualmente conservate a Münster (Santini-Sammlung, Bibliothek des Bischöflischen Priesterseminars).
Risale al 1683 la prima testimonianza dell'attività del L.: nella quaresima di quell'anno un suo oratorio, Excidium Abimelech, su libretto di Salvatore Mesquita, fu eseguito all'oratorio del Ss. Crocifisso di S. Marcello. Il L. fu tra i compositori più prolifici in seno alle attività musicali di questa Confraternita, cui furono destinati altri dieci suoi oratori eseguiti fra il 1689 e il 1706.
Il 5 luglio 1685 il L. fu aggregato alla Congregazione di S. Cecilia nella sezione dei maestri di cappella. Agli anni immediatamente successivi risale la composizione dei suoi primi lavori di rilievo. Mise infatti in musica alcuni componimenti drammatici del letterato romano G.A. Lorenzani (fratello del compositore Paolo), tutti eseguiti a Roma: le opere Il visir amante geloso, overo Le disgrazie di Giurgia ("introduzzione drammatica" per musica in tre "azzioni" con un prologo, palazzo Accoramboni, 1685) e La forza del sangue, o vero Gl'equivoci gelosi (casa di G.A. Lorenzani, 1686, dedicata a Livia Cesarini); gli oratori S. Dimpna figlia del re d'Irlanda (1687, dedicato alla duchessa di Modena Laura Martinozzi e replicato a Modena nello stesso anno) e La purità trionfante, overo Martiniano il santo (S. Girolamo della Carità, 1688), posto in musica da diversi autori (oltre al L., L. Amadori, G. Ercole, B. Gaffi, G.L. Lulier e B. Pasquini; cfr. Morelli, 1972, p. 220).
Il L. rinsaldò i rapporti con G.A. Lorenzani, sposandone la figlia Teresa. Attraverso questo matrimonio, il L. divenne cognato del pittore olandese Caspar van Wittel, che nel 1697 aveva sposato Anna Lorenzani, sorella di Teresa (Morelli, 1972, p. 198).
È probabile che si debba alla committenza del principe Livio Odescalchi un altro suo oratorio, eseguito nel 1687 all'oratorio della chiesa Nuova: il S. Stefano primo re dell'Ungheria, su testo di S. Stampiglia, un poeta con cui il L. collaborerà ancora in altre occasioni (Franchi, Il principe Livio Odescalchi, p. 182).
Negli anni 1687-89 il L. compare come suonatore di violone nelle liste di musicisti pagati per accademie e oratori, patrocinati dal cardinale B. Pamphili; alcune cantate per soprano e basso continuo del L. (O dolce penare, Sì che in amor si gode, Già sparivano l'ombre, Vide spuntar il giglio, E quando Amor tiranno, Münster, Santini-Sammlung) sono menzionate nei conti di copiature effettuate nel 1688-89 per questo stesso cardinale da Paolo Lisi e Tarquinio Lanciani (Marx, 1983, pp. 152-154).
Un rapporto più stabile legò il L. con il maggiore mecenate musicale della Roma del tempo; nel 1688, infatti, entrò al servizio del cardinale P. Ottoboni in qualità di "aiutante di camera", con lo stipendio di nove scudi al mese, e vi rimase fino al febbraio 1701, avendo come colleghi i violinisti A. Corelli e M. Fornari, il violoncellista G.L. Lulier, i soprani A. Adami, P. Tiepoli e G. Ceccarelli (Marx, 1968, p. 120). Al servizio di Ottoboni, oltre che nell'attività di violoncellista, clavicembalista e copista di musica, il L. fu intensamente impegnato come compositore, venendo spesso incaricato di mettere in musica oratori, opere e altri componimenti su testi scritti dal cardinale stesso, quali L'amante del suo nemico (1688), Amore e Gratitudine (dramma pastorale eseguito nel palazzo della Cancelleria nel 1690 e replicato al teatro Tordinona nel 1691), il dramma sacro Il martirio di s. Eustachio (palazzo della Cancelleria, 1690, replica al collegio Nazareno nel 1694). A volte cooperò con altri musicisti alla composizione di un'opera: per esempio scrisse il secondo atto de La costanza nell'amor divino overo La santa Rosalia, su testo di P. Ottoboni (palazzo della Cancelleria, 1696, replica al collegio Nazareno nel 1699) e parte de L'amante del cielo (i restanti atti sono di S. De Luca e F. Gasparini) e, all'occorrenza, compose arie da inserire in opere altrui, come nel caso de La Statira, messa in musica da A. Scarlatti su testo di P. Ottoboni (teatro Tordinona, 1690). In questi stessi anni, il L. scrisse anche due delle cantate tradizionalmente eseguite la sera della vigilia di Natale al cospetto del pontefice e dei cardinali nel palazzo apostolico vaticano: La fede consolata (1689, su testo di P. Figari) e La gioia nel seno di Abramo (1690, su testo di Stampiglia, replicata a Firenze, presso la compagnia della Purificazione, nel 1702), nonché l'oratorio L'Absalone ribello (1691, su libretto di Antonio Ottoboni, padre del cardinale Pietro). Si è ipotizzato che A. Corelli abbia composto per la cantata La fede consolata del L. il "largo" del suo concerto grosso "fatto per la notte di Natale" (Marx, 1990, p. 423).
Non si conoscono i motivi che portarono alla cessazione del rapporto di dipendenza del L. dal cardinale Ottoboni; comunque tale cessazione coincise con la sua nomina a maestro di cappella in S. Maria in Trastevere, deliberata dal capitolo dei canonici di questa basilica romana il 30 marzo 1701; il L. mantenne poi fino alla morte tale carica (Simi Bonini, pp. 12-14). Tale passaggio di carriera - va osservato - è inconsueto per l'epoca; le relazioni che legavano i dipendenti di una corte ai loro "padroni", infatti, erano normalmente di lunga durata e spesso a vita, fondandosi su un rapporto clientelare di fedeltà. Sta di fatto che, dopo l'interruzione del rapporto con l'Ottoboni, non risultano ulteriori commissioni al L. da parte del cardinale, ed è probabile che per questo abbia dovuto ripiegare sul più gravoso e meno redditizio incarico di maestro di cappella. Peraltro, nel maggio 1703 il L. assunse un ulteriore incarico di maestro di cappella nella chiesa di S. Agostino, obbligandosi "di far con musici a proprie spese da lui condotti le solite musiche in tutte le domeniche e feste dell'anno, nell'altre feste" dell'Ordine agostiniano "di cantare letanie all'hora solita in tutti li sabbati dell'anno, e di rispondere coll'organo alla messa conventuale ogni giorno, il tutto per lo stipendio annuo di scudi cento" (Morelli, 1985, p. 342); tuttavia il L. dovette lasciare questo incarico prima del 19 ag. 1705, data in cui fu nominato al suo posto il maestro di cappella G.B. Bianchini.
Il L. morì a Roma il 28 luglio 1706 dopo una malattia che lo aveva afflitto gravemente fin dal marzo precedente (Morelli, 1972, p. 198; Simi Bonini, pp. 12-14).
Della sua produzione sopravvivono manoscritti alcuni oratori, opere e cantate. Un esame della partitura dell'oratorio S. Dimpna (1687) rivela elementi formali e tratti stilistici tipici della musica romana di quegli anni; arie, ariosi e recitativi si alternano di frequente, in modo vario e flessibile. Le arie sono relativamente brevi, in parte concertate con due parti di violino, in parte sul solo basso continuo; esse sono generalmente in una sola parte, tranne due che sono strofiche; in pochi casi le arie sono frammezzate da alcune battute di recitativo (per esempio "Occhi miei" o "Miei fedeli, all'armi"); altre presentano repentini cambiamenti di tempo all'interno, come l'aria di Arsate "Prendi, o bella, la tua sorte" in forma tripartita [Presto]-Adagio-Presto. Da un punto di vista espressivo, il L. è particolarmente attento alla resa del testo, ricorrendo alle risorse tipiche dello stile del tempo, per esempio lo stile guerresco dell'aria del re d'Irlanda "Su, su, forti campioni", o le veloci figurazioni in ritmo puntato dell'aria di Dimpna "Sì, sì, varchiamo del mare instabile quell'onda infida", o il convenzionale motivo del tetracordo discendente al basso che ritorna, sia pur variato, su vari gradi, su cui è condotta l'aria-lamento della protagonista "Occhi miei, vi invito a piangere".
Composizioni, oltre alle opere citate in precedenza: oratori (eseguiti a Roma, tranne diversa indicazione): Constantia fidei et haeresis coecitas (C. Di Napoli, Ss. Crocifisso di S. Marcello, 1689); Iudith Bethuliae obsessae propugnatricis triumphus (ibid., 1689); Gesta Iosue (Di Napoli, ibid., 1693); S. Maria Egiziaca (Stampiglia, Firenze, oratorio S. Filippo Neri, 1695); Innocentiae de hypocrisi triumphus (F. Capistrelli, Ss. Crocifisso di S. Marcello, 1696); Vox succisa (Id., ibid., 1700); S. Clotilde reina di Francia (G.B. Taroni, Bologna, 1700, 1702, 1703, 1704), Dilectionis portentum (Capistrelli, Ss. Crocifisso di S. Marcello, 1702); Abimelech amor et poena, seu Abrae pudica simulatio (ibid., 1704); Pharaonis poena mendacium amoris (ibid., 1705); Pudicitia ab innocentia vindicata (G.B. Vacondio, ibid., 1706).
Musica sacra: mottetti Regina coeli (soprano, 2 violini, viola e basso continuo; ms. a Oxford, Bodleian Library, Mss. Mus. Sch., E. 450); Oculi omnium "a 5 concertato con ripieni", Iubilate Deo universa (soprano e basso continuo), Confitebuntur caeli mirabilia e Lauda anima mea (soprano, coro di ripieno a 4 voci, basso continuo), salmo Laudate pueri (alto, due cori di ripieno a 4 voci, basso continuo): manoscritti nell'archivio di S. Maria in Trastevere presso l'Archivio storico del Vicariato di Roma (segnature rispettive: 623.34, 623.22, 623.48, 623.20, 623.29).
Altri lavori manoscritti: Sotto stella crudel chi al mondo nasce (serenata per soprano, tenore e basso, 2 violini, tromba e basso continuo; Modena, Biblioteca Estense, Mus., F. 617); Già sparivano, Vidi spuntare e O quando amor (cantate per soprano e basso continuo: Münster, Bibliothek des Bischöflischen Priesterseminars, Santini, 855); Sì che in amor si gode e O dolce penar nel regno d'amor (cantate per 2 soprani, 2 violini e basso continuo: ibid., 862); Placato mai crudele, Servo non è il mio core, Se condanni un core amante (arie per soprano e basso continuo: cfr. La collection Sébastien de Brossard, p. 503); Breve stagion correa (cantata per soprano e basso continuo; Roma, Biblioteca dell'Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana, Mss., 208.A.4); Lascia di tormentarmi (aria per soprano e basso continuo; Napoli, Biblioteca del conservatorio S. Pietro a Majella, Mss., 60.1.55); Per le nozze dell'ill. et ecc. sig. don Carlo Borromeo e donna Camilla Barberini ("Da la magion celeste", cantata a 3 voci, P. Vagni, Roma 1689, musica perduta; cfr. Franchi, 1988, p. 618). Il NewGrove dà notizia dei seguenti lavori del L.: Crudo ciel, fato rio (serenata per soprano, 2 violini e basso continuo; Londra, British Library); Con penoso languire (cantata per contralto e basso continuo; Londra, British Library); Dal dì ch'Amor di violenza armato (cantata per contralto e basso continuo; Parigi, Bibliothèque nationale de France).
Fonti e Bibl.: R. Casimiri, Oratori del Masini, Bernabei, Melani, Di Pio, Pasquini e Stradella in Roma nell'anno santo 1675, in Note d'archivio per la storia musicale, XIII (1936), pp. 164, 169; U. Kirkendale, A. Caldara. Sein Leben und seine venezianisch-römischen Oratorien, Graz-Köln 1966, passim; H.J. Marx, Ein neuer Fund zur römischen Operngeschichte des ausgehenden Seicento, in Analecta musicologica, III (1966), pp. 43-48; Id., Die Musik am Hofe Pietro Kardinal Ottobonis unter A. Corelli, ibid., V (1968), pp. 104-177; G. Morelli, G.A. Lorenzani, artista, letterato romano del Seicento, in Studi secenteschi, XIII (1972), pp. 198, 220; L.E. Lindgren - C.B. Schmidt, A collection of 137 broadsides concerning theatre in late seventeenth century Italy: an annotated catalogue, in Harvard Library Bulletin, XXVIII (1980), pp. 202, 216 s.; F. Piperno, F. Gasparini "virtuoso dell'eccellentissimo principe Ruspoli": contributo alla biografia gaspariniana (1716-1718), in F. Gasparini (1661-1727).Atti del primo Convegno, Camaiore… 1978, a cura di F. Della Seta - F. Piperno, Firenze 1981, pp. 211-214; W.C. Holmes, "La Statira" by P. Ottoboni and A. Scarlatti: the textual sources, with a documentary postscript, New York 1983, pp. 65-69; H.J. Marx, Die "Giustificazioni della casa Pamphilj" als musikgeschichtliche Quelle, in Studi musicali, XII (1983), pp. 121-187; A. Morelli, Musica e musicisti in S. Agostino a Roma dal Quattrocento al Settecento, in Musica e musicisti nel Lazio, a cura di R. Lefevre - A. Morelli, Roma 1985, pp. 342-344; E. Careri, Catalogo dei manoscritti musicali dell'Archivio generale delle Scuole pie a S. Pantaleo, Roma 1987, pp. 21-23, 86; S. Franchi, Drammaturgia romana, I, Roma 1988, ad ind.; F. Carboni - T.M. Gialdroni - A. Ziino, Cantate ed arie romane del tardo Seicento nel fondo Caetani della Biblioteca Corsiniana: repertorio, forme e strutture, in Studi musicali, XVIII (1989), pp. 49-192 passim; M.G. Pastura Ruggiero, Fonti per la storia del teatro romano del Settecento conservate nell'Archivio di Stato di Roma, in Il teatro a Roma nel Settecento, Roma 1989, II, p. 571; M.L. Volpicelli, Il teatro del cardinale Ottoboni al palazzo della Cancelleria, ibid., pp. 681-782; K. Watanabe - H.J. Marx, Händels italienische Kopisten, in Göttinger Händel-Beiträge, III (1989), pp. 195-234; G. Staffieri, Colligite fragmenta. La vita musicale romana negli "Avvisi Marescotti" (1683-1707), Lucca 1990, passim; H.J. Marx, "da cantarsi nel Palazzo Apostolico". Römische Weihnachtsoratorien des 17. Jahrhunderts, in Musikkulturgeschichte: Festschrift für Constantin Floros, a cura di P. Petersen, Wiesbaden 1990, p. 423; La collection Sébastien de Brossard (1655-1730). Catalogue, a cura di Y. de Brossard, Parigi 1994, p. 503; G. Rostirolla, La professione di strumentista a Roma nel Sei e Settecento, in Studi musicali, XXIII (1994), pp. 105, 116-118; S. La Via, Il cardinale Ottoboni e la musica: nuovi documenti (1700-1740), in Intorno a Locatelli. Studi in occasione del tricentenario della nascita di P.A. Locatelli (1695-1764), a cura di A. Dunning, Lucca 1995, I, pp. 372, 377 s.; B. Nestola, "Sotto stella crudel", accademia per musica di F.C. L. (1661-1706): storia, analisi, edizione critica, tesi di laurea, Università di Pisa, a.a. 1997-98; E. Simi Bonini, Catalogo del fondo musicale di Santa Maria in Trastevere, Roma 2000, ad ind.; B. Nestola, Musica per le accademie e accademie per musica, in I luoghi dell'immaginario barocco. Atti del Convegno di Siena… 1999, a cura di L. Strappini, Napoli 2001, pp. 273-283; S. Franchi, Il principe Ruspoli e l'oratorio in Arcadia, in Percorsi dell'oratorio romano da "historia sacra" a melodramma spirituale.Atti del Convegno, Viterbo… 1999, a cura di S. Franchi, Roma 2002, pp. 245-316; Id., Il principe Livio Odescalchi e l'oratorio "politico", in L'oratorio musicale e i suoi contesti. Atti del Convegno, Perugia… 1997, a cura di P. Besutti, Firenze 2002, p. 182; B. Nestola - K. Piechocki, Constructing purity through eroticism: the oratorio "Santa Dimna figlia del re d'Irlanda" by F.C. L. and G.A. Lorenzani (Rome 1686), in Early music: context and ideas, Krakow 2003, pp. 268-272; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Indici, I, p. 405; The New GroveDict. of music and musicians (ed. 2001), XIV, pp. 206 s.