foga
" Foga è andamento sensa rattenersi, et operamento sensa tramezzare riposo ": così il Buti nel commento a Pg XII 103 Come... per salire al monte / ...si rompe del montar l'ardita foga / per le scalee... / così...; e precisa che qui f. è " l'altessa ritta che farebbe discendere in foga, sensa potersi ritenere ". Questo passo è richiamato dal Cesari per spiegare il valore di f. anche in Pd XII 50 l'onde [del golfo di Guascogna] / dietro a le quali, per la lunga foga, / lo sol talvolta... si nasconde (dove i commentatori moderni intendono, con l'Ottimo, " corso ", " cammino "): f. " vorrà dire la carreggiata ch'ei fa rapidissima, montando su ".
Il Buti intende la " altezza lunga, da la quale cade quando è al Tropico estivale lo Sole che è più alto che possa essere ", il Vellutello la " fuga lunga... che [il sole] fa ", mentre il Serravalle spiega: " propter longam fogam, idest faucem... Dicuntur hic fauces ubi sol occidit, sicut dicuntur fauces ubi fluvii se abscondunt in mari ". Per il Porena, f. " dice propriamente ‛ impeto ', come se il più lungo corso del sole fosse effetto di un maggiore impeto di moto ".
In quest'ultima accezione - " impeto ", " forza " - ricorre in Pg XXXI 18 balestro frange, quando scocca / da troppa tesa, la sua corda e l'arco, / e con men foga [" debiliter ", Benvenuto] l'asta il segno tocca; e anche in V 18 l'omo in cui pensier rampolla / sovra pensier, da sé dilunga il segno, / perché la foga [" idest impetus ", Serravalle] l'un de l'altro insolla, dove l'esatto valore del termine è ben precisato dal " pressura " di Benvenuto o da " lo sollicito esercizio del primo [pensiero] " del Buti (ma per il Vellutello, anche qui, f. è " fuga... quella che dà l'arco alla saetta per farla andar al destinato segno ". Comunque, qui D. vuol dire che " il sopravveniente o secondo, insolla, cioè indebolisce, la viva attività o foga dell'altro, cioè del primo pensiero " (Scartazzini-Vandelli).