BARACCHINI, Flavio Torello
Nato a Villafranca Lunigiana (Massa Carrara) il 28 luglio 1895, fu chiamato alle armi mentre ancora attendeva agli studi, nel 1914, e assegnato al genio telegrafisti. Ma alle prime leve di piloti, che si offrivano volontari dalle altre armi, diventò aviatore, seguendo un breve corso di istruzione e di addestramento. Nel 1915 conseguì il brevetto di pilota, e come aspirante ufficiale del genio pilota fu inviato sul fronte dell'Isonzo. Si distinse presto per il suo singolare ardimento, ricevendo un encomio per avere eseguito sul Carso, in zona particolarmente pericolosa, numerose azioni di ricognizione sulle linee austriache (dicembre 1916).
Procedendo durante il conflitto la riorganizzazione dell'aviazione italiana, il B. passò, a sua richiesta, all'aviazione da caccia. Passato alla 76ª squadriglia, di base a Borgnano (Cormons), abbatté il primo aereo nemico, un "Albatros", il 15 maggio 1917. Era l'inizio di una rapida serie di vittorie: dal maggio al giugno 1917 abbatté nove apparecchi, ottenendo la medaglia d'oro al V. M. Alla fine di luglio aveva abbattuto tredici aerei sul fronte dell'Isonzo. In una di queste azioni, restò ferito. Ottenne poi una nuova medaglia d'argento e la croce di guerra francese con palma. Tornato alla 76ª squadrìglia, operò nella zona del Piave, poi passò all'81ª squadriglia da caccia, abbattendo numerosi altri apparecchi nemici: trentuno in tutto fino al 26 giug. 1918, quando venne ferito, e questa volta in maniera irrecuperabile per l'aviazione da caccia.
Il 31 luglio il B. fu nominato cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro, il 9 agosto tenente per merito di guerra e il 22 febbr. 1919 capitano, sempre per merito di guerra. Essendo stato dichiarato inabile per infermità dipendente dal servizio, cercò poi di rendersi ancora utile all'aviazione, preparando e studiando nel suo stabilimento pirotecnico romano, al Gianicolo, nuovi mezzi per uso militare.
Il 29 luglio 1928, mentre sperimentava nel suo stabilimento razzi per segnalazioni aeree, veniva travolto dall'esplosione di una caldaia, e il 18 agosto successivo morìva in una clinica di Roma.
Bibl.: Illustrazione Italiana,8 luglio 1917, p. 32; S. Ciccarelli, Gli eroi del cielo, della terra e del mare, Milano 1926, p. 49; A. Giuliotti, F. T. B.,Tivoli 1934; R. Conigliani, F. T. B.,in Rivista Aeron.,XIII (1937), pp. 167-172; A. Foschini, Baracca, Roma 1939, p. 364.