fogna
La parola compare una sola volta, con tutta la forza di un epiteto offensivo, in uno dei passi realistici del Fiore: villanamente la rampogna, / dicendo: " Garza, poco pregerei / il mi' brandon, sed i' te non potrei / farti ricoverare in una fogna " (CCXXI 8).
Il significato non si discosta minimamente dall'odierna accezione di " scolo d'acqua ", anche " di acque immonde, putride " (per una testimonianza dell'epoca, cfr. G. Villani III 2 " uno fossato, ovvero fogna, che ricoglieva quasi tutta l'acqua piovana della città "), pur se, dato il contesto di offesa lesiva, è forse preferibile, alla tecnica designazione, un semplice riferimento a un qualunque " luogo putrido e sozzo ".