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fodrare

di Luigi Vanossi - Enciclopedia Dantesca (1970)
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fodrare

Luigi Vanossi

Forma sincopata per " foderare "; ricorre due volte nel Fiore, sempre nel discorso della Vecchia.

Dapprima in CLVIII 13 tu ti fodrai d'ermine e di vai, / e la tua borsa fia tuttor guarnita (la forma fodrai presenta il fenomeno della doppia sincope, ben noto al fiorentino antico), dove si serberà ricordo del verso di Amis del Roman de la Rose (9083): " E de vair e de gris les fourre ", trasposto ad altro contesto. Il secondo brano riprende il tema del primo: quand'ella avrà passata nona, / il guardacuore suo sia sì fodrato / ch'ella non caggia a merzè di persona (CXCI 12; cfr. Rose 14453 " Mais seiez d'aveir si garniz / Que vous n' en seiez escharniz "): la ricca foderatura del guardacuore (una specie di lungo soprabito) serve a connotare uno stato di agiatezza (altrove la stessa condizione viene indicata attraverso altri elementi del vestiario: ella rimanga ricca e ben calzata, CLXVIII 14).

Vocabolario
fòdro
fodro fòdro s. m. [dal longob. fodr «foraggio»]. – Nell’alto medioevo, il diritto (detto anche albergarìa) di cui godevano gli ufficiali pubblici e il sovrano, che si fossero recati in un paese per le loro funzioni, di farsi dare dalla...
foderare
foderare (ant. e poet. fodrare) v. tr. [der. di fodera] (io fòdero, ecc.). – Rivestire di fodera: f. una giacca, un cappello, una poltrona; f. un libro, rivestirlo di foderina. E con riferimento ai sign. estens. di fodera: f. di zinco una...
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