ASINARI, Folco (Folchetto)
Vissuto negli ultimi decenni del secolo XIII e nei primi del XIV in Asti, apparteneva alla nota famiglia di banchieri. Nel febbraio dei 1276 era membro del Consiglio maggiore della sua città e più volte, verosimilmente, dovette farne parte negli anni successivi, anche se, a causa della scarsità dei documenti pervenutici, ne abbiamo la certezza solo per il 1281, 1288, 1290, 1293Nel 1288 ebbe, insieme con l'autorevolissimo Ogerio Alfieri, pieni poteri per lo acquisto di beni nel territorio di Cossano a nome del Comune. Negli anni 1284-1285 ed ancora nel 1286 fu podestà di Mondovì e vi sostenne contese giurisdizionali col vescovo di Asti, alto signore del luogo. Nel 1296 fu chiamato dalla fazione ghibellina, che, anche con l'aiuto degli Astigiani, aveva sopraffatto i guelfi, a ricoprire la carica di podestà di Genova e non rifuggì, nell'esercizio delle sue funzioni, dal farsi strumento di persecuzione contro i vinti. Egli stesso, però, doveva poco dopo sperimentare le amarezze della sconfitta politica e dell'esilio. Infatti nei primi anni del sec. XIV fu coinvolto, come figura di primo piano, nelle gravi lotte intestine che dilaniarono Asti. Fautore della fazione ghibellina, con i maggiorenti di essa dovette abbandonare la città nel maggio del 1304. Fu poi tra i fuorusciti più attivi nel cercare la rivincita. Dopo un primo vano tentativo per rientrare con le armi, fatto al principio del settembre, l'A. partecipò nell'ottobre, quale sindaco e procuratore della parte estrinseca, alle trattative con i conti di Biandrate del ramo di Porcile per una lega contro gli intrinseci d'Asti. Il 9 marzo 1305 con gli altri capi del fuoruscitismo astese fu presente quale teste al parlamento dei vassalli del marchesato di Monferrato, convocati in Trino in seguito alla morte del marchese Giovanni I, già massimo protettore dei fuorusciti stessi. Persa ogni speranza nell'aiuto monferrino dopo l'arrivo del nuovo marchese Teodoro I Paleologo, l'A. fu per parecchi mesi del 1307 frequentatore assiduo di Filippo I di Savoia, principe d'Acaia, che, sebbene ancora ufflciahnente capitano di guerra degli intrinseci astigiani, era però di fatto in rotta con essi. Tuttavia solo nel novembre del 130g egli, con gli altri esuli, potè rientrare pacificamente nella città, dopo una sentenza arbitrtde del conte Amedeo V di Savoia e dello stesso principe d'Acaia. Il 15 nov. 1310 prese parte alla seduta del consiglio in cui furono nominati i due sindaci del Comune incaricati di prestare il giuramento di fedeltà a Enrico VII; dal Lussemburghese il 23 dello stesso mese venne incluso nell'elenco dei nuovi credenzieri. Il 28 gennaio 1311 fu compreso tra 46 "savi" convocati dal vicario imperiale. Il suo nome compare poi nella lista dei cittadini astigiani che nel febbraio dello stesso anno giuravano di non turbare lo stato pacifico della città. Promesse vane. Nelle nuove lotte che scoppiano furioi~ente al principio dell'aprile 1312, l'A. è di nuovo in prima linea con i ghibellini; infatti si legge il suo nome in un elenco di inquisiti dopo la vittoria dei guelfi come pure nei patti di dedizione di Asti a Roberto d'Angiò (8 maggio 1312), in cui l'A. è incluso tra i cittadini condannati a perpetuo bando. Dopo d'allora non abbiamo più notizie di lui.
Fonti e Bibl.: G. Ventura, Memoriale,in Monumenta Historiae Patriae, Scriptores, III, Augustae Taurinorum 1848, coll. 725, 745; F. Bonaini, Acta Henrici VII, I, Firenze 1877, docc. XLVIII, LV, CI; Codex Astensis qui do Malabayla communiter nuncupatur, a cura di Q. Sella, II-IV, Romae 1880:II, docc. 260, 450, 513; III, doc. 789; IV, docc. 1035, 1042; Monum. Germ. Hist., Constitutiones, IV,Hannover-Leipzig 1906, doc. 472; A. Bozzola, Parlamento del Monferrato, Bologna 1926, doc. I; F. Gabotto, Storia del Piemonte nella prima metà del sec. XIV, Torino 1894, pp. 26 ss.; G. Caro, Genua und die Mächte am Mittelmeer, I,Halle 1895, p. 471 n. 1; II, ibid. 1899, pp. 220 n. 1, 224 n. 1; E. Morozzo della Rocca, Le storie dell'antica città del Monteregale, II, Mondovì 1899, pp. 301, 418, 448; F. Gabotto, Asti e la Politica sabauda in Italia al tempo di G. Ventura, Pinerolo 1903, pp. 229-237 note; N. Gabiani-F. Gabotto, Contr. alla storia di Asti nel Medioevo, Pinerolo 1906, p. 449.