folgorare
Il verbo compare tre volte nel Paradiso, in vari significati.
In III 128 quella folgorò nel mïo sguardo / sì che da prima il viso non sofferse, l'uso intransitivo del verbo (equivalente a un " irraggiare ") allude alla radiosa luminosità di Beatrice.
Diverso il caso di Pd VI 70 scese [l'aquila imperiale] folgorando a Iuba, ove, con metafora, si allude alla celere rapidità di azione delle armi cesariane (" folgorando; cioè andando come una fulgure per aire ", Buti).
In Pd XXIII 83 vid'io così più turbe di splendori, / folgorate di sù da raggi ardenti, il verbo, secondo una proposta dello Scartazzini, apparirebbe derivato " non da fúlgore ma da fulgóre, che propriamente è luce tanto viva che abbaglia come quella del folgore ", e pare appropriato per delineare le anime dei beati, i quali " non egebunt lumine lucernae, neque lumine solis, quoniam dominus deus inluminabit illos " (Apoc. 22, 5). V. anche SFOLGORARE.