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FLEBOCLISI

di Ottorino Uffreduzzi - Enciclopedia Italiana (1932)
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FLEBOCLISI (dal gr. ϕλέψ "vena" e κλύσις "lavaggio")

Ottorino Uffreduzzi

È l'introduzione per via endovenosa (generalmente attraverso la vena mediana cefalica alla piega del gomito) d'una soluzione cosiddetta fisiologica (v. appresso), allo scopo d'aumentare la massa liquida circolante del sangue, o per sostituirne una parte che sia andata perduta o per aumentarne la tensione e quindi favorire i processi d'eliminazione di liquidi e di sostanze nocive dal circolo.

Nelle emorragie gravi, serve a compensare, almeno temporaneamente, la perdita della massa liquida, quindi la Gaduta della pressione che riduce il lavoro utile del cuore; e similmente in quei casi (p. es. nello shock traumatico) in cui, anche senza una vera emorragia, la massa liquida del sangue diventa insufficiente e la pressione cade perché il sangue si raccoglie in grande quantità in vasti territorî, generalmente profondi, in preda a un'estesa vasodilatazione. La fleboclisi ha indicazione fondamentale nel caso di forte disidratazione dell'organismo: vomiti incoercibili, fatti occlusivi, diarree, ecc. Associata al salasso, affretta l'eliminazione di sostanze tossiche dal sangue (uremia, stati tossici secondarî a occlusione intestinale, tossiemie infettive, alcuni avvelenamenti).

Oltre alla soluzione fisiologica (soluzione di cloruro sodico al 7-8‰) furono consigliate numerose altre soluzioni isotoniche, con aggiunta di glucosio, destrosio o altri zuccheri; di cloruro di calcio, cloruro potassico, bicarbonato e fosfati acidi di sodio, e anche di gelatina, o di gomma arabica o di gomma acacia, per avere una soluzione isoviscosa al siero del sangue allo scopo d'impedire un troppo rapido passaggio del liquido dai vasi nei tessuti e mantenere più a lungo l'aumento di tensione raggiunto. La quantità di liquido da iniettare (alla temperatura di 36°-38°) varia a seconda delle circostanze da 300 a 1200 cmc. Nei malati con cuore debole non conviene iniettare grandi masse di liquido per non aumentare troppo bruscamente il lavoro circolatorio: è preferibile in questi casi la fleboclisi a permanenza a gocce, secondo R. Matas, con la quale si possono somministrare nel periodo di 2-3 ore oltre 1000-2500 cmc.

Alla fleboclisi possono seguire brivido, febbre, senso di costrizione, specie quando si tratti di grandi quantità. Ma i benefici sono talmente indiscussi che il metodo è ormai universalmente accettato e usato, e solo può trovare un concorrente nella trasfusione di sangue puro omogeneo. È da preferire all'ipodermooclisi, perché molto meno dolorosa, d'effetto assai più immediato e diretto. La fleboclisi può essere un prezioso mezzo di somministrazione di rimedî; così p. es. nello shock si suole aggiungere qualche piccola quantità d'efedrina o adrenalina (cosa che sarebbe pericolosa nell'ipodermoclisi per le vaste escare che essa può produrre per l'azione associata della distensione causata dal liquido e della vasocostrizione causata dall'adrenalina); si possono aggiungere, se di necessità urgente, cardiocinetici e altri rimedî: caffeina, canfedrina, lobelina, ecc.

Vedi anche
vomito Atto riflesso di difesa, con il quale viene emesso dalla bocca il contenuto dello stomaco ed eccezionalmente dell’intestino. Consiste in un complesso di contrazioni dei muscoli dell’addome e del diaframma con chiusura della glottide e apertura del cardias, spasmo del piloro e contrazioni antiperistaltiche ... setticemia medicina Malattia infettiva generalizzata dovuta alla persistente presenza nel sangue di batteri (streptococchi, stafilococchi, pneumococchi, meningococchi ecc.), meno spesso di miceti, che si manifesta con una sintomatologia imponente e piuttosto caratteristica (febbre alta, stato generale variamente ... anestesia Assenza della sensibilità dovuta a cause organiche (anestesia organica) o indotta artificialmente. 1. anestesia organica È quella provocata dalla distruzione delle vie o dei centri della sensibilità nelle sue varie forme. A seconda del livello a cui è intervenuta la lesione si distingue in corticale, ... ipoglicemia Abbassamento della glicemia al di sotto del limite inferiore della norma (0,50-0,70 g in 1000 cm3 di sangue, a seconda del metodo usato). Si può osservare dopo lunghi periodi di scarsa alimentazione, per abnorme attività della parte endocrina del pancreas, dopo somministrazione di insulina ecc. Può essere ...
Altri risultati per FLEBOCLISI
  • fleboclisi
    Dizionario di Medicina (2010)
    Tecnica di somministrazione endovenosa di soluzioni acquose variamente composte (cloruro di sodio, glucosio, bicarbonato di sodio, amminoacidi, farmaci, ecc.), in quantità variabile e per tempi anche lunghi (f. a permanenza). Si attua introducendo in una vena superficiale un ago raccordato al recipiente ...
Vocabolario
flebocliṡi
fleboclisi flebocliṡi s. f. [comp. di flebo- e del gr. κλύσις «lavaggio»]. – In medicina, tecnica di somministrazione endovenosa di soluzioni acquose variamente composte (cloruro di sodio, glicosio, levulosio, aminoacidi, medicamenti varî),...
flèbo
flebo flèbo s. f. [abbrev. di fleboclisi], invar. – Abbreviazione corrente di fleboclisi: farsi una f.; anche fig., nel gergo giovanile, caricarsi di qualcosa in grande misura: farsi una f. di caffè.
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