FOLADIDI (lat. scient. Pholadidae, dal nome del genere Pholas L., 1759; dal gr. ϕωλάς "che si appiatta in nascondigli")
È una famiglia di Lamellibranchi Sifonidi (sottordine Senopalliati), che comprende i generi Pholas, Pholadidea, Xylophaga, Teredo. Gli animali hanno il corpo claviforme o vermiforme, con mantello chiuso in avanti eccettuata un'apertura per il passaggio del piede: questo è corto, tronco e spesso. I sifoni risultano grandi, allungati, frangiati, riuniti fin quasi alla loro estremità. Le branchie, strette, sono prolungate e fisse nel sifone branchiale. La conchiglia dei Foladidi è beante alle due estremità, sottile, bianca, fragile, dura, ricoperta di lamelle embricate, disposte a raspa, senza denti cardinali né ligamento, con profondo seno palleale. I margini cardinali sono risvoltati sugli umboni e una lunga apofisi calcarea, ricurva, sporge sotto ognuno di essi. Spesso la massa conchigliare principale è rinforzata da pezzi calcarei accessorî (sifonoplassi).
I Foladidi sono rivieraschi e perforanti: mediante un particolare movimento della conchiglia rasposa e forse per azione di secrezioni erosive, scavano profonde gallerie cilindriche nelle varie rocce (argille, arenarie, scisti, calcari, ecc.), nel legno sommerso e nei depositi corallini. Sono famose le perforazioni delle colonne del tempio di Serapide a Pozzuoli. Qualche volta i danni determinati dalle foladi possono essere gravi (è celebre un'inondazione avvenuta nel 1731 in Olanda per effetto della rottura di dighe determinata da erosione di Teredini). Alcuni Foladidi come la folade (Pholas) sono fosforescenti: segregano dal sifone cloacale un muco luminoso, contenente secondo il Dubois una sostanza organica, la luciferina, e un enzima specifico, la luciferasi. Le carni di alcuni Foladidi (Pholas) sono saporite. I Foladidi fanno la loro comparsa nel Carbonico (Teredo), per poi svilupparsi più ampiamente nel Terziario.
Bibl.: P. Panceri, Gli organi luminosi e la luce dei Pirosomi e delle Foladi, Napoli 1872.